Due storie totalmente diverse ma con un unico filo conduttore: qualcuno, ad un certo punto, si è inventato la risposta al dramma. Senza aspettare che altri lo facessero per lui. E ha preso in mano la responsabilità del suo destino.
Uno dei soci di Tempostretto si chiama Michele Salvo. Da buon boy scout è convinto che bisogna cantare e sorridere di fronte alle difficoltà e che dietro ogni nuvola c’è sempre il sole. Ogni volta che lo incontro mi guarda sorridendo e dice puntualmente: “Rosariaaaa, ma è possibile che ci sono soltanto brutte notizie? Perché non pubblichiamo mai una bella notizia, una bella storia, un’impresa che riesce, qualcosa che funziona…. Non può essere tutto nero. Dobbiamo dare anche la speranza ai giovani”. Io, puntualmente replico: “Michele noi mica ce la inventiamo la realtà. Questa è. Scriviamo quello che accade”.
Purtroppo i giornalisti per scrivere usano i colori che la realtà dà.
Oggi dedico la rubrica della domenica a Michele Salvo, che è rimasto scout nell’animo ed anche se il cielo di Messina è pieno di nuvole si ostina a vedere il sole dietro.
Il mese che finisce ci ha regalato due belle storie, diverse tra loro ma con un unico filo conduttore: sono iniziate perché qualcuno si è ribellato alla messinesitudine, ha detto no alla rassegnazione ed alla lamentela.
Non racconto un lieto fine, ma un lieto inizio. Non sappiamo se continueranno ad essere due favole, possiamo augurarcelo. Ma è già tanto aver potuto raccontare un lieto inizio. Anzi due: Birrificio Messina e Irccs-Piemonte.
Sotto il cielo di un caldissimo autunno, tale da fare pensare che fosse giugno travestito da ottobre abbiamo assistito alla cerimonia dell’Irccs-Piemonte ed abbiamo stappato le prime bottiglie del Birrificio Messina.
Due storie totalmente diverse ma uguali in un solo istante, quel piccolo istante che può trasformare la sconfitta in una vittoria.
Nell’ estate del 2014 il destino dello storico Piemonte era segnato. La Regione aveva predisposto un cronoprogramma che avrebbe portato alla chiusura. Un declino iniziato negli anni precedenti ed un percorso già scritto verso lo smantellamento. Ultima tappa: la chiusura del presidio, dipendenti trasferiti, pazienti spostati altrove. Nel 2011 il destino della storica Birra Messina era segnato. Un declino iniziato negli anni precedenti con la cessione dell’azienda da parte della famiglia Faranda ed un percorso già scritto verso la definitiva chiusura. Stabilimento chiuso, lavoratori licenziati, produzione spostata altrove.
Due storie destinate ad un epilogo come mille altre in una città che si è abituata alla parola FINE. Si è rassegnata all’ineluttabilità della sconfitta.
In entrambe queste storie c’è stato un istante, un pensiero rapido che ha portato qualcuno a dire che a volte devi sacrificare qualcosa per avere di più, devi scavalcare un muro per vedere se dietro c’è il precipizio o un prato di fiori.
Puoi fallire o vincere. Ma se resti fermo a lamentarti hai perso.
Ho sempre avuto un debole per i 15 eroi del Birrificio, mi commuove la forza titanica del loro cuore. Ho un debole per chi ha messo il cuore oltre l’ostacolo, e in quel salto ha messo i risparmi ed i sogni di una vita. Gli eroi erano a protestare sul muro dello stabilimento. Forse da lassù hanno visto meglio che oltre il muro, se ci provi, c’è una distesa nuova. Così sono scesi ed invece di lamentarsi hanno costruito. Non hanno aspettato la manna dal cielo non si sono arroccati su una protesta legittima, non hanno chiesto prebende, ammortizzatori sociali, soluzioni creative.. Si sono inventati la risposta al loro dramma. Hanno costruito il loro destino..
Nell’estate del 2014 è esplosa la protesta del Piemonte. L’agonia era iniziata anni prima, sin dal 2008. Poi qualcuno ha capito che lamentarsi non avrebbe portato a nulla. Aspettare la manna dal cielo, anzi, da Crocetta, avrebbe sì consentito di salvare qualche singolo posto letto o primariato, ma non il tutto. Il futuro, nella migliore delle ipotesi, era una guardia medica.
Anche in questo caso c’è stato chi, ha provato a pensare ad una fine diversa. Un gruppo di deputati regionali e nazionali ha bussato alla porta del ministro Lorenzin, non per elemosinare ma per proporre un progetto. Si sono inventati la risposta ad un dramma. Dobbiamo tanto anche a chi ha protestato e tenuta alta l’attenzione sul Pronto soccorso, perché senza le loro proteste non sarebbe mai nato il matrimonio tra due mission: emergenza urgenza e riabilitazione.
Oggi non sappiamo se l’Irccs Piemonte diventerà il Polo d’eccellenza del Meridione o in che tempi. Sappiamo però che, politici e medici insieme hanno provato a salvarlo quel pezzo di storia, anche a costo di sacrificare tantissimo, come il punto nascite. Non sappiamo se il Birrificio Messina diventerà un’azienda multinazionale e inonderà di Birra il mondo, glielo auguriamo. Sappiamo però che un gruppo di lavoratori non si è arreso e ha provato a salvare quel pezzo di storia della Birra Messina anche a costo di sacrificare qualcosa come il nome o i loro Tfr e risparmi.
Adesso è tempo di fare qualcosa anche noi. Mettiamo da parte la nostra messinesitudine ed impariamo a sperare.
Dobbiamo essere felici se il Birrificio Messina inonda di birra il mondo e all’Irccs Piemonte arrivano pazienti da tutta Italia. Perché se crescono loro cresce Messina.
Dobbiamo imparare a gioire se l’erba del nostro vicino è più verde della nostra e chiedergli il segreto del concime piuttosto che appiccare il fuoco.
Queste storie raccontano di messinesi che non hanno aspettato altri. Potevano restare su quel muro e prima o poi qualche soluzione si sarebbe trovata, un emendamento, un finanziamento. Bastava stare dietro la porta di un politico. Quei deputati potevano limitarsi a scrivere qualche interrogazione, fare due conferenze stampa, gridare allo scandalo. In entrambi casi è stata scelta a strada più difficile, quella del FARE.
I 15 eroi erano guardati a vista perché in tanti speravano che inciampassero o che avessero bisogno del politico di turno, della prebenda di turno. Quelli della legge 24 erano guardati a vista perché in tanti, speravano che fallissero.. E non parlo di chi li ha avversati in modo leale, difendendo un’opinione diversa, ma di chi ha operato di nascosto perché il progetto fallisse e non perché ne aveva uno migliore, ma per ballare sulle carcasse.
Ora è il nostro turno di cambiare: tocca a noi lasciare da parte la messinesidutine e battere la parte peggiore di noi, la rassegnazione all’ineluttabilità della sconfitta.
Rosaria Brancato
Per quanto ruguarda il Birrificio messina è semplice..basta chiamare a raccolta i distributori e fargli una semplice lezione di “Senso d’Appartenenza” per essere Tifosi non basta parlarne bisogna partecipare.. in maniera fattiva ed attiva.. Se al Bar, al Ristorante o in Rosticceria (almeno in città) non hanno le Birre del Birrificio Messina (ma in generale vale per tutto il Made in Messina) c’è solo una cosa da fare.. Non l’avete ? Grazie lo stesso…ed ARRIVEDERCI!!! Se non combattiamo NOI per NOI stessi chi volete che combatta??? Quindi in maniera razionale ognuno di noi con le proprie scelte può (E DEVE!!!!) fare la differenza..
Sempre Forza Messina!!!
Per quanto ruguarda il Birrificio messina è semplice..basta chiamare a raccolta i distributori e fargli una semplice lezione di “Senso d’Appartenenza” per essere Tifosi non basta parlarne bisogna partecipare.. in maniera fattiva ed attiva.. Se al Bar, al Ristorante o in Rosticceria (almeno in città) non hanno le Birre del Birrificio Messina (ma in generale vale per tutto il Made in Messina) c’è solo una cosa da fare.. Non l’avete ? Grazie lo stesso…ed ARRIVEDERCI!!! Se non combattiamo NOI per NOI stessi chi volete che combatta??? Quindi in maniera razionale ognuno di noi con le proprie scelte può (E DEVE!!!!) fare la differenza..
Sempre Forza Messina!!!
Bravi anzi bravissimi i ragazzi del Birrificio. Mi berro’ una birra alla faccia dei molti che ho sentito criticarli o snobbarli.
Ragazzi andate avanti e non guardate ai quattro miserabili d’animo che invidiano il vostro coraggio.
Io vi ammiro siete un esempio, vi è costato ed io per primo non so se al vostro posto nei sarei stato capace. Oggi mio figlio di 6 anni mi ha chiesto cosa è la birra dello stretto ed io gli ho raccontato la vostra storia. Siete un esempio per tutti.
Bravi anzi bravissimi i ragazzi del Birrificio. Mi berro’ una birra alla faccia dei molti che ho sentito criticarli o snobbarli.
Ragazzi andate avanti e non guardate ai quattro miserabili d’animo che invidiano il vostro coraggio.
Io vi ammiro siete un esempio, vi è costato ed io per primo non so se al vostro posto nei sarei stato capace. Oggi mio figlio di 6 anni mi ha chiesto cosa è la birra dello stretto ed io gli ho raccontato la vostra storia. Siete un esempio per tutti.
Due righe sui derivati no?
Due righe sui derivati no?
Egr.direttorenon facciamo di una normale e positiva pagina di successi imprenditoriali, una pagina da libro cuore….sono felice che a Messina si ricominci a parlare di produzione di beni e servizi,ma che la colpa della desertificazione industriale produttiva vada addossata alle classi politiche passate e attuali c’è sempre.Potremmo essere felici anche che la cantieristica ricominci a funzionare ecc.tuttavie molte cose sono ancora da risolvere specie nei servizi ai cittadini non dimentichiamoci emergenza idrica,verde, viabilità spazzatura ecc.le orecchie continuiamo a girarle a chi ancora tutto questo non lo risolve!!! affinché la città sia vivibile veramente!!!
Egr.direttorenon facciamo di una normale e positiva pagina di successi imprenditoriali, una pagina da libro cuore….sono felice che a Messina si ricominci a parlare di produzione di beni e servizi,ma che la colpa della desertificazione industriale produttiva vada addossata alle classi politiche passate e attuali c’è sempre.Potremmo essere felici anche che la cantieristica ricominci a funzionare ecc.tuttavie molte cose sono ancora da risolvere specie nei servizi ai cittadini non dimentichiamoci emergenza idrica,verde, viabilità spazzatura ecc.le orecchie continuiamo a girarle a chi ancora tutto questo non lo risolve!!! affinché la città sia vivibile veramente!!!
La messinesitudine è … un mito. Prevale, invece, il concetto di una “biretta” o “menza bira”, purchè fatta bene e con gusto.
Non mi riferisco ad i famosi video su Youtube sul concetto di “leviti ca ti squagghiu u cavaddu” (ci siamo capiti). Mi riferisco invece a questa nuova svolta della Birra Messina. Conosco la politica messinese (fin troppo bene) : ma quella che ora non esiste piu’ e da tempo. Pertanto, posso dire che quella della nuova Birra Messina, se si mantiene sul solco della qualità, è destinata ad essere una storia di successo : semplicemente perché sostenuta dalla gente e NON da altro. Questa è una delle principali leggi del commercio, della libera intrapresa.
La messinesitudine è … un mito. Prevale, invece, il concetto di una “biretta” o “menza bira”, purchè fatta bene e con gusto.
Non mi riferisco ad i famosi video su Youtube sul concetto di “leviti ca ti squagghiu u cavaddu” (ci siamo capiti). Mi riferisco invece a questa nuova svolta della Birra Messina. Conosco la politica messinese (fin troppo bene) : ma quella che ora non esiste piu’ e da tempo. Pertanto, posso dire che quella della nuova Birra Messina, se si mantiene sul solco della qualità, è destinata ad essere una storia di successo : semplicemente perché sostenuta dalla gente e NON da altro. Questa è una delle principali leggi del commercio, della libera intrapresa.
Il passo giusto è stato legare un prodotto di qualità alla città, come orgoglio di appartenenza. Molto spesso noi Siciliani ci vergogniamo di noi stessi. Io ho degustato prodotti di dubbia qualità provenienti da regioni del centro e del nord Italia ma elogiati e venduti perché erano legati a un territorio specifico.
Il passo giusto è stato legare un prodotto di qualità alla città, come orgoglio di appartenenza. Molto spesso noi Siciliani ci vergogniamo di noi stessi. Io ho degustato prodotti di dubbia qualità provenienti da regioni del centro e del nord Italia ma elogiati e venduti perché erano legati a un territorio specifico.
Eh ma lei è un cattivone. Si era trovata la via per non parlarne e lei gira impietosamente il coltello nella piaga? Se la può consolare avrà il mio “mi piace”, per quello che può valere.
Eh ma lei è un cattivone. Si era trovata la via per non parlarne e lei gira impietosamente il coltello nella piaga? Se la può consolare avrà il mio “mi piace”, per quello che può valere.