Il leader di Sicilia Futura prende posizione nei confronti del sindaco De Luca e dell'invito fatto al consiglio comunale di un ritiro sui colli per ragionare e discutere in vista delle ipotetiche dimissioni.
«Con il dovuto garbo istituzionale e nel rispetto dei ruoli mi permetterei di consigliare ai nostri rappresentanti di Sicilia Futura del civico consesso di non partecipare ad alcun “ ritiro spirituale” proposto dalla Amministrazione Comunale».
A dirlo ai “suoi” è il leader Beppe Picciolo che consiglia ai quattro esponenti di Sicilia Futura che siedono sugli scranni dell’aula di Palazzo Zanca di disertare la giornata di ritiro sui colli proposta dal sindaco Cateno De Luca.
Picciolo motiva anche la sua posizione: «Non per mancanza di rispetto o per indifferenza ai temi ma perché il “ ritiro “ ha un senso operativo una volta fatta chiarezza sul progetto ultimo dell’amico Cateno. Ovvero il Sindaco prima verifichi una volta e per tutte la possibilità di governare la nostra Città in autonomia ma con equilibrio e saggezza e poi potrà chiedere, per la parte di nostra competenza, il giusto supporto “ spirituale “ a sostegno del suo/nostro progetto».
Per Picciolo ad oggi c’è un solo tema in campo: il ritiro definitivo e permanente delle dimissioni presentate, «mi si perdoni immotivatamente, dal signor sindaco».
«Non si possono chiedere atti di amicizia quando si compiono atti unilaterali di ostilità. E Cateno De Luca che è un politico di razza lo sa bene. Metta da parte il cabaret ed inizi a dialogare sui temi caldissimi dell’autunno politico. Noi di Sicilia Futura non ci tiriamo indietro se vediamo serietà e rigore. Lo stesso faccia la Amministrazione Comunale. Per i ritiri, se così sarà, avremo tantissimo tempo».
“Vi regalo mari e monti, di tutto e di più, calare la Luna in un pozzo e
farvene dono, ma non posso. Perché?!? Ma è così chiaro! È colpa del buco
lasciato da accorinti”.L’invenzione delukiana è l’alibi perfetto, la calunnia ad effetto, la manipolazione mediatica preferita da ogni cia@@@ne senza ritegno, che voglia entrare nella stanza dei bottoni senza pagare pegno. La menzogna è il nuovo strumento di governo per manovratori deresponsabilizzati, ma eticamente disturbati. Perciò, ad ogni difficoltà, denunciamo prima il famoso buco di Accorinti poi quello di Buzzanca. A sentire RetroTeno ed i suoi sodali, il nuovo buco in questione supererebbe la fantasmagorica cifra dei X miliardi di euro. E in effetti si tratta davvero del bucosenzafine