Il caso della telefonata choc sulla Borsellino è il segnale dell'inizio di una nuova stagione di veleni. Tra conferme e smentite sull'intercettazione ci sono alcuni dati certi: c'è un prima ed un dopo-arresto di Tutino e il destino politico di questo governo regionale è legato a questa inchiesta e ad un ciclone che sta per travolgere la Sicilia politica.
Quella di ieri, per Crocetta e per la politica siciliana è stata una giornata a dir poco kafkiana. Iniziata con la notizia dell’intercettazione della frase choc di Tutino “Lucia Borsellino va fatta fuori, come suo padre”, al telefono con Crocetta, si è conclusa in un turbinio di reazioni, smentite e conferme, sfociando in un giallo.
A sintetizzare la giornata di ieri basta la dichiarazione del capogruppo del Megafono Giovanni Di Giacinto: “Mi sembra del tutto evidente che siamo innanzi ad una nuova stagione di veleni a Palermo. Le notizie propalate sulla presunta intercettazione tra il presidente Crocetta e il medico Tutino sono da un lato smentite dalla procura e dall'altro confermate da L'Espresso che non si comprende come le abbia potute avere e da chi”.
Le lacrime di Crocetta intervistato da Repubblica e Ansa sono l’immagine di un presidente rimasto solo e il simbolo di una nuova stagione dei veleni che avrà come palcoscenico la Regione. L’unico dato certo è questo: siamo arrivati al punto di non ritorno ed è un non-luogo nel quale le ombre si uniscono alle luci e nella confusione non ci sono più confini netti tra la verità e la menzogna. Ed è altrettanto chiaro che si tratta di una guerra avvelenata che si svolge nel campo di battaglia della politica siciliana.
Siamo a un punto di non ritorno perché c’è un prima dell’arresto del primario di chirurgia estetica Matteo Tutino, medico personale di Crocetta, ed un dopo.
L’arresto è uno spartiacque tra il “prima” ed il “dopo” e la prova che non si torna indietro sono le dimissioni dell’assessore Lucia Borsellino, “per motivi di ordine etico e morale”, le successive dichiarazioni sue e del fratello Manfredi “non invitateci alle commemorazioni per nostro padre, l’antimafia non è una questione di facciata, è una pre-condizione”. Non è un caso che la vicenda dell’intercettazione choc sulla Borsellino e che ha portato all’autosospensione del governatore, sia scoppiata adesso, a due giorni dal tragico anniversario, a 10 giorni dalle dimissioni di Lucia Borsellino, a 15 dalle prime avvisaglie sulla questione morale, e due settimane dall’arresto. C’è un post-Tutino ed è da qui che gli alleati di Crocetta e lo stesso Presidente, devono partire per una definitiva riflessione. Ci saranno morti e feriti sul campo, illudersi o derubricare il caso come “pessimo giornalismo” oppure “fuga incontrollata di notizie” sarebbe da ingenui o da politicamente inadeguati.
Ritenere che una testata autorevole come L’Espresso abbia diffuso una “bufala” o sia incappato in una trappola sarebbe da sciocchi, così come pensare che il presidente della Repubblica Mattarella e il presidente del consiglio Renzi prima di esprimere solidarietà alla Borsellino non si siano accertati dei fatti sarebbe altrettanto sciocco. Nel tritacarne è finito un governatore che probabilmente sapeva già, sin dall’arresto del primario di Villa Sofia e dalle dimissioni della Borsellino, che l’uragano stava arrivando. Da quale finestra o spiffero sarebbe entrato non poteva immaginarlo, ma lo sapeva che il post-Tutino non sarebbe stato indolore e che quell’arresto era l’inizio di una nuova stagione.
Iniziamo dalla telefonata, che secondo l’Espresso è stata intercettata ed esiste. Stando a quella intercettazione il medico, che secondo quanto dichiarato dallo stesso Crocetta, detestava la Borsellino, avrebbe pronunciato quella frase, irrilevante sotto il profilo penale ma determinante sotto quello etico, alla luce di chi era dall’altro capo del telefono. Forse non c’era campo, forse Crocetta non ha sentito nitidamente la frase, forse non ci ha fatto caso, ma l’Espresso ieri ha ribadito l’esistenza della chiamata e soprattutto il fatto che quella intercettazione faccia parte di un fascicolo d’inchiesta. Sempre ieri il procuratore capo Lo Voi ha smentito che “agli atti del procedimento esista l’intercettazione” ed anzi, per tutto il giorno ha fatto riascoltare ai Nas le intercettazioni al vaglio nell’ambito del procedimento in esame senza trovarla. Lo Voi fa quindi riferimento esplicito ai tre filoni d’inchiesta in corso a Palermo sulla vicenda. L’Espresso ribadisce, la telefonata esiste e il direttore del settimanale Luigi Vicinanza spiega: "Non c'è solo l'inchiesta che ha portato all’arresto di Tutino. Ci sono altri filoni di indagine. Il dialogo esiste ma non fa parte degli atti pubblici. E' una chiamata che risale al 2013, il nostro cronista l’ha ascoltata ed ha ricopiato la trascrizione. Posso confermare che l'audio è sporco, ci sono alcune interferenze. I due parlano con grande confidenza, a tratti in siciliano. La conversazione fa parte dei fascicoli secretati di uno dei filoni di indagine".
Il governatore, già sotto assedio da tempo, si è autosospeso, chiedendo ai magistrati di essere ascoltato e rinviando ai prossimi giorni qualsiasi decisione in merito a dimissioni o meno. Per la prima metà della giornata si sono registrate reazioni durissime anche da parte del Pd, ma dopo la smentita della Procura è apparso chiaro che nessuno sapeva più “che pesci pigliare” e come uscirne fuori. Lui, il Presidente, distrutto da 24 ore durissime e sempre più solo, parlando con i giornalisti ha pianto ed ha poi detto: “ C'è stata un'azione di dossieraggio contro di me. Mi hanno distrutto, ucciso, perché è questo che volevano: farmi fuori, eliminarmi. Quanto è forte questa mafia che vuole uccidermi".
Da Borsellino a Borsellino il problema è politico, e lo scoppio dell’ordigno a poche ore dall’anniversario della strage e a pochi giorni di distanza dalle dimissioni dell’assessore alla sanità non è un caso, è l’inizio di una stagione avvelenata che è politica prima di ogni altra cosa.
"Vogliono le mie dimissioni – dice- Posso darle anche lunedì”. Il Pd deciderà quale posizione prendere, l’intercettazione pubblicata è il segnale che il destino di Crocetta, politicamente parlando, è in questo momento strettamente legato all’inchiesta ed a quel che verrà fuori dalle indagini su Villa Sofia e Tutino.
Il problema è se questo ciclone Crocetta e i suoi alleati lo vogliono affrontare con il Presidente nel pieno possesso delle sue funzioni o da ex.
Rosaria Brancato
UNA NUOVA STAGIONE DI VELENI frana sulle fragili spalle dei siciliani.ROSARIA non scrive che Pietro Messina,il giornalista dell’ESPRESSO,faceva parte dell’ufficio stampa della Regione dai tempi di Raffaele Lombardo e che fu licenziato proprio da CROCETTA. Questo fatto insieme al dettagliato comunicato del Procuratore di Palermo adombrano l’ipotesi di una vendetta.Inoltre l’ESPRESSO non avrebbe l’audio dell’intercettazione ma il MESSINA lo avrebbe ascoltato e trascritto.Una Regione finanziariamente fallita, eticamente fallita da un pezzo,economicamente si fa di tutto per farla fallire completamente rendendo la vita impossibile a chi vuole produrre,una spesa corrente destinata solo a stipendi e consulenze, e a chi specula sulla Sanità.
UNA NUOVA STAGIONE DI VELENI frana sulle fragili spalle dei siciliani.ROSARIA non scrive che Pietro Messina,il giornalista dell’ESPRESSO,faceva parte dell’ufficio stampa della Regione dai tempi di Raffaele Lombardo e che fu licenziato proprio da CROCETTA. Questo fatto insieme al dettagliato comunicato del Procuratore di Palermo adombrano l’ipotesi di una vendetta.Inoltre l’ESPRESSO non avrebbe l’audio dell’intercettazione ma il MESSINA lo avrebbe ascoltato e trascritto.Una Regione finanziariamente fallita, eticamente fallita da un pezzo,economicamente si fa di tutto per farla fallire completamente rendendo la vita impossibile a chi vuole produrre,una spesa corrente destinata solo a stipendi e consulenze, e a chi specula sulla Sanità.
Questa vicenda è solo la goccia che fa traboccare il vaso. Le dimissioni della Borsellino, ma sopratutto le motivazioni di queste, dovevano fare riflettere bene sulla vera dimensione del fallimentare governo Crocetta; partito inizialmente per cambiare tutto, ma alla fine non ha cambiato nulla. Crocetta dovrebbe avere la dignità di riconoscere il proprio fallimento e dimettersi. Questi suoi anni di governo non hanno cambiato nulla ed in continuità con il passato ci lasciano una Sicilia sempre più povera ed indebitata, dove le lobby mafiose o no, continuano a fare affari precludendo ogni possibile opportunità di sviluppo della nostra TERRA. CROCETTA SI UOMO E DIMETTITI CHIEDENDO SCUSA AI SICILIANI, HAI FALLITO!!!!!!
Questa vicenda è solo la goccia che fa traboccare il vaso. Le dimissioni della Borsellino, ma sopratutto le motivazioni di queste, dovevano fare riflettere bene sulla vera dimensione del fallimentare governo Crocetta; partito inizialmente per cambiare tutto, ma alla fine non ha cambiato nulla. Crocetta dovrebbe avere la dignità di riconoscere il proprio fallimento e dimettersi. Questi suoi anni di governo non hanno cambiato nulla ed in continuità con il passato ci lasciano una Sicilia sempre più povera ed indebitata, dove le lobby mafiose o no, continuano a fare affari precludendo ogni possibile opportunità di sviluppo della nostra TERRA. CROCETTA SI UOMO E DIMETTITI CHIEDENDO SCUSA AI SICILIANI, HAI FALLITO!!!!!!
L’autosospensione di Crocetta è quanto meno un’invenzione originale (per prendere tempo?). A mio avviso il governatore dovrebbe dimettersi di corsa e , dato il clima , l’Assemblea Regionale andrebbe sciolta per non essere più ricostituita ; eviteremmo , così , ulteriori gravi danni e spese al Popolo Siciliano . Poi magari un governo regionale formato da tecnici , una decina di persone in tutto, davvero qualificate , competenti e soprattutto oneste ,provvederebbe a gestire l’Isola con l’obiettivo di rimetterne in sesto il tessuto sociale ed economico.
L’autosospensione di Crocetta è quanto meno un’invenzione originale (per prendere tempo?). A mio avviso il governatore dovrebbe dimettersi di corsa e , dato il clima , l’Assemblea Regionale andrebbe sciolta per non essere più ricostituita ; eviteremmo , così , ulteriori gravi danni e spese al Popolo Siciliano . Poi magari un governo regionale formato da tecnici , una decina di persone in tutto, davvero qualificate , competenti e soprattutto oneste ,provvederebbe a gestire l’Isola con l’obiettivo di rimetterne in sesto il tessuto sociale ed economico.
ha trascritto la telefonata? da una intercettazione secretata? e chi gliela fatta trascrivere?.A parte ogni giudizio sulla telefonata,ma questa gente deve stare in galera! se è secretata come fai ha pubblicarla??
ha trascritto la telefonata? da una intercettazione secretata? e chi gliela fatta trascrivere?.A parte ogni giudizio sulla telefonata,ma questa gente deve stare in galera! se è secretata come fai ha pubblicarla??
Ancora a Palermo è ?
Devi andare via e senza voltarti mai indietro, ritorna a fare quello che sai fare, cioè nulla.
Rosaria Borsellino presidente della regione.
Ancora a Palermo è ?
Devi andare via e senza voltarti mai indietro, ritorna a fare quello che sai fare, cioè nulla.
Rosaria Borsellino presidente della regione.
C’è o non c’è ..la registrazione? Paradossalmente è ininfluente e conta poco. Il dato più importante, la lezione da imparare piuttosto è che la politica è nelle mani, anzi nei cassetti di chi raccoglie, produce od “induce” dossier veri, falsi o “indotti” , da tirare fuori al momento opportuno per determinare i giochi e garantirsi i risultati. Per il “teatrino della politica” vanno benissimo i Crocetta, i Renzi, gli Accorinti?…..
C’è o non c’è ..la registrazione? Paradossalmente è ininfluente e conta poco. Il dato più importante, la lezione da imparare piuttosto è che la politica è nelle mani, anzi nei cassetti di chi raccoglie, produce od “induce” dossier veri, falsi o “indotti” , da tirare fuori al momento opportuno per determinare i giochi e garantirsi i risultati. Per il “teatrino della politica” vanno benissimo i Crocetta, i Renzi, gli Accorinti?…..