Un uomo di 43 anni si è suicidato sabato scorso a Messina lanciandosi dal balcone di casa dopo dieci giorni di ricovero nel reparto di Psichiatria del Policlinico. I familiari presentano una denuncia in Procura perchè s'indaghi sul corretto comportamento dei medici. L'uomo forse non era pronto per le dimissioni.
La Procura indaga sulla morte di un uomo di 43 anni che sabato scorso, dopo nove giorni di ricovero nel reparto di Psichiatria del Policlinico, si è suicidato lanciandosi dal balcone di casa. A presentare la denuncia sono stati i familiari del 43enne che hanno chiesto che venga eseguita l’autopsia e venga accertato che non vi siano responsabilità da parte dei medici del reparto di Psichiatria del Policlinico. L’uomo, era affetto fin dalla nascita da una patologia psichiatrica. Ma le sue condizioni sono peggiorate nel dicembre scorso dopo il decesso della madre con la quale viveva insieme ad un fratello. Dopo aver accusato un malore il 20 marzo scorso il 43enne stato ricoverato in Psichiatria e dimesso dieci giorni dopo potendo proseguire la terapia a casa. Secondo il fratello però l’uomo sembrava in stato di sedazione, circostanza smentita però dai medici. La mattina del 30 marzo il 43enne è stato dimesso senza attendere l’arrivo dei familiari. Dopo una breve visita a casa della sorella il 43enne si è recato nella sua abitazione dove poco prima delle 14enne si è lanciato dal balcone. L’uomo è stato trasportato al Policlinico e sottoposto ad intervento chirurgico per una copiosa emorragia ma è morto sotto i ferri. I fratelli chiedono ora alla magistratura che accerti se le condizioni dell’uomo erano tali da consentire le dimissioni dal reparto di Psichiatria e se andava affidato ad un familiare piuttosto che farlo uscire da solo dall’ospedale. Precauzioni, secondo i familiari, che forse avrebbero potuto evitare il gesto estremo.