Oggi, negli ospedali di Messina, Taormina, Milazzo, Barcellona, Patti e Sant’Agata Militello e nei mercati rionali di Messina e in piazza Matteotti a Capo d’Orlando, la Cgil organizza volantinaggi e raccolte firme per dire no ai tagli lineari e indiscriminati alla spesa in sanità pubblica e di intervenire dove invece ci sono sprechi e privilegi
Basta tagli alla salute. Questo lo slogan della mobilitazione organizzata oggi dalla Cgil a Messina e provincia così come nel resto d’Italia, contro i pesanti tagli al Servizio Sanitario nazionale varati attraverso la cosiddetta spending review. Oggi, negli ospedali di Messina, Taormina, Milazzo, Barcellona, Patti e Sant’Agata Militello e nei mercati rionali di Messina e in piazza Matteotti a Capo d’Orlando, la Funzione pubblica, il dipartimento salute e il sindacato pensionati della Cgil hanno organizzato volantinaggi e raccolte firme per dire no ai tagli lineari e indiscriminati alla spesa in sanità pubblica e di intervenire dove invece ci sono sprechi e privilegi.
L’articolo 15 (Disposizioni urgenti per l’equilibrio del settore sanitario e misure di governo della spesa farmaceutica) del Decreto 95/2012 (spending review), al comma 22 impone una riduzione del livello di finanziamento per il Servizio Sanitario Nazionale: di 900 milioni nel 2012, di 1 miliardo e 800 milioni nel 2013 e di 2 miliardi a decorrere dal 2014 (4 miliardi e 700 milioni nel triennio).
Questa riduzione del finanziamento si aggiunge ai tagli per quasi 8 miliardi previsti dalla manovra Berlusconi (2 miliardi e mezzo nel 2013, 5 miliardi a decorrere dal 2014). Il totale del saldo da finanziare per il triennio 2012 – 2014 diventa così di oltre 12 miliardi e mezzo. Ma i tagli cumulati nel triennio nel settore sanità sono ormai quasi 22 miliardi.
La Cgil sottolinea come la Sanità siciliana abbia pagato a caro prezzo i costi connessi al risanamento dei conti, ed ormai da sei anni vive una sorta di commissariamento, attraverso l’imposizione di piani di rientro blindati che hanno fortemente penalizzato cittadini e lavoratori del servizio sanitario regionale. Le aziende sanitarie ed ospedaliere sono passate da 29 a 17 e sono stati tagliati il 30% dei reparti.
“Il progressivo ridimensionamento dell’assistenza ospedaliera attraverso la chiusura di reparti e di piccoli ospedali non è stato accompagnato dal rafforzamento dell’assistenza territoriale né, tantomeno, da un miglioramento complessivo dell’offerta sanitaria”, osserva Franco Di Renzo del Dipartimento salute della Cgil di Messina che prosegue, “L’attuazione dei vari Piani di rientro ha determinato bilanci positivi solo sul profilo contabile mentre sul fronte squisitamente sanitario si registrano grosse criticità a partire dall’allungamento delle liste d’attesa, all’applicazione del superticket, alla riduzione delle fasce di esonero per i soggetti fragili, all’intasamento delle aree di urgenza/emergenza fino al permanere dei cosiddetti viaggi della speranza”.
Oggi in Sicilia il tasso di ospedalizzazione è di 174 su mille abitanti, cioè più alto di quello previsto dal governo. “Ciò comporterà – spiega Clara Crocè, segretario generale della Fp Messina – un ulteriore taglio di 744 posti letto in tutta la Sicilia. Inaccettabile come inaccettabile è la proroga della riduzione della spesa per il personale (-1,4% rispetto alla spesa dell’anno 2004) fino al 2015. La rete ospedaliera – osserva la dirigente sindacale – può essere ridimensionata, ma non attraverso tagli bensì attraverso una riconversione dell’offerta, con garanzia dei servizi di emergenza-urgenza e l’apertura di servizi alternativi nel territorio.”
Sul tema interviene anche il segretario generale della Cgil di Messina, Lillo Oceano, che spiega: “La Cgil si oppone a una spending review concepita come tagli indiscriminati. Se davvero si vuol intervenire senza smantellare la sanità pubblica a vantaggio della sanità privata, si rivisiti la spesa eliminando sprechi e privilegi ma mantenendo e migliorando l’efficienza della sanità pubblica, garanzia del diritto alla salute di tutti i cittadini, a prescindere dal reddito”.
Ma per favore… ancora le federazioni sindacali hanno il coraggio di parlare… per anni a mangiare nello stesso piatto delle amministrazioni e come compenso farsi sistemare i parenti ecc. ecc. e ora raccolgono le firme, tra l’altro una delle manifestazioni di protesta più inutile che esista. Gli archivi sono piene di brogliacci con firme…risultati “zero”….