Il flusso piroclastico descritto si è originato dal collasso del fianco del Cratere Nord
Dopo l’improvviso parossismo dell’Etna, avvenuto alle prime ore del mattino, nella giornata di oggi lo Stromboli è tornato a farsi sentire, con una intensa attività esplosiva, che poco dopo le 13:00 UTC ha prodotto un significativo flusso piroclastico che ha raggiunto la linea di costa sviluppandosi in mare per oltre 1 km e producendo una nube di cenere che ha raggiunto un’altezza stimata di circa 1.5-2 km s.l.m. Altri flussi piroclastici di minore intensità si sono verificati subito dopo, producendo modeste nubi di cenere e materiale grossolano caldo che raggiunge la linea di costa. Il fenomeno è tuttora in corso. A partire dalle ore 12:51 UTC, come comunica l’INGV, è stato possibile osservare un transiente pari a circa 0.1 microradianti sul segnale clinometrico di Timpone del Fuoco.
Subito dopo l’evento una squadra di vulcanologi dell’INGV ha effettuato un sorvolo aereo lungo la Sciara, con l’elicottero dei Vigili del Fuoco. Da questo sorvolo si è osservato che il flusso piroclastico descritto si è originato dal collasso del fianco del Cratere Nord (CN). Quest’ultimo ha prodotto un trabocco lavico che si sta riversando lungo la Sciara del Fuoco fino a raggiungere la linea di costa.
In un comunicato, sempre l’INGV, fa sapere che “i segnali sismici di Stromboli (fatta eccezione per le stazioni ISTR e STR4) a partire dalle 14:36 locali non sono disponibili per i problemi di trasmissione dati segnalati nel Comunicato delle 13:33 UTC. L’ampiezza del tremore, osservabile alle 2 stazioni, attualmente si attesta su valori paragonabili a quelli che hanno preceduto il comunicato N. 4 di oggi. Per quanto riguarda l’ampiezza degli explosion-quakes, alla stazione ISTR si evidenzia un leggero trend in incremento rispetto a quanto osservato prima del fenomeno vulcanico”.