Partiti in 700 dalla Libia, arrivarono circa 500 a Messina il 20 luglio 2014. I sopravvissuti raccontarono l'orrore del viaggio e inchiodarono i trafficanti di uomini. Oltre 60 le vittime. Tra loro Ahmed, il bimbo di 4 anni al quale la città tributó l'estremo saluto al Municipio.
La Procura di Messina ha chiesto il giudizio immediato per tre tunisini e due palestinesi accusati di associazione per delinquere finalizzata all’ingresso clandestino di extracomunitari.
Si tratta dei tre scafisti arrestati dalla Squadra Mobile subito dopo lo sbarco a Messina di quasi 500 profughi, il 20 luglio 2014.
Sono indagati nell’inchiesta relativa all’uccisione di diversi migranti a bordo del peschereccio, partito dalle coste libiche il 17 luglio precedente con oltre 700 persone a bordo e soccorso dalla Torn Lotte in acque maltesi, la stessa notte. Nei racconti dei superstiti, che testimoniarono contro gli scafisti, emersero le immagini di un viaggio del terrore: stipati all’inverosimile nel peschereccio, alcuni morirono soffocati, altri accoltellati nella lotta ingaggiata per la sopravvivenza, altri ancora gettati in mare ancora vivi. Almeno 60 le vittime.
Tra loro c’era anche Ahmed, il bimbo siriano di 4 anni i cui funerali sono stai celebrati al Municipio, il 29 luglio successivo.
E’ morto cercando di salire sulla petroliera insieme ai genitori, tra l’acqua, il caos, l’impatto che ha sconquassato il peschereccio. La madre, una volta a bordo, l’ha stretto a se’ ancora a lungo, senza vita, fino a quando il corpicino non le è stato strappato e adagiato in una cella frigo.
La sua piccola bara candida, trasportata da un giovane marinaio triste, è una delle prime immagini choc che Messina ha avuto degli sbarchi, sempre più frequenti proprio dalla scorsa estate.
Alla sbarra andranno i tre giovani tunisini, Hicham Rjab, Mohammed Zahi, entrambi di 37 anni e Karouf Aref, 30 anni, rinchiusi nel carcere di Gazzi con l’accusa di essere stati al timone del peschereccio e di aver quindi provocato la morte di almeno 19 persone, intossicate dal monossido di carbonio, e due palestinesi. Altri 14 gli indagati.
(Alessandra Serio)