Currò: “I Comuni della zona industriale aspettano ancora le compartecipazioni erariali”

Currò: “I Comuni della zona industriale aspettano ancora le compartecipazioni erariali”

Giovanni Passalacqua

Currò: “I Comuni della zona industriale aspettano ancora le compartecipazioni erariali”

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venerdì 20 Novembre 2015 - 15:12

Il deputato ex M5s torna a parlare dell’art. 113 della finanziaria del 2001, con la quale era stata prevista una forma di alleggerimento della pressione fiscale per quegli enti locali sui cui territori insistono industrie pesanti

Si torna, per l’ennesima volta, a parlare di sgravi fiscali per i territori interessati dall’industria pesante. Il deputato Tommaso Currò, assieme ai parlamentari del PD Pelillo, Lodolini e Moretto ha presentato una interrogazione a risposta immediata in Commissione Finanza, chiedendo di sapere se e in quali tempi il Governo intende procedere all’attuazione dell’art. 113 della Finanziaria 2001; l’articolo prevede la compartecipazione ai tributi erariali con finalità ambientali da parte degli enti locali sede di impianti di produzione e stoccaggio di prodotti assoggettati ai detti tributi.

“Assodato che il settore riveste un ruolo fondamentale non solo per l’economia del Paese, ma anche in termini occupazionali” – ha dichiarato Currò – “non può non evidenziarsi come la presenza di impianti di raffinazione produca e ha prodotto criticità ambientali, con conseguenze anche sulla salute degli abitanti. Proprio questa ponderazione tra le opposte esigenze economiche, ambientali e sociali ha determinato la previsione della legge n. 388 del 2000 (Finanziaria per il 2001), che prevedeva proprio la promozione dello sviluppo sostenibile. Era necessario che il Governo definisse, d’intesa con la Conferenza unificata, le compartecipazioni degli enti locali; e l’entità di tali compartecipazioni doveva essere commisurata agli oneri degli enti locali interessati, necessari per una gestione del territorio compatibile con la utilizzazione industriale”.

Le compartecipazioni dovrebbero essere finalizzate a programmi di salvaguardia e sviluppo ecocompatibile del territorio, pur rimanendo sempre in capo alle aziende l’obbligo di protezione della salute e dell’ambiente e del rispetto della sicurezza. “In questi anni” – conclude il deputato – “nulla è stato fatto, con la conseguenza che ciascun ente sede di raffineria si è visto “privato” di circa un milione di euro all’anno; ma, soprattutto, è stato arrecato un serio danno in termini di risanamento ambientale, considerato che i Comuni non sono in grado di affrontare con le proprie risorse i disagi creati dagli impianti”.

Giovanni Passalacqua

2 commenti

  1. Auguro all’Onorevole Currò sinceramente di riuscire nel suo intento. Del resto sembrerebbe solo l’applicazione di una norma già esistente ma chissà perché non applicata. Vorrei ricordare,è storia ma quasi nessuno lo ricorda,l’origine della raffinazione in Sicilia nata negli anni 50, era stata improvvidamente favorita dai governi regionali dell’epoca per poter incassare la molto redditizia, Imposta di raffinazione o Accisa. Lo stato non concesse mai alla Sicilia di poter incassare quanto tuttavia era previsto per legge costituzionale, lo Statuto Regionale,da sempre tutti i governi regionali infruttuosamente hanno tentato di invertire la situazione.Inutilmente lo stato non vuole rinunciare ad una imposta così importante. On Currò sono con lei

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  2. Auguro all’Onorevole Currò sinceramente di riuscire nel suo intento. Del resto sembrerebbe solo l’applicazione di una norma già esistente ma chissà perché non applicata. Vorrei ricordare,è storia ma quasi nessuno lo ricorda,l’origine della raffinazione in Sicilia nata negli anni 50, era stata improvvidamente favorita dai governi regionali dell’epoca per poter incassare la molto redditizia, Imposta di raffinazione o Accisa. Lo stato non concesse mai alla Sicilia di poter incassare quanto tuttavia era previsto per legge costituzionale, lo Statuto Regionale,da sempre tutti i governi regionali infruttuosamente hanno tentato di invertire la situazione.Inutilmente lo stato non vuole rinunciare ad una imposta così importante. On Currò sono con lei

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