Storie di donne oltre il carcere. Il teatro entra a Gazzi, che si "apre" per una domenica

Storie di donne oltre il carcere. Il teatro entra a Gazzi, che si “apre” per una domenica

Alessandra Serio

Storie di donne oltre il carcere. Il teatro entra a Gazzi, che si “apre” per una domenica

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martedì 29 Novembre 2022 - 08:55

Una domenica speciale nella casa circondariale messinese, dove le detenute sono tornate sul palco grazie a D'aRteventi

MESSINA Una domenica particolare alla casa circondariale di Messina, con le storie delle detenute-attrici che hanno raccontato spaccati della loro vita, uno spettacolo di donne anche per ricordare la settimana dedicata alla violenza contro le donne.

Grazie alla ribalta del palco, col quale sono ormai in confidenza, le detenute hanno potuto far conoscere le proprie esperienze, il loro vissuto prima del carcere, la loro quotidianità dietro le sbarre e soprattutto il loro vissuto interiore. L’impegno del teatro le sostiene nel percorso di rieducazione e socializzazione.

Si rinnova l’appuntamento col teatro Piccolo Shakespeare, all’intero dell’istituto, dove le detenute hanno calcato il palco per l’incontro organizzato da D’aRteventi, presieduta da Daniela Ursino. L’occasione è la visita al Rotary Club di Messina del Governatore del Distretto 2110 Sicilia e Malta, Orazio Agrò.

Il Rotary Club di Messina presente all’incontro con il presidente Nino Samiani e tanti soci tra cui il past president, Alfonso Polto, sotto la cui presidenza è iniziato il sostegno a diverse iniziative promosse in seno al Progetto “Il Teatro per Sognare”, sostenuto dalla Caritas Messina diretta da Padre Nino Basile.

Presenti il presidente Monsignor Giovanni Accolla, la direttrice del penitenziario Angela Sciavicco ovviamente, la comandante della Polizia Penitenziaria Antonella Machì, la presidente del Tribunale di Sorveglianza Francesca Arrigo e la magistrata di sorveglianza Federica Ferrara, la capo area degli educatori Letizia Vezzosi e tutti gli educatori che operano nell’istituto, gli psicologi e la professoressa Annamaria Citrigno referente del progetto “Liberi di Essere Liberi”, realizzato con gli studenti di Giurisprudenza e Scienze politiche, sostenuto dall’Ateneo messinese e voluto fortemente dal Magnifico Rettore Salvatore Cuzzocrea.

ll pubblico in sala ha assistito ad una prova aperta di un lavoro tutto al femminile in embrione che diventerà uno spettacolo dal titolo Sorella Mia con le allieve – attrici della “Libera Compagnia del Teatro per Sognare”, con la regia di Antonio Previti che, coordina quotidianamente i laboratori teatrali, con donne e uomini e Luca Stella. All’incontro hanno preso parte anche le studentesse di Liberi di Essere Liberi. La performance è stata narrata da Previti che ha guidatole detenute – attrici, Precius, Blessing, Maria G. e Maria T. , anche autrici dei racconti, che hanno restituito al pubblico, attraverso una lettura molto intensa, partecipata e commossa, racconti di vite, racconti intrisi di sofferenze che hanno determinato scelte di vita sbagliate. Molto bella la canzone scritta e cantata da Precius accompagnata da un arrangiamento raffinato del musicista Stella.

L’incontro è stato caratterizzato anche da momenti che hanno coinvolto il pubblico e molto interessante l’intervento di Alice, una delle studentesse di “Liberi di Essere Liberi” che ha tracciato il senso del progetto a cui partecipano: “Un progetto che ha cambiato la nostra visuale di vita e ci servirà per la vita, un percorso che ci sta facendo conoscere una realtà, il carcere, che è in grado di saper mostrare anche un altro lato di sé, che può esprimere anche cose belle attraverso le persone recluse che partecipano ai laboratori e attraverso tutto il personale con cui ci interfacciamo sempre”.

Il direttore Angela Sciavicco ha sottolineato l’importanza dei percorsi trattamentali capaci di delineare un solco nuovo nella vita dei detenuti per un domani migliore. Monsignor Accolla ha richiamato un suo iniziale discorso fatto anni fa in quel teatro, sulle ciliegie, accostando queste, alle buone azioni che “una può determinare l’altra”. Daniela Ursino, direttore artistico del Piccolo Shakespeare, ha spiegato l’evoluzione del progetto che vede oggi, i laboratori teatrali che ogni giorno seguono, donne e uomini di alta e media sicurezza e l’avvio del progetto anche al carcere di Barcellona Pozzo di Gotto.

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