La scelta del numero tredici rimanda alla fase apostolica di Gesù e quindi alla presenza dei dodici apostoli che sedevano durante il Cenacolo intorno a Cristo. Tredici anche le portate sulla tavola
Distratti dalla frenesia degli acquisti e dalla parvenza della festività, siamo portati a sottovalutare, fino ad ignorare, il senso di molti usi che caratterizzano il Natale. Lo spirito di preparazione sembrerebbe contaminato da una tendenza al materialismo. Solitamente, invece, i nostri nonni e bisnonni conoscevano e conoscono la vera solennità e il significato di questa festa.
Un patrimonio di conoscenze che derivano dalla cultura orale e da quella semplicità di spirito che caratterizza le generazioni del passato. Gli anziani possono spiegare, infatti, dall’alto della loro saggezza, il significato dei tredici pasti che arricchiscono le nostre tavole alla Vigilia della nascita di Gesù bambino. Probabilmente, come ogni simbolo ed oggetto presenti in questa ricorrenza, non è casuale. D’altronde il campo semantico, relativo all’evento, ruota attorno alla prosperità e all’atmosfera di rinnovamento. E’ così che la scelta del numero tredici rimanda alla fase apostolica di Gesù e quindi alla presenza dei dodici apostoli che sedevano durante il Cenacolo intorno a Cristo.
Tra le tredici pietanze sono inclusi: un primo e un secondo a scelta, a cui si aggiungono i contorni, il pane, le bevande, tra cui non può mancare il vino, simbolo di vita, ed infine la frutta di stagione, la frutta secca ed i dolci preparati a mano. Inoltre, secondo la tradizione popolare, è assolutamente proibito sparecchiare la tavola riccamente imbandita fino alla mezzanotte, il momento della nascita del Salvatore che benedice ogni tavola e quindi ogni famiglia. Ecco spiegato il perché vengono accese le candele che sono il simbolo della rinnovata luce della cristianità dopo le tenebre.