Cisl, Cisal, Ugl e Orsa chiedono che si acceleri sulla liquidazione, mentre Filt Cgil, UIl trasporti e Cub Trasporti se la prendono col sindaco e i commissari liquidatori
MESSINA – “A causa della definizione di alcune procedure amministrative, le retribuzioni di dicembre 2019 saranno erogate non prima di lunedì 27 gennaio 2020”. L’annuncio dell’Atm mette in allarme i sindacati, soprattutto per quel “non prima di”.
Ma perché il ritardo? “Il Durc risulta scaduto e non si può chiedere l’aggiornamento perché Atm non ha versato i contributi di ottobre, novembre e dicembre 2019 – dicono Cisl, Cisal, Ugl e Orsa -. Inoltre non sono state pagate alcune cartelle esattoriali su contributi previdenziali pregressi che precedenti gestioni hanno omesso di versare all’Inps per anni”.
E ancora: “Il Consiglio Comunale non ha ancora approvato il debito fuori bilancio relativo al mutuo contratto da Atm, circa 5 milioni di euro, per lo stabile comunale di Via La Farina ove ha sede l’azienda in liquidazione; creditori importanti avrebbero vinto alcuni contenziosi e si profila lo spettro dei decreti ingiuntivi e conseguenti pignoramenti per circa 3 milioni di euro”.
Per i quattro sindacati, “ancora si perde tempo a liquidare un’azienda che per decenni è stata mangiatoia della politica a spese dei lavoratori e della città. Si corre dietro agli allarmismi pretestuosi di una sacca assolutamente minoritaria di contestatori seriali, arroccati su posizioni anacronistiche che vorrebbero mantenere in vita l’ultima l’azienda speciale di tpl d’Italia per mero principio ideologico, anche a costo di far mendicare lo stipendio ogni mese ai lavoratori, pur di dimostrare di avere ragione”.
Anche Filt Cgil, UIl trasporti e Cub Trasporti protestano ma il bersaglio è del tutto diverso: “Il sindaco si era fatto garante dei lavoratori ma dopo innumerevoli errori dell’amministrazione i creditori bussano inevitabilmente alle porte di un’azienda che si è voluta dichiarare in liquidazione per motivazioni politiche. In prefettura, lo scorso 17 dicembre, i commissari liquidatori presero impegni ben diversi. È chiaro che si naviga a vista sulla pelle dei lavoratori e che gli errori marchiani di un piano di liquidazione inevitabilmente bocciato dal Consiglio Comunale hanno generato un corto circuito pericoloso tra liquidazione coatta annunciata e creditori alle porte. Tocca al sindaco uscire fuori dal vicolo cieco in cui ha messo l’Atm e farsi garante del pagamento degli stipendi quale diritto dei lavoratori”.