Indisponibile il San Filippo, l’esordio stagionale dell’Acr dei messinesi dovrebbe disputarsi nella “storica casa” dei successi sportivi peloritani. Ma qualcosa non dove essere andata nel modo giusto dal punto di vista organizzativo con Comune e Città di Messina
Il primo impegno ufficiale dell’Acr Messina targato Lello Manfredi dovrebbe disputarsi nella storica casa giallorossa, quella in cui sono maturati praticamente tutti i più importanti successi della tradizione sportiva peloritana. La gara di Coppa Italia in programma domenica 21 agosto contro l’Adrano, alle ore 16, dovrebbe giocarsi infatti al “Celeste”, in virtù della temporanea indisponibilità dello stadio San Filippo.
La nuova compagine messinese che guida il club, annunciando tale spostamento, ha voluto ringraziare l’amministrazione comunale per «la tempestività con la quale è stata data risoluzione al problema» e il Città di Messina per «la disponibilità all’utilizzo dell’impianto», che il club che milita in Eccellenza ha in concessione. Proprio con il CdM sarebbero però sorti dei problemi. La società presieduta da Elio Conti Nibali ha infatti successivamente diffuso questo comunicato: « Apprendiamo dagli organi di stampa online che la società Acr Messina ha comunicato che la gara di Coppa Italia del 21 agosto dovrebbe essere disputata presso lo stadio comunale “Giovanni Celeste”. In riferimento a ciò, confermando la massima disponibilità della SSD Città di Messina a collaborare per tutte le iniziative utili per lo sport cittadino, si fa presente che dal 28 luglio scorso presso lo stadio “Giovanni Celeste” sono in corso lavori di rifacimento del manto erboso, con rizollatura totale delle aree di rigore. I lavori vengono eseguiti dalla ditta “Idea Prato S.A.S.” che, anche a causa di trattamenti diserbanti ed insetticidi, con uso di materiali tossici e dannosi per l’organismo umano, ha espressamente vietato l’uso dell’impianto ed anche il semplice calpestio del prato fino al 28 agosto. Tanto per le opportune valutazioni da parte di tutti gli interessati, con ogni più ampia riserva».
Una situazione che di fatto bloccherebbe l’utilizzo del Celeste da parte dell’Acr.