Calorosa accoglienza nella sala conferenze della sezione “Quasimodo” dell’Istituto Superiore “Minutoli” di Messina, per Spiro Scimone, ospite nell’ambito delle iniziative promosse dalle responsabili della Biblioteca della sezione “Quasimodo”, prof.sse Agata Iannello e Rosaria Russo.
I ragazzi delle classi quinte dell’Istituto, che nei giorni scorsi hanno assistito allo spettacolo Sei, originale rivisitazione dei Sei personaggi in cerca di autore di Luigi Pirandello, messo in scena al Teatro Vittorio Emanuele dalla Compagnia Scimone-Sframeli, si sono potuti confrontare con il drammaturgo messinese.
Dopo i saluti della Vicepreside, prof.ssa Angela Magazù, la prof. Agata Iannello ha tracciato il percorso umano e culturale dei due artisti messinesi, Francesco Sframeli e Spiro Scimone, che negli anni hanno dato vita ad una personalissima visione drammaturgica, frutto di una felice sintesi tra le loro origini e le più innovative tendenze del teatro contemporaneo. Prendendo la parola, Spiro Scimone ha sottolineato come siano tre i “corpi” fondamentali di cui il teatro ha bisogno: testo, attore e spettatore, evidenziando la dimensione fisica e reale che deve presiedere a ciascuna fase della creazione artistica. La quale, in teatro in particolare, costituisce un valore aggiunto, soprattutto per le nuove generazioni, sempre più legate alla dimensione virtuale del contatto con l’altro che a quella reale.
Spiro Scimone si è soffermato, in particolare, sull’importanza dell’ascolto dell’altro, a teatro così come nella vita, ascolto dell’altro che può dare soltanto arricchimento e non paura.
Si è passati quindi alle domande poste dai ragazzi delle tre sezioni dell’Istituto, che avevano preso parte allo spettacolo. Il confronto, che ne è derivato, ha permesso di mettere in luce tanto gli aspetti della riscrittura teatrale del testo pirandelliano, operata da Spiro Scimone, quanto quelli della costruzione scenica e della regia, opera di Francesco Sframeli. In particolare, è emersa la volontà del drammaturgo messinese di rendere attuale il testo pirandelliano sia dal punto di vista tematico che stilistico, “mettendo insieme i due linguaggi, quello di Pirandello e quello di Scimone, ormai riconosciuto anche a livello internazionale”.
Un incontro intenso, che ha suscitato grande interesse e liberato emozioni, in un clima di autenticità e immediatezza.