Attraverso il linguaggio dell’arte si vuole condannare la violenza perpetrata dai talebani al popolo afghano e in particolare alle donne
Da oggi, martedì 31, nel Transatlantico di Palazzo Zanca è visitabile una mostra “silenziosa”, finalizzata a manifestare un segno tangibile di vicinanza e di solidarietà al dolore e ai sacrifici delle donne afghane che stanno vivendo uno dei momento più bui cui l’umanità sta assistendo, dopo i recenti fatti di Kabul.
No alla violenza
L’iniziativa, organizzata e curata dall’esperto del Sindaco di arte contemporanea Alex Caminiti, in sinergia con gli Assessori alle Pari Opportunità Laura Tringali e alla Sicurezza Urbana Dafne Musolino, e in collaborazione con gli artisti del GAS collettivo d’arte indipendente, intende attraverso il linguaggio dell’arte dire no e condannare la violenza perpetrata dai talebani al popolo afghano e in particolare alle donne.
I protagonisti
Protagonisti dell’evento saranno artisti provenienti da diversi Paesi del mondo: Felipe Cardena, Spagna; Svetlana Grevenyuk, Ucraina; Baxter, Regno Unito; Sadif, Egitto; Gimaka, Senegal; Scoot Mecfarland, Nuova Zelanda; Maori, tribù Paitangi; Ma Lin, Cina; e gli artisti italiani Alessandro Follo, Roberta Dallara, Giovanni Gatto, e Sabrina Di Felice.
Le parole di Alex Caminiti
“La fuga verso l’Occidente da Kabul e l’avvento dei talebani che hanno preso il comando dell’Afghanistan ha destato preoccupazione per chi ha a cuore – evidenzia l’esperto Caminiti – la salvaguardia dei diritti umani e la vita dei soggetti più a rischio, come donne e bambini, il cui destino è nuovamente consegnato a un indicibile orrore. Sono nostre madri, amiche, sorelle. Pertanto, attraverso l’allestimento di questa mostra intendiamo fare rete contro ogni forma di violenza ed essere vicini a tutte quelle studentesse di Kabul che nascondono i documenti di iscrizione all’università e che bruciano i vestiti e svuotano le trousse con i loro trucchi, che chiudono i profili Instagram, e che si procurano dei chadari, i burqa afgani per scongiurare la violenza dei talebani”.