Il suo posto di lavoro non è più a rischio. Sentenza della Cassazione sulla questione legata alla nullità dei contratti di arruolamento trimestrali di Rfi
La Corte di Cassazione mette fine ad una annosa vicenda che vede coinvolta l’unica donna 1° ufficiale sulle navi dello Stretto di Messina, Antonia Giacopello. La questione riguarda la nullità dei contratti di arruolamento trimestrali con i quali rete ferroviaria assume i lavoranti sulle navi traghetto che coprono la tratta Messina-Villa S. Giovanni.
Giacopello (assistita dall'avvocato Cettina La Torre) era stata la prima lavoratrice ad avere ottenuto la sentenza favorevole dal Tribunale di Messina-sezione lavoro e l'unica lavoratrice già reintegrata da Rete Ferroviaria sulla base della sola sentenza di primo grado. Già ad aprile 2009, detta sentenza, infatti, aveva dichiarato la nullità del primo contratto di imbarco nella parte in cui era stato apposto il termine e lo aveva convertito in contratto a tempo indeterminato. Ma le sorti della donna erano ancora appese ad un filo, poichè Rfi aveva proposto appello alla sentenza e poi ricorso per Cassazione.
Anche la Corte di Appello territoriale, pur ritenendo che la formula adoperata da Rfi fosse idonea per la configurabilità di un legittimo termine apposto al primo contratto di arruolamento, aveva dato però ragione alla lavoratrice, ravvisando, da parte di Rfi, un intento sanzionabile, tenuto conto del numero di contratti stipulati nell'arco temporale di soli 4 anni.
Anche avverso detta sentenza Rfi aveva proposto ricorso per Cassazione, nonostante avesse già ottemperato all'ordine di riassunzione stabilito con la sentenza di primo grado. Adesso anche la Cassazione si è pronunciata, riconoscendo che Rete ferroviaria, attraverso ripetute assunzioni a tempo determinato, ha adottato una condotta sanzionabile con la nullità del contratto a termine e conversione dello stesso in contratto a tempo indeterminato.
Sulla base di tale sentenza la lavoratrice non può più essere rimossa dal posto di lavoro ed ha diritto anche al risarcimento del danno subito a causa di tale comportamento da parte di rete Ferroviaria italiana. La sentenza apre spiragli importanti a tanti lavoratori sulle navi traghetto.