Al capolinea l'inchiesta sull'appalto per la sorveglianza assistita, concordato dagli imprenditori Giordano e Duca, che ha riempito fiumi di verbali ancora top secret. Intanto il Riesame ha detto no alle richieste di dissequestro per i 12 indagati coinvolti nella seconda tranche dello scorso aprile.
Due anni dopo il blitz con 8 arresti eccellenti, è stata notificata agli indagati la chiusura indagine dell'operazioen Teckno 1, l'inchiesta della Dia di Catania sugli appalti truccati al Consorzio autostrade. Gli arresti risalgono al 18 novembre scorso (leggi qui)
Malgrado il parziale ridimensionamento delle accuse, sotto il profilo cautelare, operato dal Riesame all'inizio del dicembre successivo (leggi qui) l'atto di chiusura dell'inchiesta lascia invariato il quadro tracciato inzialmente dalla Procura di Messina, confermando sia tutti i nomi coinvolti che le ipotesi che per l'affidamento del servizio di sorveglianza assistita lungo la A18 Catania-Siracusa-Rosolini e la A20 Messina-Palermo era stata pagata una mazzetta.
Il Riesame, in particolare, aveva revocato gli arresti domiciliari, "tagliando" le indagini effettuate dalla Procura dopo il 2013. Dopo gli arresti, però, dagli stessi protagonisti sono arrivate molte conferme agli spunti investigativi scaturiti dalle intercettazioni della Dia. E gli imprenditori, in particolare il milazzese Francesco Duca, ha riempito fiumi di verbali svelando molti retroscena. Una parte del materiale è ancora top secret e promette ulteriori, interessanti colpi di scena.
Intanto, però, l'indagine battezzata Tekno 1 è ad una svolta cruciale: vengono così cristallizzate le ipotesi di accusa nei confronti del costruttore messinese Nino Giordano, il fratello Giacomo Giordano e lo stesso Duca.
Erano stati iscritti nel registro degli indagati inoltre Ettore Filippi, Rossella Venuto, Giuseppe Iacolino, Filadelfio Scorza, Andrea Valentini, Antonio Chillè, Lucrezia Passeri, insieme ai funzionari dell'ente di Contrada Scoppo Lelio Frisone e Angelo Puccia.
Tra gli indagati figurano le stesse società coinvolte, ovvero la Building srl di Milazzo, la Meridional Service Srl e la Eurotel di Agrigento.
(leggi qui i dettagli dell'inchiesta)
Sia Puccia che Frisone sono nel frattempo finiti nella seconda tranche di inchiesta, quella denominata Tekno 2, scattata lo scorso aprile con la sospensione e il sequestro per 6 dirigenti in servizio al Cas e il sequestro per altri 6 ex dirigenti.
Il Tribunale del Riesame ha passato al vaglio anche questi provvedimenti, dicendo no alle richieste di dissequestro avanzate da quasi tutti gli indagati. Devono ancora essere discussi, invece, gli appelli per le sospensioni.
In entrambi i casi gli accertamenti sono stati affidati alla Dia di Catania, ai comandi del dirigente Renato Panvino, e coordinati dal procuratore aggiunto Stefania La Rosa e l'aggiunto Sebastiano Ardita.
Alessandra Serio
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