Il rappresentante della III circoscrizione condanna l’ipotesi prevista dal piano di rientro che affosserebbe ulteriormente gli utenti già mal serviti
Tutti i cittadini – si sa – hanno l’obbligo di pagare le tasse, oltre che per garantire il mantenimento dei servizi, anche per contribuire alla propria crescita sociale ed economica.
Ma, di contro, se i servizi non vengono garantiti adeguatamente rispetto a dei “sacrifici” economici richiesti ai contribuenti, la legittimità di questo principio sacrosanto non può che venire meno. Negli ultimi giorni la nostra città è sempre più invasa dai rifiuti per i noti problemi logistici e gestionali che investono la società Messinambiente, la quale, ad onor del vero, di colpe proprie non ne ha assolutamente e con i lavoratori che, nella fattispecie, sono soltanto delle vittime di un fallimentare apparato politico che li ha travolti e che rischia di farli degenerare in proteste sempre più eclatanti a danno degli incolpevoli cittadini. Ed è proprio questo il punto: i cittadini messinesi, in tutta questa vicenda strettamente legata per altro all’aumento del 30% della Tarsu quale correttivo che l’Amministrazione intende portare nella manovra “salva-dissesto” che sarà discussa oggi in Consiglio Comunale, che colpe hanno?? La proposta del consigliere della terza Circoscrizione Libero Gioveni segue quella che già in altri Comuni è stata attuata: risarcire i contribuenti dei disagi subiti nel delicato settore dell’igiene cittadina, decurtando i giorni nei quali, nell’arco dell’anno solare e per motivi diversi, non si è potuto effettuare la raccolta dei rifiuti solidi urbani. L’esempio più recente, infatti, è venuto dall’amministrazione comunale di Napoli, che attraverso una delibera di giunta del 30 dicembre 2011, ha avviato questo percorso decidendo di iniziare a risarcire le fasce più disagiate della popolazione. Tale iniziativa era nata anche per effetto di una sentenza del 2008 del Giudice di Pace di Napoli che aveva riconosciuto la validità dei ricorsi dinanzi a pagamenti dei cittadini per servizi mai erogati. Sarebbe, quindi, auspicabile – secondo Gioveni – visto il quasi certo aumento del 30% della Tarsu nella manovra economica correttiva di Palazzo Zanca e prendendo atto di tali disservizi e dei conseguenti disagi di natura igienico-sanitaria arrecati ai cittadini e, altresì, della possibilità non certamente remota che questi ultimi possano in futuro ricorrere ad azioni risarcitorie nei confronti del Comune, che si evitasse almeno il previsto aumento della Tarsu come sorta di “compensazione” con i richiamati disservizi.
LIBERO GIOVENI