Nella X commissione di Daniele Zuccarello oggi lungo confronto tra le associazioni di categoria rappresentati delle imprese di pubblicità, i dirigenti al Patrimonio e ai Tributi, Natale Castronovo e Romolo Dell’Acqua, il neo assessore Luca Eller Vainicher, i consiglieri comunali. Un’occasione per fare il punto della situazione, per tracciare un quadro da offrire a Eller che si è trovato tra le mani anche questa patata bollente
La Cosap e il far west degli impianti pubblicitari: un vero labirinto amministrativo da cui Palazzo Zanca non ha ancora trovato il modo di uscire. Un vuoto normativo di cui si discute da due anni, di cui ovviamente tutti sono a conoscenza, ma che ad oggi nessuno è stato in grado di risolvere. Tra mille cavilli, rinvii, pareri, rimpalli di uffici, cambi di assessori e delibere che si perdono nei meandri del Comune, per gli impianti pubblicitari Palazzo Zanca continua a non incassare un centesimo. Una vicenda che Tempostretto racconta già da prima ancora che tutti si rendessero realmente conto che si tratta di una questione delicatissima e economicamente rilevante per le casse comunali. Ad oggi, infatti, il Comune continua a rinunciare a incassi che si aggirano intorno a 1,8 milioni di euro all’anno semplicemente perché le tariffe stabilite dal regolamento Cosap in vigore dal 2011 sono state dichiarate illegittime dal Cga e non si è ancora provveduto a modificare almeno quella parte di regolamento.
La questione è stata al centro di una nuova seduta della X commissione Patrimonio. Il presidente Daniele Zuccarello ha messo per la prima volta a confronto le associazioni di categoria rappresentati delle imprese di pubblicità, A.I.A.C.A.P, F.I.S.P.E, A.A.P.I, i dirigenti al Patrimonio e ai Tributi, Natale Castronovo e Romolo Dell’Acqua, il neo assessore Luca Eller Vainicher, i consiglieri comunali. Un’occasione per fare il punto della situazione, per tracciare un quadro da offrire a Eller che si è trovato tra le mani anche questa patata bollente, per riavviare un dialogo che in realtà c’è da oltre un anno e mezzo ma che non ha prodotto grandi risultati.
Le associazioni di categoria hanno prospettato l’ipotesi di avviare delle transazioni con il Comune per sanare il pregresso non versato in vista della modifica delle tariffe, l’assessore Eller ha subito messo in chiaro che non si perderà ulteriore tempo per colmare il vuoto normativo che rischia di creare notevoli problemi al Comune.
A rincarare la dose ci hanno pensato i consiglieri. Gino Sturniolo, che per parecchi mesi ha seguito molto da vicino la questione Cosap, in quanto vicepresidente di commissione, non ha celato le difficoltà incontrate sul cammino: “Sembra che ogni giorno si ricominci da zero. Doveva essere l'amministrazione, e nello specifico il segretario generale, a mettere tutti attorno a un tavolo e produrre un nuovo regolamento. Ma il tavolo non ha prodotto i risultati sperati. Da parte nostra tutto quello che potevamo fare l'abbiamo fatto”. Sturniolo ricorda infatti le dure prese di posizione siglate nei mesi scorsi insieme al collega Piero Adamo, quando erano arrivati a diffidare il Sindaco Accorinti, il Segretario/Direttore Generale Le Donne e la Presidente del Consiglio Barrile affinché, ciascuno per le proprie competenze, ponesse in essere tutti gli atti e le attività amministrative necessarie a ripristinare la regolarità nella gestione degli impianti pubblicitari collocati sul suolo comunale. “Avevamo percepito un pericolo reale rispetto alle casse del comune e lo abbiamo segnalato. Questa vicenda è un gomitolo e ogni tentativo di sbrogliarlo finisce per aggrovigliare la matassa. Da un anno a questa parte non c'è stata l'iniziativa auspicata da parte del sindaco e il segretario generale” ha infatti ribadito Adamo. Per Franco Mondello la madre di tutte le battaglie resta il piano generale degli impianti: “Ci portiamo dietro una serie di problemi, si devono allineare i sistemi di gestione del dipartimento Patrimonio e del dipartimento Tributi”.
Da uno dei legali dell’Aspes la posizione delle imprese, che a quanto pare vorrebbero pagare ma non riescono a farlo, proprio perché il Comune non può chiedere alcun canone: “Dicono che le imprese vogliono marciarci, ma vorrei capire come. In questo momento il Comune non è in grado di stabilire il senso alternativo per gli impianti precedenti all'entrata in vigore del Codice della Strada e che successivamente sono risultati in violazione. La Cosap, rispetto al Tosap, ha aumentato del 4.500% l'onere a carico dell'impresa. A Catania si paga 100, a Palermo si paga 100, a Messina si è passati dal pagare 29 a pagare 1.500”.
Una situazione che ha allarmato l’assessore Eller: “Questa questione è di una gravità estrema, si rischia di provocare un serio danno al Comune. Agirò con rapidità perché ci sono anche delle chiare responsabilità nel momento in cui si continua a trascinare questa situazione. Sto prendendo consapevolezza e intendo reagire per concludere questa cosa in tempi brevissimi, nel giro di qualche settimana la questione si dovrà sbloccare”.
Al dirigente Castronovo, che in questi anni ha scritto più volte chiedendo celerità e denunciando il rischio di un serio danno erariale per il Comune, è toccato ripercorrere tutto l’iter portato avanti in questi mesi, dalla famosa delibera della presidente Barrile, poi ritirata per quel parere condizionato del Ragioniere generale, fino alla delibera dell’assessore Pino dello scorso febbraio, identica a quella della presidente del consiglio, ma finalmente con un parere favorevole. Un balletto di pareri che di fatto ha ingolfato il lavoro sulle modifiche alla Cosap per oltre un anno e adesso in attesa di un altro parere, quello dei Revisori dei Conti, per far approdare l’atto in consiglio.
Insomma, ancora una volta, tanti buoni propositi e un quadro assolutamente chiaro. Il risultato però è che ad oggi è ancora tutto ingessato.
Francesca Stornante
L’INCAPACITA’ DI RISCOSSIONE DI TUTTE LE TASSE LOCALI E’ LA DISGRAZIA DEL BILANCIO DEI COMUNI, SPECIALMENTE DI MESSINA. CONTANDO GLI ULTIMI 10 ANNI DOVUTE ALLA PRESCRIZIONE QUANTI INTERVENTI IL COMUNE NON HA POTUTO ESEGUIRE CREDO ENORMITA’
L’INCAPACITA’ DI RISCOSSIONE DI TUTTE LE TASSE LOCALI E’ LA DISGRAZIA DEL BILANCIO DEI COMUNI, SPECIALMENTE DI MESSINA. CONTANDO GLI ULTIMI 10 ANNI DOVUTE ALLA PRESCRIZIONE QUANTI INTERVENTI IL COMUNE NON HA POTUTO ESEGUIRE CREDO ENORMITA’