All'azienda verranno riconosciuti gli incentivi per aver completato gran parte dell'opera. Ma le associazioni non ci stanno: "Non si capisce come possa entrare in esercizio un’opera non collaudata e con due piloni sotto processo"
Continua a suscitare polemiche la presunta inaugurazione dell’elettrodotto Terna Sorgente-Rizziconi. Nonostante sia in corso un procedimento giudiziario su due dei piloni del tracciato, l’elettrodotto viene infatti considerato ormai ultimato e operativo dalle istituzioni. L’ultima, in ordine di tempo, è l’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico, che si è riunita il 24 giugno scorso per esaminare la documentazione sul raggiungimento delle milestone degli investimenti strategici di sviluppo della rete di trasmissione nazionale, relativi all’anno 2015. Nel verbale dell’Autorità l’opera viene considerata “già in esercizio commerciale” dal 28 maggio 2016, nonostante il sequestro del pilone 40; nessuna menzione viene fatta a proposito dell’altro pilone oggetto di un procedimento giudiziario, quello n. 45. Le milestone servono al riconoscimento di incentivi economici per gli investimenti effettuati.
“Nel verbale dell’Autorità si parla del sequestro del pilone 40 come se fosse un fatto accidentale, fastidioso, che interferisce nel raggiungimento degli obiettivi, e dunque degli incentivi” – scrivono le associazioni MAN e I cittadini in una lettera indirizzata all’Autorità stessa – “ma Terna aveva ricevuto già nel 2011 una diffida da parte nostra, nella quale si evidenziava che non era possibile costruire il pilone 40 sul crinale del monte Raunuso perché vietato dalle norme di salvaguardia del Piano Paesaggistico dell’Ambito 9, adottato nel Dicembre 2009. Pertanto il sequestro ed il procedimento penale, la cui prossima udienza sarà celebrata dal Tribunale Penale di Messina il 27 settembre 2016 sono da attribuire a delle precise scelte della società, che non ha tenuto conto della diffida”.
E sorprendente, secondo l’associazione, è anche il silenzio sul pilone 45, che “è stato sequestrato dal Tribunale di Messina, nel procedimento n. 3908/2015 r.g.n.r, avviato su segnalazione dell’Ispettorato Ripartimentale Foreste di Messina. “A tutt’oggi” – insiste MAN – “il pilone 45 risulta sequestrato per espressa comunicazione di Terna, in data 22/04/2016, indirizzata al Comune di Villafranca Tirrena ed all’ARPA Sicilia, ove si evidenzia “l’esecuzione autorizzativa alla rimozione temporanea dei sigilli dell’area del sostegno n. 45 (…) per permettere l’esecuzione delle opere così come disposto dal provvedimento del Pubblico Ministero”.
Infatti, il 21 aprile scorso, è stato presentato un progetto per la sistemazione idraulica dei siti relativi ai sostegni 45 e 46 dell’elettrodotto; per tali lavori, come indicato dal cartello di cantiere, sono necessari 158 giorni. “Alla luce di quanto sopra, non riusciamo a comprendere cosa significhi l’entrata in esercizio dell’intervento, fissata al 30 giugno 2016, nè per quale motivo l’elettrodotto risulti, dal 28 maggio, in esercizio commerciale, e nemmeno come possa entrare in esercizio un’opera che non ci risulta sia stata collaudata, né potrà essere collaudata a breve alla luce dei fatti sopra elencati.” – chiosa l’associazione.
Giovanni Passalacqua