Il consigliere comunale chiede chiarimenti
“La delibera di giunta numero 842 del 31 dicembre 2019 parla chiaro e non è suscettibile di diversa interpretazione. L’Acr Messina aveva fatto richiesta di proroga per la concessione dello stadio Franco Scoglio in virtù di tutta una serie di adeguamenti di cui necessitava l’impianto proprio per garantire alla stessa la partecipazione a categorie superiori come la serie C. Orbene, tra qualche giorno, il 31 maggio, scadrà il termine di proroga concesso ed entro il quale avrebbero dovuto essere effettuati quei famosi lavori di adeguamento per la serie C”.
Lo dice il consigliere comunale Salvatore Sorbello, che sottolinea come “lo stadio purtroppo sta cadendo a pezzi, come testimoniano le immagini di alcuni sopralluoghi effettuati dalla stessa commissione sport del Comune di Messina. La delibera che concede la proroga chiarisce inoltre che la concessione dello stadio dovrà cessare una volta avvenuta l’aggiudicazione della concessione pluriennale attraverso il bando europeo, ma questa precisazione è ultronea perché non può essere diversamente per legge”.
Secondo il consigliere comunale, l’anno prossimo, in serie C, il Messina rischia di dover giocare altrove. “L’auspicio resta quello che lo stadio sarà assegnato prima che cada a pezzi definitivamente, ma i dubbi e gli interrogativi circa la gestione da parte di chi aveva preso precisi obblighi con l’amministrazione, obblighi che non stati portati a termine una volta ottenuta la proroga di concessione, fa pensare che Messina la serie C la vedrà col binocolo. E sarebbe un peccato se si dovesse giocare altrove per via del mancato rispetto degli obblighi assunti. Lo dico da consigliere comunale, come mai nessuno prende posizione quando si tratta di obblighi ben precisi e non rispettati? Obblighi che andrebbero a vantaggio soprattutto della stessa società concessionaria, visto che il 31 maggio scade questa possibilità di adeguamento della struttura per la serie C. Insomma, chi li dovrebbe fare questi lavori? La proroga di concessione è chiara”.