Crocetta bis: nuova giunta o governo di sopravvivenza?

Crocetta bis: nuova giunta o governo di sopravvivenza?

Rosaria Brancato

Crocetta bis: nuova giunta o governo di sopravvivenza?

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martedì 08 Aprile 2014 - 23:03

Il Crocetta bis, varato “ad insaputa della Direzione Pd” è già al centro della bufera. “E’ un governo di sopravvivenza” tuona Raciti mentre l’area Cuperlo si prepara alla guerra in Ars. Malumori anche nell’Udc e per gli Art.4. Rientrano in casa Dr le dimissioni di Picciolo che ha protestato per l’assenza di un assessore messinese

Il Crocetta bis non ha ancora emesso il primo vagito ed è già al centro della bufera. Partorito nella notte “ad insaputa del segretario regionale Pd Raciti” e della Direzione regionale del partito, inizia già a vedere nuvole pesantissime all’orizzonte. I venti di guerra soffiano da più parti: nel Pd i cuperliani (e non solo) hanno dissotterrato l’ascia di guerra, tra i centristi il mal di pancia è tutto interno nei confronti di D’Alia, che avrebbe deciso in splendida solitudine, mentre Art.4, che ha raddoppiato grazie alle trasmigrazioni di deputati la forza numerica all’Ars non ha gradito l’aver ottenuto un solo assessore. Messina poi ne esce totalmente ed ingiustificatamente mortificata, restando senza assessore dopo l’uscita di Bartolotta. Per l’ex assessore regionale ai trasporti nessuno ha speso una parola se non il capogruppo dei Drs Beppe Picciolo (che tutto può definirsi tranne che un genovesiano….) che dopo aver fatto un appello rimasto inascoltato adesso è ai ferri corti col suo stesso partito. Tranne Picciolo, da parte dei deputati Pd messinesi, e delle altre forze politiche alleate neanche una riga nei confronti di un assessore, Nino Bartolotta, che in questi mesi ha lavorato nell’interesse del territorio riuscendo a portare fatti, risorse e non promesse. E’ come se il fatto che merito e lavoro non contino nulla stia ormai semplicemente nell’ordine delle cose da accettare. Infine, ciliegina sulla torta, l’assessore regionale indicato dai Dr (inizialmente il nome era quello del messinese Maurizio Croce) è l’ex sovrintendente del teatro Bellini di Catania, Antonio Fiumefreddo, ex assessore comunale della giunta Scapagnini (contro il quale si candidò alle successive amministrative), nominato al Bellini dal governatore Lombardo. Nell’agosto 2013 Crocetta nel nominare commissario del Bellini Alessandra Diliberto lanciò strali contro le precedenti gestioni, compresa quella di Fiumefreddo: “ Troppe spese folli al Bellini- tuonava il governatore- Zuppiere e vassoi in ceramica, orecchini di corallo e in perle, gemelli e collane, acquistati nel 2009 dal Bellini in una gioielleria in via Etnea. Sono stati fatti dei regali? A chi? Vogliamo saperlo, ma davvero in Sicilia dobbiamo avere gestioni di questo tipo?”

Immediata la replica di Fiumefreddo, che chiarì le motivazioni degli acquisti: “ Si tratta di due paia di gemelli da camicia del valore di 150 euro donati quale risarcimento, ad un direttore d’orchestra straniero di fama internazionale al quale, nei camerini del Bellini, durante le prove, erano stati rubati i propri, ed al Presidente della Repubblica che aveva voluto il bellini al Quirinale. Si tratta di alcune tazze con l’effigie di Vincenzo Bellini donate quale dono di rappresentanza ad alcune rappresentanze diplomatiche. Pagati di tasca mia così come il tappeto rosso del teatro”.

Sette mesi dopo tra i due è tornato il sereno e Fiumefreddo è neo assessore della giunta Crocetta. Ma il sereno riguarda solo i rapporti tra i due, perché per il resto è bufera. Durissima la reazione del segretario regionale del Pd Fausto Raciti, sconfessato e dribblato dal leader renziano Davide Faraone che a tavolino ha deciso il rimpasto con Crocetta durante la notte.

“ Il governatore– ha dichiarato Raciti – ha partorito un governo di sopravvivenza con numeri più risicati del precedente, che rischia di tradursi in costante mercimonio all’Ars. Di questa scelta risponderanno Crocetta e i singoli esponenti delle forze politiche di maggioranza, compreso il mio partito, che hanno scelto di parteciparvi. Il risultato è un governo senza numeri, con minori competenze del governo uscente, nessun programma e mille punti interrogativi. Con il meschino tentativo di spaccare il Pd, Crocetta e chi lo segue si assumono una gravissima responsabilità politica. La logica notabiliare e correntizia con cui è stato composto è figlia delle piccolezze di chi avrebbe dovuto rappresentare la Sicilia all’interno del Partito nazionale ed ha preferito cedere agli interessi di bottega consegnandosi ad un cerchio magico che è il vero problema di questa regione e del suo presidente”.

Raciti contro Faraone quindi e la partita si gioca a Roma su due tavoli, Europee e rimpasto. Anche la segreteria Raciti, frutto di un accordo cuperliani-renziani-Crocetta, inizia a traballare. L’area Cuperlo interviene con una nota definendo il nuovo governo “ Un atto di rottura unilaterale nei confronti del segretario regionale e del partito siciliano. Un gesto improvvisato e irresponsabile che, spaccando i partiti della maggioranza, rischia di far sprofondare la Sicilia in un pantano politico il cui responsabile ha un nome e un cognome: Rosario Crocetta".

I deputati dell'area Cuperlo, che all'Ars sono 9 su 18, si preparano alla guerra in Aula contro quello che definiscono "lo strappo del governatore, dovuto al tentativo di nascondere i suoi limiti". Il neo Crocetta bis non avrà vita facile in Aula perché dovrà fare i conti anche con altri malpancisti delle aree Renzi e Dem, nonché quelli targati Udc (che hanno nel mirino le decisioni prese da D’Alia senza consultare il gruppo all’Ars) ed Art. 4 che di assessori ne voleva due, nonché quelli dei messinesi come il Dr Picciolo che oggi ha rassegnato le dimissioni da capogruppo regionale.

Sul fronte opposto la butta sull’ironico Nino Germanà, Ncd: "Crocetta ha già messo in pratica l'abolizione delle province. Ne ha abolito subito una: Messina! Non dovrebbe esser possibile non concepire una giusta ed equilibrata rappresentanza a quella che è la terza città dell'Isola nonché il territorio col maggior numero di Municipi".

Solidarietà a Bartolotta ed a Picciolo esprime anche il Movimento Liberi Insieme con Roberto Cerreti: “Riteniamo discriminatorie e contraddittorie le scelte del Governatore che in questi due anni ha penalizzato la città. In ultimo la scelta di sopprimere la sede di Sviluppo Italia Sicilia, sede inserita all’interno dell’incubatore d’impresa in zona Papardo, che attendeva l’inaugurazione da parte del Governo Regionale, anche se regolarmente in attività da oltre 2 anni, per poi essere soppressa, con logiche permanentemente a danno degli interessi messinesi”.

Nel tardo pomeriggio nel corso di un incontro il gruppo Drs ha respinto le dimissioni di Picciolo, che ha preso atto delle dichiarazioni del neo assessore Fiumefreddo che si è detto pronto a seguire con attenzione le problematiche di Messina ma, ha dichiarato: “Permangono le mie perplessità per una scelta di governo che vede esclusa Messina dal quadro assessoriale e sono certo che Crocetta saprà dedicare a Messina le attenzioni politiche che sono dovute alla terza area metropolitana regionale".
La carne al fuoco non manca ma quel che è certo è che il Crocetta bis non nasce affatto sotto una buona stella..

Rosaria Brancato

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