Un messinese parteciperà a uno degli eventi sportivi britannici più importanti con un obiettivo speciale
LONDRA – Torniamo a parlare dell’isola di Stromboli, una delle sette meraviglie del Mediterraneo, purtroppo messa in ginocchio dall’incendio dello scorso 25 maggio e dall’alluvione che si è abbattuta sulle Eolie il 12 agosto. Dopo la tanta solidarietà dimostrata dal territorio, una nuova iniziativa adesso porterà le vicende di Stromboli in Gran Bretagna, a Londra, in occasione della “Royal Parks Half Marathon” del prossimo 9 ottobre. All’edizione del 2022, che come sempre attraverserà il centro di Londra e i parchi reali, prenderà parte anche il messinese Bruno Porcari, ormai da tempo cittadino d’adozione della città del Tamigi.
Da Messina a Londra per sostenere l’isola di Stromboli
La “Royal Parks Half Marathon” è uno degli eventi sportivi più importanti di tutta l’Inghilterra, che ogni anno registra oltre 16.000 partecipanti. In quest’occasione Bruno correrà la maratona con una maglia sulla quale sarà rappresentato il vulcano di Stromboli, per portare l’isola e l’intera Sicilia con sé: «Vivo a Londra ormai da qualche anno –racconta- ma porto sempre con me la Sicilia nel cuore. Mi è molto dispiaciuto che l’isola di Stromboli abbia subito così tanti danni negli ultimi tempi, parlandone con i ragazzi dell’associazione “Coltiviamo un’idea” si è pensato di portare l’isola direttamente alla “Royal Parks Half Marathon” non solo per raccontare le bellezze di Stromboli, bensì anche per parlare della sua attuale situazione».
Bruno Porcari, infatti, non si è voluto limitare a portare con sé l’isola di Stromboli alla maratona: ha fatto di più, lanciando una raccolta fondi su Gofundme per risanare l’intera zona dell’isola che a causa delle ultime alluvioni è stata sommersa dal fango e per ripristinare la vegetazione che persisteva rigogliosa nell’area interessata dall’incendio dello scorso maggio.
«Dobbiamo essere noi siciliani i primi ad amare la nostra terra – ha concluso Bruno – anche se in tanti siamo stati costretti ad abbandonarla. Dobbiamo sempre portare le nostre origini nel cuore e credere che rinascere sia sempre possibile».