Il consiglio comunale presto dovrà pronunciarsi sulla delibera proposta dall’assessore Corvaja. Ecco i punti chiave ed IN ALLEGATO il testo integrale del documento
«Lo stato del nostro territorio ha delle criticità di tutta evidenza, sotto tutti i profili possibili». Questa è la premessa. Che porta ad una pressoché inevitabile considerazione: «Il nuovo Prg dovrà prevedere un consumo del suolo tendente a zero». Sono quasi 40 le pagine della delibera (QUI LA VERSIONE INTEGRALE IN PDF) che l’assessore Pippo Corvaja ha portato in consiglio comunale e che contiene le direttive del nuovo Piano regolatore generale. Le linee guida dello strumento urbanistico che avrà il difficile compito di “superare” la Variante oggi in vigore e che tanti scempi ha autorizzato nel nostro territorio. «Il nuovo Prg – si legge – dovrà abbandonare l’antica idea del piano urbanistico quale strumento di regolazione dell’uso del suolo che definiva indici, limiti e norme; questa concezione del piano non è più sufficiente per la complessità delle questioni in gioco. E’ necessario, invece, che si introduca un nuovo concetto di piano, inteso come “processo di cambiamento”, “aperto e flessibile”, in grado di adattarsi alle mutevoli previsioni dei diversi strumenti di pianificazione (Prg del Porto, Piani Strategici, Pum, etc.) e dei programmi di nuova generazione (Pit, Prusst, etc.). Un piano che sia uno strumento di “Governo del territorio”, laddove la capacità di “governare” i processi di mutamento, territoriale, sociale ed economico, rappresenti la vera capacità di attuazione». Un piano che però ha bisogno di un «patto politico solido, che impegni le forze decisionali e gli attori del cambiamento, pubblici e privati, nella visione strategica unica». Un contesto, scrive Corvaja, in cui «si innesca la problematica della realizzazione del Ponte sullo Stretto, la cui incertezza (si farà non si farà?), non può né deve divenire ostacolo alla redazione del nuovo Prg».
NUOVO PRG ED ECONOMIA “SOSTENIBILE” Le direttive generali hanno alcuni concetti chiave: ad esempio, «la pianificazione territoriale e la programmazione economica rappresentano due facce della stessa medaglia», o ancora, «lo sviluppo economico e sociale non può prescindere da un adeguato assetto del territorio». Ecco perché «il nuovo Prg dovrà in primo luogo contribuire a promuovere uno sviluppo sostenibile per la città di Messina e dovrà ispirarsi ai principi della sostenibilità, sia essa ambientale, sociale ed economica». Sarà dunque necessario «che nella stesura del nuovo Prg della città si trovi la massima integrazione e reciproca coerenza fra questo e gli strumenti di programmazione economica già esistenti, quali il Piano Strategico Messina 2020». Fermo restando che «il Piano strategico dovrà essere rimodulato qualora le sue previsioni risultassero incompatibili in tutto o in parte con quelle urbanistiche del nuovo Prg, che dovrà essere lo strumento principale per tutto il territorio comunale, inteso come “unicum”». Un’idea è quella di «affiancare il lavoro di redazione del nuovo Prg con un team di economisti».
TURISMO MA NON SOLO Le varie zone della città hanno precise vocazioni. «L’area costiera a sud del centro urbano – ad esempio – in conseguenza della realizzazione del nuovo approdo di Tremestieri e dei collegamenti autostradali, rappresenta la zona che dovrà essere attrezzata per lo sviluppo di attività produttive e di quelle legate ai trasporti ed alla logistica». Ma la “vera” vocazione è il turismo. «La valorizzazione ed il potenziamento del crocierismo dovranno essere favoriti attraverso la realizzazione di un terminal turisti e favorendo la nascita di idonee infrastrutture competitive da offrire. Il Prg dovrà inoltre favorire lo sviluppo delle attività legate alla nautica da diporto, destinando aree a piccoli porticcioli con zone idonee per varo ed alaggio, individuando zone per la manutenzione ordinaria e straordinaria delle imbarcazioni da diporto, yacht e imbarcazione di media dimensione, da distribuirsi lungo tutta la costa, considerando gli elementi meteo-marini». Si pensa, poi, allo «sviluppo del turismo culturale e convegnistico», al turismo fieristico, «per il quale la città ha una tradizione ormai quasi secolare, e quello dei prodotti enogastronomici», con un occhio, infine, alla «realizzazione di Parchi culturali tematici». Non si può dimenticare il commercio, concetti quali «razionalizzazione e potenziamento delle attività commerciali» e «tutela delle attività artigianali mediante la creazione di aree artigianali diffuse sul territorio».
E ADESSO BASTA PALAZZINE: UN PRG “AMBIENTALISTA” «Obiettivo generale del Prg – scrive Corvaja nella delibera – dovrà essere quello di limitare decisamente la crescita edilizia residenziale nei prossimi anni ed in particolare ogni forma di edificazione che possa comportare un ulteriore consumo di suolo nelle aree collinari retrostanti il centro urbano. In alternativa il nuovo Prg dovrà puntare: sul riuso del patrimonio edilizio non utilizzato o sotto utilizzato, favorendo tutte le condizioni di un suo inserimento nel mercato; il recupero del patrimonio edilizio ed urbanistico in condizioni di degrado o di sottoutilizzo, puntando soprattutto su interventi di recupero, restauro e ristrutturazione edilizia; il recupero delle centralità e delle aree urbane attualmente non utilizzate, sottoutilizzate o impropriamente utilizzate, quali ad esempio attività produttive localizzate in zone centrali, per le quali si dovrà pensare a forma di rilocalizzazione nei villaggi». Il Piano dovrà avere una linea “ambientalista”, a partire dalla Valutazione ambientale strategica, di cui la Variante attuale è sprovvista: «La redazione della Vas relativa al nuovo Prg dovrà finalmente colmare il principale vuoto tecnico amministrativo del Prg vigente. La conseguente “Carta dei vincoli e delle potenzialità del territorio comunale” dovrà contenere un censimento accurato del territorio comunale e delle sue caratteristiche. Un obiettivo fondamentale sarà quello della costruzione della “Rete ecologica cittadina”. La “Core area” della rete ecologica sarà rappresentata dalle vaste aree boscate dei Peloritani, un territorio di straordinario valore ambientale che si estende, come appena detto, su una superficie di 4.500 ettari».
LA VALORIZZAZIONE DEI VILLAGGI E LA “PEREQUAZIONE URBANISTICA” Un occhio di riguardo lo avranno i villaggi: «Il territorio collinare in cui molti villaggi si trovano dovrà essere tutelato e, laddove necessario, riqualificato e restaurato, allo scopo di creare un vasto “Parco agricolo collinare”, sottoposto a specifica normativa tecnica di attuazione, dove potranno svilupparsi attività agricole tradizionali di pregio ed il turismo rurale ed enogastronomico». Centrale il concetto di “sicurezza”: «Obiettivo fondamentale del nuovo Prg dovrà essere quello di contenere e ove possibile eliminare i livelli di rischio esistente di tipo sismico ed idrogeologico». Come operare lungo la linea sottile che divide l’urbanistica a impatto zero dalla necessità di non annientare un intero settore economico? «L’istituto della perequazione urbanistica – si legge nella delibera – ha come finalità la limitazione delle sperequazioni che si creano tra proprietà diverse nel momento pianificatorio che attribuisce destinazioni urbanistiche ai suoli», dunque «cerca di ridistribuire i vantaggi edificatori anche su chi si trova direttamente gravato da una destinazione o vincolo pubblico. Il meccanismo in senso generale consiste nell’assegnare un indice perequativo, cioè equivalente ad un indice territoriale, ad un insieme di aree con destinazioni pur diverse, private e pubbliche».