La voce fuori dal coro arriva dal quartiere. Il giovane esponente potrebbe anche lasciare il Partito Democratico
Mentre per molti rappresentati del Pd in tutta Italia è frenetico lo sforzo organizzativo per portare alla manifestazione di Roma, che si svolgerà sabato prossimo, quanta più gente possibile, c’è chi, nella nostra città, non ci sta e annuncia che non parteciperà alla protesta.
Si tratta del consigliere della quinta circoscrizione Raffaele Verso, che è secco e deciso nella sua valutazione: «Salviamo l’Italia è lo slogan scelto dal Pd. Una manifestazione il cui scopo non a tutti è chiaro, soprattutto se si considera che la sinistra, sino a poco tempo fa, non mancava di ripetere che l’opposizione si fa in Parlamento. Questioni di coerenza a parte, da cosa e da chi bisogna salvare l’Italia? Da Berlusconi? Dalla destra? Domande retoriche alle quali nessuno dà più risposte scontate, poiché ciò che alla gente veramente importa è cambiare, migliorandole possibilmente, le tante cose che nel nostro paese non funzionano».
Ma il rappresentante del Partito Democratico si sofferma anche e soprattutto sul suo partito, ispirandosi ad un articolo scritto dal direttore del “Riformista- Antonio Polito: “Oggi l’Italia, che resta da salvare, combatte contro nemici ben più pericolosi del governo: la crisi finanziaria globale, l’imminente recessione, e il suo inarrestabile declino. La verità è che sabato più che salvare l’Italia, il Pd chiama i suoi militanti in piazza per salvare se stesso-. «Forse sarebbe meglio dire salvarlo da se stesso – afferma Verso – e da chi preferisce girare lo sguardo altrove anziché affrontare i problemi. Già perché al realismo di Polito si contrappone, purtroppo, la fumosità di personaggi come Goffredo Bettini, coordinatore politico del partito guidato da Walter Veltroni, il quale, disquisendo sulla manifestazione di sabato, sull’Unità ha dichiarato che per il PD sta “arrivando il momento nel quale una nuova generazione di quadri – tanti segretari regionali in gamba e tanti giovani parlamentari da Colaninno a Madia a Calearo a Bocuzzi -, che vuole costruire un partito pluralista ma unitario, dirà basta con le vecchie cordate e prenderà intorno a Veltroni in mano le redini del partito. Il PD ha un futuro se prevarrà questo stile-. Belle parole che dovrebbero far vibrare di gioia il cuore di tanti, me compreso, che hanno impegnato non poche energie per la buona riuscita del Pd. Peccato, però, che la realtà spesso è diversa dai propri desideri e per rendersene conto basta trasporre il pensiero di Bettini alle tante realtà locali del Pd».
La risposta di Verso è un segnale chiaro di insofferenza dunque, proveniente proprio da un esponente giovane. «In Sicilia la batosta elettorale di aprile è stata tra le peggiori per la sinistra, forse più netta e pesante del 1961 o del 2001 – conclude . Dinnanzi a un simile disastro cosa si è fatto? Anziché favorire un confronto e un processo decisionale democratico si è preferito puntare su un vero e proprio arroccamento su posizioni evidentemente perdenti. A Messina la spaccatura all’interno del Pd è oramai diventata una voragine e già si preannunciano nuove iniziative che non lasciano presagire nulla di buono. Una situazione, quella messinese, tale da spingere molti, me compreso, ad abbandonare il Pd perché convinti che senza democrazia non vi può essere libertà e senza libertà non c’è spazio per chi vuole lavorare per il bene comune».