Al rientro dopo 7 anni la messinese promuove i Nebrodi e la Sicilia: "Non è facile, ma c'è tanto potenziale e bisogna crederci"
CASTELL’UMBERTO – È partita a 22 anni da Castell’Umberto, nel cuore dei Nebrodi, per andare in Francia con un’idea nel cuore, quella di tornare con un’esperienza tale da permetterle di portare con sé i turisti francesi a visitare una parte di Sicilia sconosciuta fuori dai propri confini. E così ha fatto. Quella di Sonia Scurria è la storia di un ritorno a casa, dopo 7 anni lontano, ma soprattutto quella di un amore verso la propria terra che si esprime nella battaglia quotidiana per la sua valorizzazione.
La partenza verso la Francia
Sonia è partita dopo l’università e ha vissuto in Francia per diversi anni. A Tempostretto ha raccontato: “Avevo già in mente un’idea ben chiara: volevo portare i turisti francesi qui in Sicilia. Il mio obiettivo dopo l’università era questo. La prima cosa che mi sono detta era di imparare la lingua lì sul posto. Ho detto a me stessa: ‘Mi prendo un anno di tempo, vado lì e imparo’. Le cose sono andate meglio del previsto, mi sono trovata molto bene e ho avuto tante opportunità di lavoro. Facevo il confronto con ciò che avevo lasciato. Invece di un anno, sono rimasta sette. La mia passione per il francese è nata già a scuola e in Francia mi sono trovata benissimo, non ho avuto difficoltà ad ambientarmi o a socializzare”.
Ma pur trovandosi bene in Francia, la mente e il cuore di Sonia non hanno mai lasciato “casa”: “Quando tornavo in Sicilia la vivevo come una turista, organizzandomi i weekend, girando alla scoperta di posti e luoghi. Ma mi sentivo incompleta, perché dentro di me sapevo che avevo lasciato un progetto in sospeso e per me era sbagliato averlo fatto. Ogni anno che passava, pur trovandomi benissimo in Francia, rimaneva quest’idea dentro di me e così nel 2022 ho deciso di tornare del tutto. Ero tornata in Francia dopo il Covid. Ma volevo riprendere questo mio progetto da dove l’avevo lasciato sette anni prima, seppure con molta più competenza perché ho sempre lavorato nel settore turistico nel territorio francese. Avevo competenze e professionalità diverse ma anche una visione diversa”.
Il ritorno
E così, dal 2022, ha ripreso in mano il proprio progetto: “Subito dopo l’università avevo già fondato una piccola azienda di servizi turistici ed è questo che avevo lasciato in sospeso. L’ho ripresa e ho cominciato a lavorare con i contatti che avevo presi in Francia: gruppi, associazioni di diverse categorie, tour operator. Avevo studiato quel mercato, lavorando lì sul territorio, e avevo visto che tante zone della Sicilia non sono completamente conosciute fuori dal nostro territorio. Su tutti, ad esempio, i Nebrodi: totalmente sconosciuti. Ho provato a fare tesoro di tutto ciò che ho raccolto lontano da casa. Rientrata, ho preso anche l’abilitazione come accompagnatrice turistica francese, un altro piccolo sogno che avevo nel cassetto e a cui mi sono dedicata al rientro. In questi primi due anni qualche soddisfazione l’ho già avuta”.
Le difficoltà
Ma, come spesso accade a chi torna, Sonia si è scontrata con alcuni ostacoli: “Ho avuto grandi difficoltà a vendere soggiorni solo sui Nebrodi, perché cercano tutti Taormina, Palermo, Cefalù, destinazioni famose o altre più piccole conosciute solo per sentito dire. È stato difficile farli conoscere, ma sono riuscita a far venire alcune decine di persone proponendo un tour enogastronomico. Un itinerario che ha funzionato benissimo come soggiorno esperienziale e lo riproporremo. Ma purtroppo, per il resto, a livello culturale ad esempio, ho avuto tanti problemi. Si lavora molto sui tour di Sicilia di dieci o dodici giorni che abbracciano tutta l’isola, ma spesso sono pacchetti che saltano i Nebrodi e mi sto battendo per creare questi itinerari”.
Le strutture ricettive e i trasporti
Ma ci sono stati (e ci sono ancora) anche altri ostacoli: “C’è la mancanza di strutture ricettive e questo è un grande problema, figlio della mancanza di valorizzazione del territorio. Se ne parla tantissimo, ma in concreto? I Nebrodi non sono conosciuti e molte città del Messinese nemmeno. Perché Cefalù sì e Capo d’Orlando no, che invece è molto bella? Il territorio, tra l’altro, non è pronto ad accogliere gruppi proprio per questa mancanza di strutture. Si deve partire dall’organizzazione. Aggiungo: dopo il Covid ci sono anche tante famiglie che viaggiano, oppure individui. Ma magari arrivano in un piccolo centro e poi vogliono spostarsi, e come fanno? O hanno la loro auto o non c’è nemmeno a chi rivolgersi per spostarsi. Serve proprio una rete, che sia di trasporti o tra enti. Nel turismo è fondamentale”.
Sonia non si ferma: “Ci sono grandi potenzialità”
Ciò nonostante Sonia sta continuando a lavorare per cambiare le cose: “Il sogno è di convincere più operatori turistici possibile a venire qui, visitarlo, conoscerlo e vedere le potenzialità. Ho cercato di organizzare degli educational con loro ed è complicato, perché sono diffidenti su destinazioni di cui non si parla completamente. Il mio desiderio sarebbe questo: portare più gente possibile e far conoscere loro questo territorio meraviglioso che abbiamo. I francesi sono molto interessati all’escursionismo, ma vanno soprattutto alle Isole Eolie. Potrebbe essere interessante anche associare i Nebrodi alle isole, no? Però il limite restano i collegamenti. Da Capo d’Orlando a Lipari si arriva soltanto in piena estate, luglio e agosto. Il trekking è una di quelle cose richiestissime anche in primavera o in autunno, per evitare i mesi più caldi e di alta stagione”.
“Ci sto lavorando”, ha aggiunto, “ma non è facile. Ho trovato molti muri a livello di collaborazione, di fare rete. Questa è una cosa negativa che avevo lasciato in Sicilia e che ho ritrovato al mio ritorno. Manca la voglia di investire per il futuro, si guarda ad oggi e a quanto guadagno. Ma nel settore del turismo bisogna investire, bisogna crederci alle potenzialità del territorio e non limitarsi a far vivere quel poco che già funziona. Serve anche guardare al nuovo, ci sono tantissime cose che andrebbero sfruttate”.
“La Sicilia ha bisogno di giovani che ci credono”
Infine Sonia guarda indietro, alle scelte fatte pre e post Covid, alla partenza e al ritorno. E lo fa senza essersi mai pentita di nulla, soprattutto del rientro: “Assolutamente no, anzi sono contentissima della mia scelta, che è stata consapevole e nei tempi maturi per mettere in pratica ciò che ho imparato fuori. Per me è molto importante fare esperienza, uscire dai propri confini, imparare e vedere cosa c’è oltre. Penso che la chiusura mentale che c’è, soprattutto nei paesini, è dovuta anche a questo: non posso avere un metro di paragone se non lascio i confini di casa. Ai 18enni direi questo: andate a fare esperienza per arricchirvi, vedere cosa c’è, e poi, se vogliono e se hanno un’idea del cuore, di tornare. La Sicilia ha bisogno però di giovani che ci credono veramente”.
Brava.
I Nebrodi sono una gemma nascosta.
La tua passione per il turismo e soprattutto per la Sicilia traspare chiaramente. Le idee possono avere un grande impatto sulla collettività. Una visione condivisa può fare la differenza e la Sicilia ha bisogno di voci come la tua!
In bocca al lupo!