Una parte di dipendenti ha fatto valere le proprie ragioni in Tribunale ottenendo il riconoscimento di somme non pagate per scatti di anzianità e sta facendo andare avanti anche i pignoramenti sostenendo che l'Atm non sta rispettando la sentenza. Immediata è arrivata la replica del direttore dell'azienda che precisa che la somma pignorata ammonta a soli 38 euro e che i lavoratori hanno già ricevuto le prime somme.
Il consigliere Libero Gioveni chiedeva di portare nuovamente l’Atm in commissione consiliare per avere dei chiarimenti su un episodio che si è verificato ieri al capolinea Zir: il pignoramento degli incassi da parte di un ufficiale giudiziario (vedi articolo a parte). Dagli uffici di via La Farina però la risposta non si è fatta attendere ed è stato direttamente il direttore Giovanni Foti a firmare la replica indirizzata al consigliere comunale, per ribadire che cosa sta accadendo con il riconoscimento di alcune somme che spettano ai lavoratori e che negli anni scorsi non erano state elargite.
“L’Atm conferma quanto già era stato comunicato anche in commissione consiliare, icoè che l’Azienda, a seguito della sentenza della Corte Costituzionale riguardo all’illegittimità della “legge Brunetta” sul blocco degli scatti, a partire da agosto 2016 per i dipendenti che avevano presentato ricorso con sentenza notificata, ha proceduto a norma di legge ad avviare i pagamenti delle somme non corrisposte per gli anni dal 2011 al 2015. Successivamente l’Atm ha anche sottoscritto con le organizzazioni sindacali firmatarie di contratto un accordo per il pagamento di tutte le somme non corrisposte in 10 mensilità a partire dal mese di febbraio 2017. Peraltro il numero dei dipendenti che hanno avviato procedure legali per queste specifiche richieste risulta esiguo rispetto al numero totale degli aventi diritto che hanno invece preferito trovare un accordo con l’Azienda confermando spirito di collaborazione e fiducia nel nuovo corso intrapreso da Atm”.
Ecco perché il direttore Foti non comprende i motivi di questo ennesimo pignoramento che ammonta a soli 38 euro: “Sarebbe stato sufficiente recarsi presso gli uffici amministrativi dell’Azienda per verificare che ai suoi due assistiti, per cui si stava prodigando, erano già state versate nel mese di dicembre 2016 (si noti che la notifica in questione era di novembre 2016) la prima quota mensile di 700 euro come concordato l’Amministrazione ATM e come avverrà per le mensilità successive fino all’estinzione del debito”.
Per Foti episodi come questo portano a considerare che il percorso di risanamento e rinnovamento che l’Atm ha da tempo intrapreso, nonostante un apprezzamento generale sui risultati conseguiti sul servizio e sull’organizzazione aziendale continuerà a trovare ostacoli. “Probabilmente i risultati conseguiti che sono sotto gli occhi di tutti e l’apprezzamento generale che Atm riscuote non solo a Messina, non piacciono a tutti”.