Fund Raising Dinner: a Giarre l’alta cucina per la Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica

Fund Raising Dinner: a Giarre l’alta cucina per la Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica

Fund Raising Dinner: a Giarre l’alta cucina per la Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica

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lunedì 20 Aprile 2015 - 06:45

Solidarietà e alta cucina. Si è svolta nei giorni scorsi l'iniziativa che ha portato alla raccolta di 38 mila euro, fondi destinati alla ricerca attraverso la Fondazione Fibrosi cistica.

“Non basta fare il bene, bisogna anche farlo bene”. Certamente Denis Diderot, quando scrisse questa frase, non intendeva riferirsi alla Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica, né a Matteo Marzotto, né agli Chef stellati che hanno animato la “Fund Raising Dinner” svoltasi presso lo spazio eventi Radice Pura di Giarre. Eppure quelle parole lontane nel tempo e nello spazio perfettamente descrivono lo spirito della manifestazione. L’idea di fondo, nata dall’intuizione di Claudio Miceli, Fashion Retailer della provincia etnea è quella di coniugare insieme Charity e Fashion per raccogliere fondi attraverso i quali la Delegazione di Catania della Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica sosterrà il progetto scientifico #13/2014“Targeting extracellular Protein Disulphide Isomerase to control Burkholderia cenocepacia lung infections”. E l’iniziativa ha avuto uno strepitoso successo: raccolti con la serata 38mila euro sufficienti per coprire interamente il finanziamento del progetto triennale e quest’obiettivo è stato raggiunto con un anno di anticipo grazie alla straordinaria mobilitazione indotta da questo evento. Dice Claudio Miceli che certi eventi ti cambiano la vita e allora “fai qualcosa” e certamente, lui, ha fatto ben più che qualcosa! In apertura di serata – moderatrice la giornalista Agata Patrizia Saccone – Matteo Marzotto, che a causa di questa malattia ha perso, a soli 32 anni, la sorella Annalisa, ha presentato “il libro “BikeTour – Pedalando per la ricerca”, diario di viaggio di un’emozionante iniziativa sportiva ideata da un gruppo di amici, grandi sportivi e grandi campioni (Davide Cassani, Max Lelli, Fabrizio Macchi, Francesco Moser), che, partiti da Palermo hanno pedalato, in più tappe, sino a Roma al fine di divulgare la conoscenza della Fibrosi Cistica e sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della ricerca e, quindi, della raccolta fondi e il prof. Magazzù – Past President della Società Italiana per lo studio della Fibrosi Cistica (SIFC), professore Ordinario di Pediatria all’Università di Messina e direttore dell’Unità Operativa Gastroenterologia Pediatrica e Fibrosi Cistica del Policlinico G. Martino di Messina – insieme ai Responsabili della Delegazione di Catania della FFC – ha illustrato le caratteristiche della malattia della quale, ancora, troppo poco l’opinione pubblica è consapevole. Come spiega la D.ssa Borgo – Responsabile Divulgazione Scientifica della Fondazione- il gene difettoso è presente in una persona su 25 che quindi è portatore sano della malattia; due portatori sani hanno il 25% di probabilità di avere un bambino affetto da fibrosi cistica. Ogni settimana, in Italia, nascono 4 bambini affetti da questa grave malattia genetica; fino a cinquant’anni fa sarebbero stati destinati a morte certa entro i primissimi anni di vita. Oggi, grazie al progresso scientifico e alla ricerca, riescono a vivere anche sino ai quarant’anni; ma molto resta ancora da fare, perché è una malattia cronica e la ricerca serve sia per curare che per garantire migliore qualità della vita a coloro che ne sono affetti; nella speranza che, un giorno, possa trovarsi una cura definitiva che impedisca al gene difettoso di ingenerare la malattia. Toccante e gioiosa allo stesso tempo la testimonianza di Marila, vent’anni, affetta da fibrosi cistica diagnosticata quando aveva 2 mesi. La guardi e pensi sia una top model: è alta – e i tacchi vertiginosi la rendono ancora più alta-, bionda, bella, vestita di nero fra trasparenze di chiffon e rouches di seta; è serena e determinata e dice che la ricerca le consente di prendere “un pezzetto di vita in più ogni giorno”. Matteo Marzotto la vuole accanto perché questa splendida, giovane donna è davvero il volto della lotta e della speranza che la ricerca porta con sé.

Caratterizzata, invece, dall’alta cucina e dalla buona musica la seconda parte della serata presentata da Ruggero Sardo ; l’esplosivo, infaticabile, vulcanico Seby Sorbello, Presidente dell’Associazione provinciale Cuochi Etnei e chef del Ristorante “Parco dei Principi” di Zafferana Etnea, ha dato vita ad uno dei suoi strepitosi show cooking insieme agli chef Pietro D’Agostino (1 stella Michelin Ristorante “La Capinera” di Taormina), Tony Lo Coco (1 stella Michelin Ristorante “I Pupi” di Bagheria), Domenico Colonnetta e Francesco Patti (1 stella Michelin Ristorante “Coria” di Caltagirone) e Andrea Macca (Ristorante “Donna Carmela” Riposto) e ad altri chef dell’Associazione Cuochi Etnei tra i quali Vincenzo Mannino e Fabio Fidotta – docenti dell’Istituto Alberghiero di Catania- accompagnati dai loro allievi : in totale 50 persone ai fornelli che hanno deliziato le papille gustative dei tanti partecipanti. Alla domanda sul rapporto fra cucina e sociale, Seby Sorbello risponde : “la condivisione del cibo crea legami e rapporti forti, in famiglia, negli affari, aggrega come accade tra gli operai di una mensa o ai ricoverati in un ospedale che condividono il pasto e allora il cibo può aggregare anche per i grandi eventi di impegno solidale”. E, da par suo, Seby presenta un piatto che, nella sua semplicità ed essenzialità, racchiude in sé il meglio del territorio siciliano: una dadolata di ortaggi profumati al timo fresco, servita su una fonduta di Ragusano Dop aromatizzato al cedro ed accompagnata da un gambero rosso di Mazara appena scottato. Presente anche l’Associazione Italiana Sommelier che, oltre ai vini delle migliori cantine siciliane, ha presentato – con il sommelier Mauro Cutuli- un gintonic zen realizzato utilizzando essenze aromatiche di ciliegio e fiore di yuzu unite a note di marasca e cetriolo a simboleggiare l’astrazione dal proprio quotidiano per accorgersi della sofferenza di chi ci circonda. L’intrattenimento musicale- coltissimo- è affidato alla temperamentosa pianista Cinzia Dato che ha proposto le sue vibrate interpretazioni tra le quali la Ciaccona di Haendel e parti del “Romeo e Giulietta” di Prokofiev.

Una serata d’impegno sociale segnata da grande eleganza, garbo, bellezza; una grande festa per costruire la speranza. Insomma…il bene fatto bene!

Anna M.Martano

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