Ecco i nomi e il verdetto per i rampolli del clan e il giro di spaccio tra Barcellona e Milazzo nel decennio scorso
MESSINA – Sono condanne per quasi tutti al processo d’appello sull’operazione Dinastia, l’indagine sulle nuove leve del clan di Barcellona e il giro di droga gestito tra la città del Longano e il milazzese. La Corte d’Appello di Messina (presidente Sagone) ha chiuso oggi il processo d’appello rivendendo la sentenza decisa dal Tribunale di Barcellona alla vigilia del Natale 2022.
Per il grosso degli imputati sono confermate le responsabilità, con qualche aggiustamento, assoluzioni parziali e prescrizioni, che valgono loro un sostanzioso “sconto” di pena. Alcuni ne escono del tutto scagionati, soprattutto quelli accusati di singoli episodi di spaccio. Mentre per quattro imputati, assolti in primo grado, in appello è invece condanna. Di seguito, il verdetto dei giudici nel dettaglio.
La sentenza dell’operazione Dinastia
Pene rideterminate per: Antonino Iacono (6 anni e mezzo contro gli 8 e mezzo del primo grado), 16 anni 8 8 mesi di condanna e non 22 per Francesco Duilio Doddo, assolto dall’accusa di aver fatto parte dell’associazione armata; 12 anni di reclusione per Luciano Fugazzotto; 19 anni e 4 mesi per Simone Mirabito, scagionato dall’accusa di essere uno dei capi del gruppo (30 anni la condanna di primo grado): 4 anni per Antonino Chiofalo. Condanne confermate per intero invece per Tindaro Giardina ( a 10 anni), 16 anni e 8 mesi per Filippo Torre e Francesco Turiano, 6 anni per Salvatore Torre. Assoluzione infine per Edmond Ndoj (12 anni in primo grado), Vincenzo Nucera (4 anni), Andrea Sgroi (un anno e mezzo), Alessio Catalfamo (17 anni e mezzo).
A maggio scorso l’Accusa aveva sollecitato la conferma del verdetto di primo grado. Hanno difeso gli avvocati Antonio Spiccia, Fabrizio Formica, Giuseppe Tortora, Tommaso Autru Ryolo, Giuseppe Coppolino, Salvatore Silvestro, Dorella Aliquó, Antonino Centorrino, Diego Lanza e Giuseppe Donato. La Procura ha fatto appello per 14 degli imputati.
I rampolli del clan
L’inchiesta dei Carabinieri ha svelato l’ascesa dei rampolli del clan del Longano e il mercato della droga tra il barcellonese e Milazzo.
La retata antidroga dei Carabinieri
La retata dei Carabinieri è scattata nel 2020 ed ha documentato l’intenso giro di droga, ma anche le estorsioni a tappetto, gestite dalle nuove leve della “dinastia” mafiosa di Barcellona, che aveva rapporti anche gli spacciatori di Giostra, a Messina e che utilizzava anche i canali dei social per piazzare le dosi e raggiungere giovanissimi clienti (leggi qui LO SPACCIO 2.0)