Bocche cucite agli interrogatori di garanzia per gli arrestati del blitz anti droga dei Carabinieri di Patti
PATTI – E’ un muro di silenzio quello contro cui si scontrano, almeno per il momento, gli inquirenti di Patti a lavoro sull’operazione Ambrosia. Dagli interrogatori di garanzia, infatti, non sono venute fuori svolte rilevanti. I primi arrestati dopo il blitz di una settimana fa, infatti, hanno quasi tutti scelto di non rispondere alle domande del giudice per le indagini preliminari Eugenio Aliquò, lo stesso che ha autorizzato per loro i domiciliari.
Si sono quindi avvalsi della facoltà di non rispondere Giuseppe Condipodaro, Riccardo Pintaudi e Cristian Terranova. Bocca cucita anche per Calogero Maggistro, che ha l’obbligo di dimora. Agli interrogatori era presente anche il sostituto procuratore Federica Urban, che ha coordinato gli accertamenti dei carabinieri della Compagnia di Patti, ai comandi del capitano Pascariello.
Tutti al momento restano quindi dove sono, mentre i difensori, tra i quali gli avvocati Agostino Scaffidi e Antonio Spiccia, stanno valutando di chiedere il riesame delle ordinanze custodiali al Tribunale della Libertà. à
Per tutti l’accusa è di aver messo in piedi un vero e proprio sistema di delivery della droga, che ruotava intorno due distinti appartamenti di Gliaca di Piraino, definiti dal giudice una sorta di market h24 dello spaccio. Quando i clienti non potevano recarsi dai pusher, bastava ordinassero via chat e lo stupefacente, prevalentemente la cocaina, arrivava loro a domicilio attraverso veri e propri rider.