Centro Nato all'Arsenale. I comitati protestano ma i lavoratori rispondono: "E' sviluppo occupazionale"

Centro Nato all’Arsenale. I comitati protestano ma i lavoratori rispondono: “E’ sviluppo occupazionale”

Giusy Briguglio

Centro Nato all’Arsenale. I comitati protestano ma i lavoratori rispondono: “E’ sviluppo occupazionale”

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mercoledì 03 Ottobre 2012 - 08:20

Dopo la protesta dei comitati No Ponte e No Muos che si è svolta ieri pomeriggio di fronte all'arsenale, oggi il presidente dell'associazione Progetto Messina, Carmelo Giaimo, condivide la preoccupazione ambientale espressa. Dai lavoratori arriva però un appello alla loro situazione: "Pur condividendo le preoccupazioni espresse relativamente alla sicurezza non possiamo non tenere conto di eventuali sviluppi occupazionali che ne potranno derivare"

Le preoccupazioni per il progetto Nato che interessa l’arsenale di Messina, in quanto luogo destinato allo smaltimento delle navi da guerra, dilagano e preannunciano il definirsi sempre più nitido di due “schieramenti”. Sembra di essere tornati alle prime notizie del ponte sullo stretto di Messina e aver schiacciato rewind. Le parti sono sempre quelle, di chi il progetto lo rifiuta e di chi invece lo sostiene. Il no fermo arriva dai comitati “No-ponte” e “No-muos” che ieri di fronte all’arsenale hanno fatto sentire la voce del dissenso, con un manifesto che recitava: “Non saremo discarica delle vostre guerre”, frase concisa e diretta per respingere la rimilitarizzazione della zona falcata della città. Oggi, a condividere il pensiero dei comitati è il presidente dell’associazione “Progetto-Messina”, Carmelo Giaimo: “Tolleranza zero contro chi cercherà di trasformare l’Arsenale Militare di Messina in discarica di rifiuti pericolosi. Saremo vigili e pronti a denunciare qualsiasi minaccia di inquinamento della zona falcata. L’Associazione che mi onoro di presiedere e che vanta oltre quattrocento iscritti, molti dei quali lavoratori direttamente interessati, condivide e fa proprie le preoccupazioni del comitato No Muos e degli amici No Ponte”.

La sicurezza ambientale è la prima preoccupazione. Ma poi c’è l’altro lato della medaglia che riguarda le possibilità occupazionali, e coi tempi che corrono, si sa, certe occasioni è meglio non farsele scappare. Lo stesso Giaimo, nell’unirsi alla protesta dei No Ponte e dei No Muos, definisce il “progetto Nato” come “una importante opportunità da non sottovalutare”. Certo, a condizione, di coniugare riqualificazione e sviluppo: “La cantieristica ha rappresentato, per anni, un fiore all’occhiello per la comunità messinese. La città ha certamente bisogno di puntare con decisione sul rilancio delle attività turistiche e portuali e conseguentemente sulla bonifica della zona falcata ma è necessario che ciò avvenga senza stravolgere un’area a vocazione industriale dove la presenza attiva di cantieri navali va salvaguardata in quanto unico patrimonio industriale della città: un’importante fonte di lavoro da difendere e da rilanciare”.

Della stessa idea, e non potrebbe essere altrimenti, sono i lavoratori. Così si legge nel comunicato inviato dalle Rsu e Rsa, rappresentanze sindacali unitarie e aziendali: “Pur condividendo le preoccupazioni espresse relativamente alla sicurezza sul lavoro, sull’impatto ambientale e del territorio (…) non possiamo non tenere conto di eventuali sviluppi occupazionali che ne potranno derivare a beneficio di una città e di un territorio che vanta un alto tasso di disoccupazione”.

Qui, la battaglia si combatte sul fronte della sopravvivenza, ma i comitati No Ponte e No Muos avevano affermato che il progetto non avrebbe avuto alcun effetto sull’occupazione, “in quanto non verrà assunto alcun dipendente in più all’arsenale”.

I lavoratori si dicono disponibili a qualsiasi tavolo di confronto. Lo stesso fa Carmelo Giaimo, che lancia un appello a tutti i candidati all’Assemblea regionale siciliana “affinché si impegnino a mettere al primo punto dell’agenda politica e dei lavori parlamentari la questione della zona falcata di questa città”.

6 commenti

  1. Facciamo attivare questa grande possibilità occupazionale indispensabile per la città, ma….. prendiamo subito – ora – immediatamente tutti gli accorgimenti per evitare un nuovo caso ILVA.
    Provediamo subito a stabilire luoghi certi e sicuri sotto il punto di vista sicurezza ambientale per lo smaltimento di eventuali materiali inquinanti siano essi liquidi o solidi, magari attivando immediatamenti contratti con ditte specializzate in materia per evitare accattastamenti pericolosi di detti materiali.
    Ma prima cosa esenziale ed irrinunciabile prepariamo adeguatemente il personale dell’Arsenale sotto il punto di vista professionale che materiale a svolgere in tutta sicurezza questo nuovo compito. Corsi – Attrezzi – Adeguamento dell’abbigliamento lavorativo (caschi-maschere-guanti-scarpe, ecc) – visite mediche periodiche obbligatorie.
    A queste cose devono pensare/porre massima attenzione Dirigenti seri e forze sindacali competenti.
    Il lavoro serve a e per tutti.

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  2. ecco come ci hanno ridotto: barattare il futuro dei nostri figli e il nostro mare per qualche posto di lavoro…
    fa molto molto riflettere.

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  3. no-ponte, no-muos: Comitati meritevoli. Al di là di tutte le problematiche ambientaliste giuste e sacrosante sulle quali si deve vigilare e trovare strade percorribili, sono convinto che Messina sia malata di un provincialismo strutturato che nel tempo ha prodotto una tipologia sociale mostruosa, vecchia cieca e sorda bloccata su ogni evoluzionismo.
    Magari il “progetto Nato” con il personale internazionale cui sarà dotato potrà introdurre nell’ambiente messinese così retrogrado, un virus di sviluppo ed apertura mentale che non può che significare modernità.

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  4. Non confondiamo le cose per favore. Non diamo ad intendere che i gli schierati pro Ponte rappresentano le stesse forze che si schierano a favore dell’installazione del cantiere per il disarmo delle navi da guerra Nato.
    Le istanze dei pro Ponte sono ispirate da uno scientifico e progressista senso di solidarietà nei confronti dei Messinesi soprattutto delle fasce più povere svantaggiate e senza speranze. Nessun altro progetto e’
    REALISTICAMENTE praticabile e soprattutto finanziabile. I sindacati dovrebbero essere in prima fila a rivendicarne la realizzazaione. Invece esultiamo ed incoraggiamo masochisticamente alla Tavazzi ogni taglio di somme destinate al nostro territorio .

    Tutta la zone falcata invece non può rinunciare alla vocazione turistica alla quale e’ destinata nell’ambito di un serio Programma di valorizzazione turistica . Non si può barattare un solo posto di lavoro con la vita di nessuno. Coniugare salute e benessere con lo sviluppo e la crescita socioeconomica e’ impresa ardua ma una strada obbligata da percorrere tutti assieme.

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  5. Concordo con il fatto che la natura e la saluta va tutelata ad ogni costo ma mi sorge spontanea una domanda, come mai a messina e provincia nessuno parla di una cosa banalissima come gli scarichi fognari a pochi passi dalle rive ? L’inquinamneto delle nostre strade ne vogliamo parlare ? Di differenziata ne vogliamo parlare ? Di costruzione di palazzoni ai limiti dell’incredibile ? Dello sfruttamento anormale dei laghi ganzirri faro ? Della monnezza che ci troviamo x strada ? Ecc. Ecc. Ecc.

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  6. io credo che queste persone , che sono presenti in tutti i luoghi ove si voglia creare un solo posto di lavoro e prontamente gridano NO NO NO PONTE NO TAV no a tutto ,devono per forza di cosa ricevere un ‘indennizzo uno stipendio da qualcuno altrimenti non è spiegabile come facciano ad essere li’ in qualsiasi manifestazione e in qualsiasi parte la si faccia probabilmente loro stessi e i loro figli o mogli gia’ sono sistemati ,d’altronde mi dovete dire come fa’ quel signore con barba e baffi che si arrampica sul pilone ad espletare la sua professione ,se ne ha una almeno che non e’ benestante ,ad essere sempre in prima fila . Messina è morta , non esiste piu’ la cantieristica navale nè quella edile ,l’arsenale è stato chiuso messina era piena di pastifici , la sanderson e altre centinaia di aziende non esistono piu’ i nostri figli sono costretti ad andare via e quando qualcuno pensa di realizzare un posto di lavoro ,loro manifestano e bloccano tutto , vergognatevi . ma cosa volete ancora , rimanere da soli in citta’ per fare ancor piu’ i padroni

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