Dovevano scattare oggi le procedure di licenziamento per i dipendenti della coop. Nuova Presenza ma all'Ufficio provinciale del lavoro si è deciso di sospendere l'iter in attesa che Comune e Prefettura si riuniscano per affrontare la questione. Anche le cooperative lanciano un appello.
Servizi sociali, ennesima puntata di un dramma che si sta consumando sulle spalle di lavoratori che sono ad un passo dal licenziamento e delle migliaia di anziani, bambini, disabili che rischiano di rimanere senza assistenza. Oggi il caos servizi sociali è sbarcato all’Ufficio provinciale del lavoro. Si sono dovuti presentare i lavoratori della cooperativa Nuova Presenza, i primi del lungo elenco di dipendenti delle cooperative che hanno già ricevuto le lettere di preavviso di licenziamento. Oggi doveva scattare la procedura di licenziamento, tra venti giorni questi lavoratori sarebbero rimasti fuori, secondo la riforma Fornero. Durante l’incontro di questa mattina invece pare si sia aperto uno spiraglio positivo. I sindacati avevano annunciato barricate. Oggi anche i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Ugl si sono presentati all’Ufficio provinciale del lavoro per provare a evitare i licenziamenti. La buona notizia, se così si può dire, è per fortuna arrivata. Le procedure sono state momentaneamente sospese. Sospese, non revocate, ma già questo lascia aperta una porta che sembrava destinata a essere chiusa definitivamente per i dipendenti di Nuova Presenza e, a cascata, per tutti gli altri lavoratori delle cooperative sociali. In tutto sono 457 e oltre alla Nuova Presenza ci sono le cooperative Azione Sociale, Faro 85 e Nuova Solidarietà. Una sospensione che arriva in attesa del tavolo tecnico che il Prefetto Trotta ha chiesto al commissario Croce, dopo il vertice prefettizio dello scorso 26 novembre. Si spera che da questo nuovo incontro escano fuori delle novità che evitino di lasciare a casa, entro gennaio, centinaia di lavoratori dei servizi sociali. Per molti dei dipendenti che oggi erano all’Ufficio provinciale del lavoro significa solo rinviare il problema di qualche settimana, le speranze si affievoliscono giorno dopo giorno, sono senza stipendi da luglio, qualcuno addirittura da maggio, pensano ai ragazzi disabili che senza di loro non possono seguire le terapie o studiare. “Forse vogliono farci tornare al Medioevo” dicono oggi arrabbiati ed esausti di una situazione che si trascina da anni. Si preparano anche loro ad un natale amaro, anzi ad “un natale tutto lacrime e sangue”, riprendendo le parole del commissario Croce. Sperano che però sotto l’albero non ci sia il licenziamento perché significherebbe l’ennesima sconfitta per l’intera città che perde doppiamente, sia sul fronte occupazionale che su quello dell’assistenza alle fase deboli.
I Segretari delle Funzioni Pubbliche di Cgil, Cisl e Uil hanno inviato una nota al Prefetto Trotta per sollecitare l’immediata convocazione del Commissario Croce, del Dirigente ai servizi sociali e del Ragioniere Generale del Comune e fare chiarezza in merito al futuro occupazionale dei 700 lavoratori impegnati nei servizi sociali. Chiesta anche la convocazione del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. “Temiamo che la totale mancanza di interlocuzione con il Comune di Messina possa causare un grave clima di tensione sociale difficilmente controllabile. Nonostante le reiterate richieste il Comune non ha fornito alcuna prospettiva in merito al futuro occupazionale dei lavoratori che ,un da un giorno all’altro, si troveranno disoccupati” dichiarano Clara Crocè, Calogero Emanuele e Giuseppe Calapai. “A ciò si aggiungono gli oltre 2000 utenti dei servizi sociali: anziani ,disabili , bambini ragazzi ai quali non verrà garantita alcuna assistenza” ribadiscono i sindacalisti.
Anche le cooperative hanno deciso di fare fronte comune e dopo l’incontro di oggi hanno deciso di chiedere la convocazione di un incontro che possa fare chiarezza sui servizi sociali in città, sulle risorse necessarie ad essi destinate, sull’attivazione di percorsi che non aggravino le persone in stato di disagio. Diversi gli appelli che lanciano le cooperative. Alla Regione si chiede di garantire le risorse economiche per la gestione dei servizi e per adeguare e ristrutturare gli immobili per i servizi indispensabili alla città. Al Commissario Croce un incontro per un chiaro e leale confronto su un settore che tanto ha dato alla città e tanto pensa di dover ancora dare. Al Prefetto di aprire un tavolo per l’assunzione di impegni vincolanti per tutti gli attori coinvolti ( Comune, ASP, Associazioni delle Cooperative, Organizzazioni Sindacali e Forze dell’Ordine).
“Le cooperative e i lavoratori in questi anni, a prescindere dalle strumentali ed a volte inevitabili polemiche, hanno garantito, con il loro impegno, servizi di qualità per anziani, portatori di handicap, famiglie multiproblematiche e minori sia in ambito domiciliare che strutturale. Tutto ciò tra mille difficoltà (ritardati pagamenti, scontri legali) assumendosi responsabilità oltre ogni ragionevole scelta imprenditoriale” aggiungono le organizzazioni di rappresentanza delle cooperative.
A questo punto non resta che aspettare il tavolo tecnico tra Comune, Prefettura, sindacati, lavoratori e cooperative, anche se senza i nuovi bandi ogni discussione sarà pressoché inutile. Bandi che, non dimentichiamo, dipendono solo dall’approvazione del bilancio di previsione 2012 di Palazzo Zanca. Certezze ne hanno davvero poche i lavoratori delle cooperative. L’unica è che la battaglia andrà avanti per evitare che a pagare siano i più deboli. E a chi punta il dito contro di loro perché messi lì solo dalla politica, uno dei dipendenti risponde “è vero, negli anni siamo stati solo un serbatoio di voti e oggi come ci hanno preso ci ributtano in mezzo alla strada, come se ognuno di noi non avesse una dignità di persona prima ancora che di lavoratore”. (Francesca Stornante)