Sabato scorso, al Palacultura, per la stagione musicale delle Associazioni musicali riunite Accademia Filarmonica, V. Bellini, dinanzi ad un pubblico non proprio delle grandi occasioni, si è esibito il grande violinista russo Shlomo Mintz, insieme al pianista olandese Sander Sittig.
Si tratta di uno dei migliori violinisti attualmente in circolazione nel panorama mondiale, che avrebbe meritato ben altro pubblico, e la sua fama è stata ancora una volta confermata dalla splendida performance regalata ai fortunati spettatori. Poco impegnativo il primo brano eseguito, la Sonata n. 1 in re maggiore op. 137 di Franz Schubert, la prima di tre sonate giovanili per violino e pianoforte composte dal musicista austriaco all’età di diciannove anni, di modesto valore artistico, quasi un esperimento preparatorio dei grandi capolavori per musica da camera che seguiranno, ma con alcuni momenti, in particolare nell’”Andante”, che lasciano già intravedere l’intenso pathos schubertiano.
Ben più impegnativo il brano successivo, la Sonata n. 3 in re minore op. 108 di Johannes Brahms, una delle Sonate per violino e pianoforte più importanti dell’intera letteratura della musica da camera romantica. Si tratta dell’ultima delle tre Sonate composte da Brahms per questo organico – “un regalo meraviglioso” come la definì Clara Schumann – in quattro movimenti, tutti assai complessi, ricchi di spunti tematici che Brahms riesce a controllare e unire in una sintesi perfettamente naturale e fluida.
Melodico e affettuoso il primo movimento “Allegro”; misterioso, lirico e appassionato lo splendido “Adagio”; brillanti i due movimenti finali “Un poco presto e con sentimento” e “Presto agitato”, tutte le sfumature emotive della poetica brahmsiana sono toccate in questo singolare capolavoro. Shlomo Mintz ha saputo restituire tutto il mistero ed il fascino della Sonata, attraverso un’esecuzione che ha messo l’accento più sugli elementi lirici che su quelli brillanti. Ha impressionato in particolare l’intensità e profondità del suono che il violinista riesce a far uscire dal suo strumento, senza eguali. Particolarmente toccante l’esecuzione dell’”Andante”, di grande profondità espressiva. Ottima anche la prova di Sittig, pianista di grande talento, non una semplice spalla in una Sonata nella quale la partitura pianistica non è certo da meno rispetto a quella per violino.
La seconda parte del concerto è stata dedicata interamente a Serghej Prokofiev. Dopo le “5 Melodie” op. 35 bis, brani brevi e gradevoli, trascrizioni per violino e pianoforte delle originarie “cinque Melodie senza parole” op. 35 per voce e pianoforte, il concerto si è concluso con la straordinaria esecuzione della Sonata n. 2 in re maggiore op. 94 bis di Prokofiev. Anche questo brano in realtà è una trascrizione dell’originaria Sonata per flauto e pianoforte op. 94; fu il celebre violinista David Oistrakh, amico del compositore, che lo convinse a realizzare una trascrizione per violino, ed in tale organico la Sonata è ormai di gran lunga più nota ed eseguita. In quattro movimenti – “Moderato”; “Scherzo”; “Andante” e “Allegro con brio” – la Sonata si ispira alle forme classiche, e si respira l’atmosfera della Prima Sinfonia “Classica”. Non mancano però gli elementi fortemente ritmici, così caratteristici della musica di Prokofiev, in particolare nello Scherzo e nell’ultimo movimento, una briosa e luminosa danza, di grande effetto.
Affermare che Shlomo Mintz sia uno specialista di Prokofiev forse gli farebbe torto, essendo il musicista russo uno straordinario interprete di ogni autore con cui si cimenta. Tuttavia, probabilmente anche a causa della sua nazionalità, assistere ad una sua esecuzione di Prokofiev è stata un’emozione impagabile. Composto, statico, quasi ieratico, il suo modo di suonare non lascia nulla al caso, sembra una continua ricerca della perfezione, raggiunta attraverso una rara nitidezza e trasparenza del suono. Ottima anche l’intesa con Sander Sittig, pianista assolutamente degno di suonare insieme a questo mostro sacro del violino.
Ovazioni del competente pubblico presente, ripagato da un bis eccezionale: la “Fantasia” per violino e pianoforte dall’opera ”IL Gallo d’oro” di Rimkij-Korsakov, un autentico pezzo di bravura, un brano virtuosistico di difficoltà inaudita, eseguito da Mintz alla perfezione, lasciando il pubblico letteralmente sbalordito.