....i cittadini vogliono sapere se hanno ancora un futuro
Sono trascorsi diciotto giorni da disastro annunciato. Una miriade di uomini facenti parte dei vari corpi delle forze dell’ordine, della protezione civile, di volontari, di geologi e ingegneri dei vari enti sono stati “sguinzagliati” nel territorio colpito dall’alluvione dell’1-2 ottobre.
Tante sono state le ordinanze emanate, per evacuazioni di abitazioni (17 famiglie a Pezzolo) e chiusure di strade (Sp. 35, unica vi di accesso a Pezzolo), subito dopo l’evento calamitoso e quasi tutte sono state prorogate.
Si può continuare a vivere così? Si può chiamare vita quella che stiamo conducendo?
Siamo nel mese di ottobre e non ad aprile per cui andiamo incontro all’inverno, alle normali piogge a cui è soggetto il nostro territorio. Non possiamo stare con la valigia pronta, in funzione degli allerta meteo che si susseguono. Non possiamo condurre una vita normale, uscire di casa il mattino per andare al lavoro, a scuola con il dubbio di non poterci rientrare. Non possiamo lasciare i nostri “anziani” senza sapere se li rivedremo.
Vorremmo ritornare alla normalità, sappiamo che non si può cancellare tutto con un colpo di spugna, ma vorremmo cominciare a vedere enti e uomini che si muovono non solo per osservare ma per agire. Vorremmo vedere i primi uomini che operano per evitare ancora una volta il peggio, eliminare quello che è a rischio e che può provocare danni, regolare il deflusso delle acque, costruire qualche muro non possiamo aspettare le belle giornate per operare.
Vogliamo sapere se avremo un futuro, non possiamo continuare a vivere al minuto.
Vogliamo ricominciare a programmare e organizzare la nostra vita, così come si fa in tutti i paesi civili.
Caro sindaco Buzzanca, cara assessore Aliberti, caro ing. Celi (dirigente della Provincia Regionale) mettetevi d’accordo, non potete dirci di ritornare al lavoro, alla normalità e allo stesso tempo allertarci e chiuderci le strade.
Ribadisco noi vogliamo riprendere la nostra vita di sempre, ma abbiamo bisogno di essere messi in condizioni di farlo.
Non potette dirci che la strada Sp. 35 è chiusa al transito senza avere un’alternativa, pure la strada agricola che da Santo Stefano porta a Pezzolo è stata chiusa dall’ing. Celi.
Badate bene sia la Sp. 35 sia la Santo Stefano – Pezzolo sono state interdette al transito il 13/10/2009 con un’ordinanza dell’ing. Celi senza limitazioni orarie. Non c’è alcun cartello, nessuna segnaletica ma attraverso quell’ordinanza la Provincia Regionale si è messa al sicuro.
Perché, oggi, la prima cosa a cui si pensa è essere a “posto” con la magistratura.
Se ai Pezzoloti mentre percorrono la Sp. 35 succede “qualcosa” la responsabilità è loro, perché la strada era interdetta al transito.
È possibile andare avanti così?
Pezzolo vuole continuare a vivere, noi non vogliamo lasciare il nostro borgo, le nostre abitudini, la nostra vita tranquilla e agreste.
Il nostro vivere assieme, lo scorazzare dei bimbi per le vie del paese, la gioia e i giochi dei ragazzi nei loro punti d’incontro vale più di mille bar e pub o isole pedonali di Messina.
Penso di essere stata chiara, noi pezzoloti vogliamo restare nel nostro villaggio Pezzolo, vogliamo che al più presto Pezzolo sia messo al sicuro, vogliamo che la Sp. 35 sia sicura al transito, non ci interessa di chi sono le competenze, ci interessa vedere uomini che lavorano per costruire, rinsaldare, ridare vita a ciò che lentamente si sta spegnendo.