Scagionato dall'accusa di aver rivelato segreti d'indagine ad un investigatore privato il finanziere messinese coinvolto nell'operazione 342
Cadono in Cassazione le ultime accuse rimaste in piedi per il luogotenente della Guardia Finanza Francesco Giusti, coinvolto nel così detto caso delle talpe in Procura, sfociato nell’Operazione 342 sull’attività dell’investigatore privato Molonia e i suoi contatti tra le forze dell’Ordine.
La Sesta sezione della Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’avvocato Salvatore Silvestro, difensore del finanziere, e ha annullato senza rinvio la sentenza di condanna a 3 anni e 2 mesi, scagionandolo pienamente dalle accuse “perché il fatto non sussiste”.
Non c’erano i reati contestati, insomma, in quella vicenda che è costato un decennio di processi al finanziere. Processi conclusi, pronunzia dopo pronunzia, con sentenze pienamente liberatorie per lui. Ieri anche il verdetto definitivo della Cassazione, che ha chiuso il caso cancellando la sentenza che nel gennaio scorso aveva già definito l’assoluzione di Giusti, confermando però alcune ipotesi d’accusa per degli episodi residui di rivelazione di segreti d’ufficio.