Appuntamento per la proiezione, a evento unico, del film sul terremoto del 1908, con la partecipazione degli attori. Liberamente tratto dai romanzi "Ricordi d'un dissepolto" di Michele Calàuti (1861-1935) (Rubbettino Editore) e "Le Baracche" di Fortunato.Seminara (1903 -1984) (Pellegrini Editore), "Quel che resta" ricostruisce gli attimi agghiaccianti dell'immane terremoto che il 28 Dicembre del 1908 distrusse Reggio Calabria e Messina in soli trenta secondi
Stasera, alle 20.30, al cinema Apollo, verrà proiettato il film “Quel che resta”, con la partecipazione degli attori. Un prodotto di eccellenza che racconta le laboriose terre del Sud, con una Reggio Calabria, che ha saputo rialzarsi e ricostruire le condizioni per ritornare a vivere. E’ un film che deve rendere orgogliose tutte le cittadinanze del Mezzogiorno in una nuova ottica di valorizzazione delle territorialità.
Liberamente tratto dai romanzi “Ricordi d’un dissepolto” di Michele Calàuti (1861-1935) (Rubbettino Editore) e “Le Baracche” di Fortunato.Seminara (1903 -1984) (Pellegrini Editore), “Quel che resta” ricostruisce gli attimi agghiaccianti dell’immane terremoto che il 28 Dicembre del 1908 distrusse Reggio Calabria e Messina in soli trenta secondi. Nel film si narrano e s’intrecciano storie di vita dei sopravvissuti, costretti a vivere nelle baraccopoli.
Il film “Quel che resta”, per la prima volta in concorso in una rassegna cinematografica (nei precedenti festival aveva partecipato fuori concorso o presentato il trailer), ha trionfato al “Salento International Film Festival 2013”, nella sezione lungometraggi, vincendo due premi: “Premio miglior film” e “Premio miglior colonna
sonora” composta da Sandro Scialpi. Il film è stato proiettato venerdì 13 Settembre 2013, alle ore 21.30, presso l’Atrio di Palazzo Gallone (Tricase – LECCE).
La giuria tecnica composta dal regista taiwanese Shi-Hao Chan e dal regista italiano Fabrizio Cattani, con il supporto della giuria popolare, hanno giudicato “Quel che resta” il miglior film e la miglior colonna sonora del “SIFF 2013” con le seguenti motivazioni: “Una pennellata accorata quanto realista, d’impronta verghiana, di un tempo e di uno spazio precisi e recenti ma, purtroppo, ancora attualissimi e travalicanti i confini territoriali della cronaca. Per un approccio equilibrato ed empatico, mai asettico, che racconta, come in un’epopea, la storia dei moti dell’animo umano, cesellando storie, tuffandosi con il cuore nei sentimenti per riemergere dalla testa, senza fermarsi alla pancia“.
Premio alla miglior colonna sonora, invece, “per la capacità di rendere un’atmosfera di un tempo infinitamente lontano alla velocità del presente, in un’operazione indolore e straniante di teletrasporto con tutta la spietatezza e l’innocenza di un allora, evocando migliaia di immagini rimosse nel segno della verità”.