Zona Falcata. Risolto il contenzioso con la Regione, ora la disputa è con il Comune

Zona Falcata. Risolto il contenzioso con la Regione, ora la disputa è con il Comune

Marco Ipsale

Zona Falcata. Risolto il contenzioso con la Regione, ora la disputa è con il Comune

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giovedì 06 Novembre 2014 - 00:06

Il sindacato Cub attribuisce al Comune la proprietà di alcune aree e contesta il verbale di consegna firmato dall’Autorità Marittima dello Stretto insieme ad Autorità Portuale ed Ente Porto. La riqualificazione resta sempre nei piani e non si trasforma mai in atti concreti

Contendersi uno spazio per lasciarlo abbandonato. Una specialità tutta messinese che trova la sua massima espressione nell’area più preziosa, e al contempo degradata, della città. La Zona Falcata è di proprietà dello Stato o della Regione? Vent’anni di contenzioso non sono serviti a stabilirlo, visto che i procedimenti giudiziari sono decaduti solo per volontà delle parti che lo scorso 23 aprile hanno firmato un accordo che prevede l’affidamento della gestione all’Autorità Portuale, quindi all’ente statale.

Pochi giorni fa, il 31 ottobre, l’Autorità Marittima dello Stretto ha definito il verbale di ricognizione delle aree, firmato anche da Autorità Portuale ed Ente Porto. A questo punto potrebbe finalmente partire il piano di recupero della Zona Falcata, tramite lo strumento del Piano Regolatore Portuale, fermo alla Regione in attesa del via libera alla Valutazione Ambientale Strategica.

Tutto definito? Macché. Risolto il contenzioso con la Regione, adesso la disputa è con il Comune. L’accordo del 23 aprile ed il verbale di riconsegna del 31 ottobre non sono andati giù a molti. Per ultimo al sindacato Cub, che insiste sulla legge istitutiva del Punto Franco “la cui permanenza in vigore è ritenuta indispensabile dal decreto legislativo 179/2009 pur in presenza della normativa comunitaria”. Quello stesso Punto Franco istituito dalla legge regionale numero 191 del 15 marzo 1951 e mai realizzato in 63 anni.

La Cub non riconosce il verbale di consegna delle aree all’Autorità Portuale da parte dell’Agenzia del Territorio, che risale al 6 aprile 2000, e gli atti posti in essere dalla Commissione di delimitazione del porto. Ed in effetti alcune prescrizioni appaiono singolari: basti pensare che il Comune ha per anni pagato i canoni concessori per il suolo sulla linea tranviaria davanti alla cortina del porto o per le stazioni di trasformazione dell’energia nei capolinea. Pagamento interrotto in attesa di una definizione delle competenze.

Il problema è che la questione riguarderebbe anche alcune aree della Zona Falcata che, secondo la Cub, sarebbero rimaste di proprietà del Comune “in base all’articolo 33 del regolamento numero 1013 del 21 luglio 1911, approvato con Decreto Ministeriale numero 33718 del 3 settembre 1918 e registrato alla Corte dei Conti il 21 settembre 1918. In forza di tale atto, il Comune ha edificato opere e sostenuto azioni giudiziarie vittoriose”.

Con convenzione del 25 settembre 1982 il Comune ha trasferito alcune aree all’Ente Porto, pattuendo che “nel caso di cessazione delle attività dell’ente le aree indicate, comprese le opere in esse esistenti, le accessioni e ogni altro diritto interesse alla stesse, ritorneranno nella libera disponibilità del Comune”.

L’accordo dello scorso 23 aprile sancisce, di fatto, la rinuncia dell’Ente Porto alle aree con la riconsegna all’Autorità Portuale. Secondo la convenzione del 1982, però, quelle aree sarebbero dovute tornare al Comune. E’ dunque bene che si faccia chiarezza per definire un percorso che possa portare finalmente alla riqualificazione della Zona Falcata. Per anni si è giocato sulla pelle dei messinesi, ai quali interessa poco chi sia il titolare delle aree. Quel che interessa è che si agisca concretamente per restituire alla città uno spazio prezioso che da troppo tempo è negato alla collettività.

(Marco Ipsale)

2 commenti

  1. il cub non è d’accordo? bene! ce ne faremo una ragione,ma intanto eliminiamo l’obbrobrio e restituiamo l’affaccio a mare a Messinesi.

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  2. il cub non è d’accordo? bene! ce ne faremo una ragione,ma intanto eliminiamo l’obbrobrio e restituiamo l’affaccio a mare a Messinesi.

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