Anche lui lavora per la Sigifer. Si consolida il sospetto della pericolosa prassi di lavorare sui binari coi treni circolanti
“Penso che il video parli. Mio fratello si è fatto autogiustizia”. A dirlo è Antonino Laganà, fratello maggiore di Kevin, il più giovane degli operai morti nella strage di Brandizzo. Laganà è stato sentito dagli inquirenti per quasi quattro ore alla Procura di Pavia dalle tre titolari dell’indagine, che mirano in particolare a chiarire un punto specifico: lavorare sui binari con i treni circolanti era una prassi?
Sfilano i testimoni
E’ questo il sospetto che già nelle prime ore dopo la tragedia è emerso tra gli investigatori, e che il fratello di Kevin potrebbe aiutare a confermare o smentire. Anche lui, infatti, lavora per la Sigifer, l’azienda che cura per Rfi i lavori alla tratta di Brandizzo e che aveva tra i dipendenti anche il giovane messinese di 22 anni che ha perso la vita nella strage di una settimana fa.
Prassi criminale?
A far pensare ad una prassi consolidata sono state le prime testimonianze, raccolte dagli investigatori, di alcuni ex dipendenti della società. Nei prossimi giorni saranno interrogati altri lavoratori dell’impresa e dipendenti di Rfi. Se dovesse essere confermata la tesi della “normalità” dei lavori a treni circolanti, gli indagati rischiano pesanti aggravamenti delle accuse già ipotizzate a loro carico e l’elenco dei presunti responsabili potrebbe allungarsi.
No,non si è fatto giustizia con quel video , perché fa ancora più male vedere e sentire la tranquillità
con cui intraprendevano il lavoro …..quel video rappresenta
la sua realtà lavorativa…..quel video è agghiacciante per la leggerezza, e l’incoscienza soprattutto di quella frase : quando dico treno spostatevi….frazioni di secondi in cui si è probabilmente distratto con la telefonata che stava facendo, tant’è che non avuto il tempo di dire proprio quella frase incriminante , che probabilmente tante volte aveva detto ,per poterli mettere in salvo …..come se fosse normale fare quello che stavano facendo……la vita della squadra dipendeva da un segnale, che non era quello giusto e sicuro per poter lavorare in sicurezza …..e fa ancora più male che NESSUNO di loro si opponesse ,o capisse realmente il grave rischio che correvano ….. O forse lo capivano ,ma ci erano abituati,o forse non recriminavano per non perdere il lavoro…..non lo sapremo mai……sono questi gli interrogativi da porsi…… perché NESSUNO ha denunciato ?????….. perché NESSUNO è intervenuto prima a fermare quel modo di lavorare rischioso?????La giustizia ormai è vana ,perché 5 vite sono state perse….. NESSUNA giustizia colmerà l’ingiustizia che c è stata …..che serva da lezione a tutti quelli che mettono a rischio la vita dei lavoratori……e che serva da monito a chi per non perdere il lavoro ,accetta situazioni di rischio sottovalutando che prima o poi si finisce col rimetterci la vita!!!!