Si' dei giudici all'abbreviato condizionato per i tre messinesi che a febbraio 2012 organizzarono la spedizione punitiva ai danni di due fratelli di Spadafora, nel corso del quale morì però un componente del kommando. Un dossier difensivo delinea altri scenari. Secondo l'accusa, la vendetta per un incidente mortale il movente dell'agguato.
Colpo di scena al processo per la morte di Domenico Santapaola, il ragazzo morto durante la spedizione punitiva a Spadafora, contro la guardia giurata Francesco Giorgianni. Alla prima udienza i giudici della II sezione Penale hanno accolto la richiesta di abbreviato condizionato per gli imputati: di Rosario Verdura, 32 anni, di Venetico; il trentenne Antonino Cardia, 30 anni, di Torregrotta, e il messinese di 21 anni.
I tre sono sostanzialmente accusati di aver fatto parte del gruppo che la sera del 10 febbraio 2012 organizzò la spedizione punitiva ai danni di Giorgianni. Con loro anche Santapaola. Dall’auto, i quattro aprirono il fuoco ma lo mancarono. Giorgianni invece, armato, rispose ai colpi per difesa e colpì Santapaola. Dietro la spedizione punitiva, secondo gli investigatori, un incidente nel quale avevano perso la vita moglie e figlio di un componente del gruppo di fuoco, e per il quale ritenevano responsabile il fratello della guardia giurata di Spadafora.
I difensori dei tre, però, hanno sempre rigettato la tesi, portando a supporto un corposo e ben documentato lavoro di indagine difensiva. Adesso la parola passa ai periti tecnici, alla prossima udienza, che dovranno comparare le prove di accusa e difesa, compresi i rilievi dei carabinieri del Ris.
Gli imputati sono stati assistiti dagli avvocati Giuseppe Carrabba, Salvatore Silvestro, Pietro Fusca e Giuseppe Donato. I due fratelli, parte civile, dagli avvocati Fabio Repici e Antonella Puglisi
Brutto lavoro fare l’avvocato!
Nn è assolutamente facile sapere la verità in certe questioni, ma una cosa è sicura.
Era 1 azione punitiva, in quanto armati e uno è rimasto secco.