L'indagine ruota intorno al ruolo di un funzionario dell'Agenzia delle Entrate di Messina e ora va al primo vaglio del giudice
MESSINA – Approda al vaglio preliminare l’inchiesta della Guardia di Finanza di Messina con al centro il funzionario della direzione provinciale dell’Agenzia delle Entrate Roberto Gullo e due commercialisti, Antonino D’Andrea e Dario Grussu. I titolari dell’indagine, la procuratrice vicaria Rosa Raffa e la sostituta Francesca Bonanzinza hanno chiesto il rinvio a giudizio per tutti gli indagati alla Giudice per le indagini preliminari Claudia Misale. L’udienza è stata fissata al prossimo 30 maggio e quel giorno dovranno presentarsi a Palazzo Piacentini, personalmente o tramite difensore, anche gli altri 6 indagati.
Indagata la dirigenza della Top Spin
Ad accertamenti conclusi infatti per la Procura di Messina restano tutti coinvolti nei fatti contestati e il provvedimento che chiede per loro il processo cristallizza le accuse così come formulate inizialmente. In sostanza secondo l’Accusa vi era una sorta di “sistema” che il funzionario dell’Agenza delle Entrate adoperava per ottenere finanziamenti per la Top Spin, la società sportiva di tennis tavolo che lo vedeva nella dirigenza insieme a Giorgio e Giuseppe Quartuccio, padre e figlio. Sistema che passava attraverso i alcuni commercialisti delle società che per problematiche di vario genere si rivolgevano a Gullo per superare criticità nelle pratiche con l’Agenzia delle Entrate. Proprio un rappresentante di una di queste società, cliente di D’Andrea, ha denunciato tutto ai finanzieri, che intercettando le conversazioni di Gullo e dei consulenti avrebbero trovato conferma della denuncia.
Tutti i nomi
Questa la tesi degli inquirenti, che ora passa al primo vaglio preliminare. Insieme ai tre e ai Quartuccio sono indagati anche gli imprenditori Leone e Pietro Mondello, i titolari di due attività economiche Simona Pagano e Francesco Vinci. A difenderli ci saranno gli avvocati Giovanni Caroè, Nunzio Rosso, Giuseppe Lo Presti, Antonella Russo e Filippo Marchello Siracusano, Nino Favazzo, Salvatore Silvestro, Annalaura Muscolino e Diego Foti.
Se la domanda finisce nello spam
Tra le parti offese, che potrebbero costituirsi civilmente in udienza, insieme all’Agenzia delle Entrate, c’è appunto anche l’imprenditore del settore giochi e scommesse che nel 2021 denunciò. Aveva richiesto un contributo ristoro covid 19, ha raccontato, contributo che non era arrivato perché l’Agenzia delle Entrate aveva bloccato la pratica. Con il contributo in ritardo, l’imprenditore è stato costretto a sobbarcarsi un prestito. Intanto ha chiesto chiarimenti sia al suo commercialista che all’Agenzia delle Entrate, sentendosi rispondere che la lavorazione della pratica era rimasta bloccata perché la domanda, inoltrata telematicamente come ormai previsto come regola, era “finita nello spam”.
“Questa è la zita, pagate voi o io”
Dopo un “incontro al vertice” dell’Agenzia delle Entrate insieme a funzionari e rappresentanti di categoria per capire cosa non stesse funzionando, oltre che ai consulenti, la pratica passa alla lavorazione manuale. Ed è appunto nelle mani di Gullo. E’ il commercialista D’Andrea a quel punto che si interfaccia con il cliente ed è lui, racconta l’imprenditore, a spiegargli esplicitamente che l’erogazione del contributo avverrà soltanto se l’imprenditore dal canto suo sponsorizza la Top Spin di cui Gullo è team manager. Cinque mila euro la cifra . “Questa è la zita, o pagate voi o devo farlo io”, avrebbe detto il consulente. I provvedimenti cautelari sono scattati a ottobre 2023 e nel frattempo sono stati revocati.