40 lavoratori rimarranno disoccupati, una cinquantina di anziani non avrà più la sua “casa”. E’ stato uno dei tanti temi scottanti che ieri sera sono stati al centro del durissimo confronto tra De Luca e i sindacati
Il dramma è di nuovo alle porte. E Casa Serena torna nell’occhio del ciclone. In questi giorni più volte il sindaco De Luca ha parlato dei servizi sociali usando toni durissimi contro una gestione malata, contro quel sistema delle cooperative che ha continuato a fare il bello e il cattivo tempo nel settore, contro sprechi e anomalie che il Comune non si può più permettere. Nel mirino soprattutto Casa Serena per i costi troppo alti a fronte di una cinquantina di anziani ospiti e 40 lavoratori.
Poi ieri sera la conferma: De Luca chiuderà Casa Serena. Lo ha detto a chiare lettere durante la riunione con sindacati e parti sociali che è andata avanti fino a notte fonda nella Sala ovale di Palazzo Zanca.
Un incontro-scontro che ha visto i sindacati affrontare a muso duro le misure che il sindaco ha inserito nel SalvaMessina per evitare il dissesto ma che rischiano di lasciare troppe vittime sul campo. I primi a pagare saranno i lavoratori perché il sindaco ha ribadito più volte che ci saranno inevitabili ricadute sul fronte occupazionale che riguarderanno tutte le partecipate e il delicatissimo settore dei servizi sociali. con il SalvaMessina si perderanno posti di lavoro. E' questo che è emerso ieri sera ma che adesso dovrà trovare conferma nei nuovi dati e numeri che il sindaco De Luca fornirà nei prossimi giorni.
Su Casa Serena però la strada sembra tracciata: chiusura della struttura e tutti a casa. Anziani e lavoratori. «Chiudiamo Casa Serena perché così non possiamo permettercela» ha detto De Luca che per far quadrare i conti è pronto a tagliare proprio i servizi sociali perché, ha spiegato, unico capitolo di bilancio che non è stato falcidiato dall’amministrazione precedente e quindi adesso l’unico su cui poter agire per recuperare somme che servono al SalvaMessina.
Se la decisione sarà confermata e messa nero su bianco si aprirà una nuova inevitabile vertenza. Sembrano ormai lontani i ricordi delle barricate durante il commissariamento Croce per salvare la casa di riposo di Montepiselli. All’epoca era stata ordinata la chiusura perché mancavano i soldi per metterla in sicurezza. Poi anche l’amministrazione Accorinti sembrava sulla strada della chiusura per le stesse ragione, ma arrivò la soluzione tampone del trasferimento di metà degli anziani in altre strutture, lasciando una cinquantina di anziani a Casa Serena. Arrivarono i primi tagli del personale che però era stato ricollocato in altri servizi finanziati dalla 328. L’anno successivo altri 12 operatori furono dichiarati in esubero e da allora non sono mai più stati ricollocati. Adesso De Luca potrebbe mettere la pietra tombale su Casa Serena. Gli anziani perderanno la loro casa, 40 persone resteranno senza lavoro e non saranno ricollocate da nessuna parte.
Uno scenario preoccupante che si va ad aggiungere a quello che riguarda tutta la galassia delle partecipate, dei servizi che gestiscono e dei tanti lavoratori che ci sono impiegati. Uno scenario a cui i sindacati ieri sera hanno detto categoricamente no e che adesso inevitabilmente aprirà una fase durissima sul fronte sociale e occupazionale.
Lo stesso De Luca, durante il confronto, ha infatti affidato ad un post Fb un commento sull’andamento della riunione: «Duro ed aspro il confronto con le parti sociali con il Comune che, da un lato, cerca di far comprendere il disastro nel quale si trova ed i sindacati, dall’altro, che rivendicano soltanto la salvaguardia dei posti di lavoro. Non credo che giungeremo ad una costruttiva sintesi».
Francesca Stornante
Lavoratori senza concorso o peggio ancora scambiato con certi favori…e avete sempre il brutto vizio di equipararli giuridicamente e moralmente a chi il sacro lavoro lo ha ottenuto con tutti i crismi della democrazia! E vergognatevi di sfruttare l’ingenuità di qualche anziano che starà sicuramente meglio in altri posti.
Servizi e condizioni sono indecenti. Andrebbe chiusa anche se non fossimo al collasso. De Luca ha ragione.