I segretari di Cgil, Cisl e Uil hanno esaminato la relazione della Corte dei Conti che fotografa un quadro nero e concede trenta giorni per evitare il dissesto. "Tra conti camuffati e dati lasciati in secondo piano emerge una gestione inadeguata dal 2009 ad oggi", dicono i sindacati.
Per comprendere meglio, nel caso in cui ce ne fosse ancora bisogno, la gravità della situazione in cui si trova Palazzo Zanca, bastava vedere l’espressione dei tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil al termine dell’incontro di oggi con il commissario Luigi Croce. La convocazione per i tre confederali era arrivata ieri sera, alla riunione c’erano anche il presidente del consiglio comunale Pippo Previti e l’esperto alle partecipate Nino Dalmazio. Sul tavolo la pesantissima relazione della Corte dei Conti sulla situazione finanziaria e gestionale del Comune di Messina redatta dopo l’audizione del commissario Croce dello scorso 9 novembre e la lettera giunta ieri a Palazzo Zanca che concede trenta giorni di tempo, dal momento della ricezione (ieri), per mettere in atto tutte quelle misure correttive per evitare il dissesto. Dissesto che non appare più solo come un rischio da scongiurare a tutti i costi, ma come un’amara realtà che si sta pian piano concretizzando. I segretari di Cgil, Cisl e Uil, Lillo Oceano, Tonino Genovese e Costantino Amato non hanno nascosto la forte preoccupazione per ciò che accadrà da qui ai prossimi 30 giorni.
“La relazione impone prescrizioni cocenti da mettere in atto al più presto, bisogna prima di tutto risolvere la discrasia che regna nella tenuta dei conti comunali. La Corte dei conti praticamente si è sentita presa in giro in questi anni e a questo punto di fatto ordina la dichiarazione di dissesto nel caso in cui si sappia fin da subito di non essere in grado di rispettare le indicazioni raccolte nel documento”, dice il numero uno della Cisl messinese Tonino Genovese.
Ancora più critico il segretario della Cgil Lillo Oceano: “La relazione che il commissario ci ha illustrato questa mattina conferma un errore profondo nella gestione da parte del Comune che non ha saputo mettere in sicurezza i conti dell’ente nonostante i tanti campanelli d’allarme. E’ un’analisi cruda ma quanto mai veritiera e a questo punto sarebbe un ulteriore errore pensare di poter lasciare da parte i debiti non accertati, la corte dei conti lo dice chiaramente, come altrettanto chiaramente parla di dati volutamente messi in secondo piano e addirittura camuffati. Se è vero che il tempo è galantuomo (Oceano usa non a caso le parole dell’ex sindaco Buzzanca) è anche vero che dal 2009 ad oggi c’è stata una gestione inadeguata, noi lo abbiamo detto tante volte, oggi lo conferma la Corte dei conti”, spiega Oceano.
Per il segretario Uil Costantino Amato “la relazione analizzata oggi non ha fatto altro che mettere in luce ancor di più questa disgraziata ipotesi di dissesto. Abbiamo 30 giorni di tempo per adempiere a quelle precise prescrizioni e sappiamo bene che la Corte dei Conti non accetterà più alcuna tesi giustificativa. Si deve procedere subito a fare una ricognizione esatta delle condizioni economiche senza lasciare da parte neanche una virgola. Una forte preoccupazione adesso è che gli uffici comunali non siano nelle condizioni di fornire ciò che la Corte dei conti chiede” conclude Amato. Tutti d’accordo, dunque, nella necessità di attuare subito le misure correttive indispensabili ad evitare il dissesto senza però cancellare i servizi pubblici, le tutele sociali, salvaguardando i livelli occupazionali, eliminando gli sprechi che continuano a persistere e avviando una seria lotta all’evasione dei tributi locali.
“Con questa deliberazione – evidenziano ancora i tre dirigenti sindacali- la Corte dei Conti ha fotografato in maniera inequivocabile la gravità della condizione contabile del Comune di Messina rilevando gravi ed evidenti squilibri strutturali e gravi criticità gestionali. La Corte, inoltre, non ha ritenuto condivisibile la tesi, sostenuta da alcuni, circa l’irrilevanza dei debiti censiti fino al momento in cui non sono ricondotti al sistema di bilancio dell’Ente evidenziando come tale approccio ha reso elevato il rischio di dissimulazione della reale esposizione debitoria”.
Tra le richieste della Corte dei conti c’è, infatti, l’accertamento dell'effettiva situazione contabile in quanto tra le righe emergono più o meno chiaramente conti nascosti o camuffati e dunque la difficoltà di fare una ricognizione dei debiti che corrisponda alla realtà. E, al di là dell’aspetto prettamente economico questo è forse un atto d’accusa pesantissimo nei confronti di chi ha amministrato in questi ultimi quattro anni. Oceano, Genovese e Amato sottolineano infatti come la Corte abbia ritenuto opportuno inviare agli organi inquirenti contabili e generali, copia della Relazione. “Appare fortemente indicativo l’invio di tale deliberazione alla Procura regionale della Corte dei conti e alla Procura generale della Repubblica di Messina. È pertanto urgente procedere senza tentennamenti ad una puntuale ricognizione sui conti adeguandosi alle prescrizioni della Corte e mettendo in trasparenza la reale situazione dell’Ente così come ripetutamente richiesto da Cgil Cisl e Uil anche in occasione della Manifestazione unitaria del 10 novembre. Solo la completa messa in chiaro dell’intera situazione debitoria e la predisposizione di adeguate misure correttive – concludono i tre dirigenti sindacali- ci consentirà di chiedere il necessario sostegno ai governi regionale e nazionale”. (Francesca Stornante)
che il commissario dichiari il dissesto e la facciamo finita con questa pantomima.
Solo nel leggere:” “Appare fortemente indicativo l’invio di tale deliberazione alla Procura regionale della Corte dei conti e alla Procura generale della Repubblica di Messina” appare evidente e chiaro che per i giudici delaa Corte dei Conti che avevano in esame il caso Messina la situazione è stata definita irreversibile e che i trenta giorno concessi dovrebbero essere utilizzati affinché il Commissario prenda atto della situazione ed adotti i provvedimenti consequenziali. Questo è l’epilogo di una agonia durata oltre sei anni.
LUIGI SEI UN SAGGIO..MA SI FACCIAMOLO STO DISSESTO..COSA VUOI CHE SIA..”DATE UN OCCHIATA A TARANTO ED ALESSANDRIA CITTA
DISSESTATE IERI, DOVE ANCORA ADESSSO TUTTE LE ALIQUOTE SONO AL MASSIMO” BAZZECOLE…
basterebbe anche solo che qualcuno si decida a troncare i rami morti…nelle aziende si licenziano per giustificato motivo gli ultimi assunti..quindi vedi tu quanto si risparmierebbe solo in ATM togliendosi di sopra tutte quelle persone entrate senza concorso solo perchè sono andate a fare macello dietro la porta dell’allora sindaco..come se gli era dovuto..morale della favola ora si vede questa gente portare i bus..con tanti terreni incolti in provincia…e di tutto questo una buona parte di colpa ce l’hanno anche i sindacati..ma sai come si dice: il potere logora…
8 anni è da 8 anni non solo 4….l’errore dei pareri negativi sui bilanci delle partecipate ed il mancato voto e senza intervenire strutturalmente è stato fatale, hanno imputato un bilancio virtuoso mentre i debiti crescevano nelle partecipate, ma non sono solo 4 anni. Una domanda ma alla corte dei conti glielo raccontavano lo stato delle partecipate o dicevano che il debito era solo di 60?
ma come si fà a non volere ammettere che i debiti delle partecipate sono del comune.Il proprietario è il Comune e quindi deve far fronte al pagamento dei debiti.Tutto il resto,Il consiglio comunale,la giunta,gli amministratori ,il Sindaco è una questione di lana caprina.I debiti sono del Comune perchè le partecipate,sono partecipate del comune al 100%.Poi se qualcuno ha sbagliato ne risponderà alla Procura della Repubblica ed alla Procura della Corte dei Conti e vedremo poi “se il tempo è veramente galantuomo” caro sig.BUZZY:
credi che in ogni caso le aliquote non rimarranno al massimo? mi spiace. ma il dissesto è l’unica strada. basta saper contare per capirlo.
una soluzione ci sasrebbe. ottenere un prestito a fondo perduto di circa 200 milioni di euro.
se qualcuno crede sia possibile lo dica. in alternativa basta aspettare.
ieri sera ho seguito gli interventi di tre sindacalisti locali su rtp. ho capito il male di messina. nessuno di loro durante tutta la trasmissione ha risposto mai ad una delle domande poste, c’era sempre qualcosa di diverso da precisare.
la verità è che la classe dirigente tutta (compresa quella sindacale) ha fallito miseramente. che si riconosca la cosa e che queste persone se ne vadano fuori dalle scatole una volta per tutte.
dissesto unica strada “certa” per imputare responsabilità. certo, pagheranno anche e molto i cittadini, ma quello succederà comunque.
sarà dramma sociale. comunque. come se non lo fosse già…