Girlanda, Longo, Musolino, Toscano e Vita sollecitano la convocazione di un tavolo tecnico per “dare voce a soluzioni logiche e basate su una approfondita conoscenza del problema, nell'interesse dei cittadini tutti”
Ancora in primo piano la realizzazione della Stroke Unit al Neurolesi-Piemonte, contro cui si sono pubblicamente esposti cinque luminari di Neuroscienze che operano al Policlinico di Messina. La lettera firmata qualche giorno fa dai cinque medici ha provocato la reazione della politica.
I cinque medici hanno deciso di rispondere, ribadendo e specificando ulteriormente le loro motivazioni.
Di seguito la lettera:
Se dei tecnici esprimono un parere non lo fanno di certo per aprire una "polemica inutile" ma per partecipare ad un dibattito con le loro esperienze e le loro competenze. E questo è doveroso soprattutto quando si parla di salute.
Dalle dichiarazioni degli ultimi giorni – apparse sulla stampa – da parte di alcuni esponenti della politica regionale e locale apprendiamo che il dibattito, a loro dire, non ci è consentito e che addirittura le nostre consapevoli e concrete affermazioni sono considerate quasi offensive nei confronti delle istituzioni che in nessun modo possono essere contraddette. Ancora una volta, ribadiamo con coscienza che l’argomento, soprattutto per la sua delicatezza, non può essere affidato alla politica. Ed auspichiamo la fine di ogni temeraria e sterile polemica nel rispetto delle professionalità dei medici.
Da padroni devono essere l’epidemiologia e la clinica. E dati sanitari corretti – questa volta sì inconfutabili – e documentati a sostegno della propria tesi. Altrimenti saranno necessariamente errate le conclusioni e le eventuali decisioni assunte sulla loro base.
Secondo i dati forniti nel 2016 dal Prof. Danilo Toni – coordinatore nazionale del registro mondiale SITS (“Safe Implementation of Treatment in Stroke”) – i casi attesi di ictus in Sicilia sono 8.342 all'anno. Nella provincia di Messina – 645.296 abitanti – sono attesi 1.065 casi di ictus in un anno.
Al Policlinico di Messina nel 2016 sono stati ricoverati 832 pazienti per ictus, pari al 78% di tutti i casi della provincia (non 161 e non il 10% come dichiarato ! ).
Gli 832 pazienti sono stati così ripartiti: 325 in Stroke Unit, 170 nell’unità di Neurologia e malattie neuromuscolari, 212 in Neurofisiopatologia e 125 in altri reparti del policlinico (Neurochirurgia, Rianimazione, Chirurgia Vascolare e Unità Coronarica).
161 sono stati invece i pazienti sottoposti a procedure di riperfusione per via endovenosa e/o per via endovascolare, pari al 100% dei casi attesi in tutta la provincia di Messina.
Sempre nel 2016 – così come negli anni precedenti – ben il 60% dei pazienti trattati proveniva dalla provincia e, pertanto, se vi è l’esigenza di uno o più centri Spoke è ovvio che questi debbano essere collocati in provincia e non a 2 kilometri di distanza dal centro Hub.
La rivoluzione della terapia dell’ictus ischemico ha inizio sicuramente nel 2015, quando è stata dimostrata scientificamente la validità dell’efficacia della disostruzione delle arterie cerebrali per via endovascolare per gli ictus gravi, possibile nella nostra regione solo al Policlinico Universitario di Messina che è fornito di un servizio H24 e 7 giorni/7 di neuroradiologia interventistica. Si pensi, ad esempio, che nei primi sei mesi del 2017 ben il 70% dei pazienti trattati per riperfusione è stato sottoposto a procedure neuroradiologiche e interventistiche endovascolari (e non un'esigua minoranza come qualche politico ha tenuto a sottolineare).
Questo dato può o no giustificare la nostra seria preoccupazione per la salute pubblica? Per ogni ora di ritardo muoiono circa 120 milioni di neuroni (32.000 al secondo!).
La gestione del paziente con ictus ischemico è tempo-dipendente; il percorso diagnostico-terapeutico richiede interventi multidisciplinari non presenti nella struttura del Piemonte.
Il paziente portato il più presto possibile presso il Policlinico – che possiede tutte le specialità – riceve il trattamento più appropriato ed efficace non solo in termini di sopravvivenza ma anche di prevenzione di grave disabilità.
A chiarimento della nostra posizione ci teniamo ad affermare che non abbiamo alcun pregiudizio verso i colleghi dell’IRCCS di cui apprezziamo la professionalità, ma parlare di una nuova Stroke Unit a così poca distanza da quella del Policlinico ci sembra non razionale. E per quanto questa nostra affermazione abbia potuto infastidire qualcuno, è nostra responsabilità, da medici e da cittadini, ricordare a tutti che di sanità si parla confrontandosi con chi opera nel settore da anni al fianco di chi combatte con la malattia. Per questo motivo a rimanere ancora una volta sorpresi siamo proprio noi. Attaccati – da chi dovrebbe rappresentare tutti – con parole offensive ed ancora una volta incomprensibili. Non sarebbe più utile per tutti – ci permettiamo di ribadirlo ancora una volta – sedersi intorno ad un tavolo e dare voce a soluzioni logiche e basate su una approfondita conoscenza del problema, nell'interesse dei cittadini tutti?
Prof. Paolo Girlanda
Ordinario di Neurologia dell’Università di Messina
Direttore UOSD di Neurofisiopatologia e Disordini del Movimento, Policlinico di Messina
Prof. Marcello Longo
Ordinario di Neuroradiologia dell’Università di Messina
Direttore UOC di Neuroradiologia, Policlinico di Messina
Prof.ssa Rosa Musolino
Associato di Neurologia dell’Università di Messina
Direttore UOSD Stroke Unit, Policlinico di Messina
Prof. Antonio Toscano
Ordinario di Neurologia dell’Università di Messina
Responsabile Programma Malattie Neurologiche Rare, Policlinico di Messina
Prof. Giuseppe Vita
Ordinario di Neurologia dell’Università di Messina
Direttore UOC di Neurologia e Malattie Neuromuscolari, Policlinico di Messina
È assurdo anche solo doverne parlare! Le neuroscienze a Messina sono un’eccellenza, la rete stoke-ima è tra le migliori in Italia, oggi chi ha un rischio cardio o cerebrovascolare ha più speranze di vita vivendo nel messinese, financo a stromboli dove con elisoccorso ti possono portare al policlinico, rispetto a coloro che vivono in centri blasonati del nord Italia. Perché creare assurdi inutili doppioni! Non sarebbe un servizio in più per la cittadinanza. Non sarebbe un buon impiego di soldi pubblici. Spenderli si, ma con criterio, migliorando o creando magari delle chirurgie di eccellenza, di cui ahimè il territorio è sprovvisto. amministratori scellerati, pensate al 118, perché senza medici in ambulanza le reti ima e stroke saltano