I giudici hanno stabilito che il frazionamento del progetto in due parti era legittimo, e che lo stesso non andava sottoposto a procedure autorizzative nazionali e comunitarie. Restano i processi sui piloni 40 e 45
Sono stati rigettati dal Consiglio di Stato i ricorsi dei cittadini contro l'elettrodotto Terna Sorgente-Rizziconi. La sentenza ha confermato che l'opera dispone di tutte le autorizzazioni necessarie, e che non ci sono procedimenti illegittimi.
All'azienda si contestava il fatto di aver frazionato il progetto in due parti per evitare che venisse sottoposto a un'unica (e più severa) procedura autorizzativa di tipo nazionale ed europeo. Secondo i ricorrenti, mancava inoltre il parere dell'Unione europea su un'opera che interessa siti comunitari, e i cavi dell'elettrodotto attraversavano una zona di protezione speciale per gli uccelli migratori. Nessun esito anche sul mancato coivolgimento di privati ed enti locali nel processo autorizzativo.
Per il Consiglio di Stato, tuttavia, nessuna di queste contestazioni era fondata. Viene così confermata la sentenza emessa dal Tar nel 2012. I ricorrenti dovranno inoltre pagare 5000 euro di spese legali. Bisognerà attendere adesso l'esito dei processi che vedono Terna imputata per quanto riguarda i piloni 40 e 45.