L'ex assessore regionale, condannato a 4 anni dopo le rivelazioni dell'ex presidente dell'ente per disabili, punta il dito contro il suo accusatore.
Continua ad alimentare il dibattito la sentenza del Tribunale (presidente Grasso) sulle tangenti all’Aias, l’istituto per disabili di Barcellona. In particolare la condanna a 4 anni per l’ex deputato regionale Sebastiano Sanzarello, il politico centrista originario di Mistretta accusato dall’ex presidente Aias Luigi La Rosa di essere il terminale politico dei “favori”.
“Sono ovviamente dispiaciuto ed amareggiato per l’imprevedibile esito di questo processo. Con il mio avvocato stiamo cercando di capire su quali presupposti di fatto e di diritto si sia potuta basare questa sentenza, vista l’assurdità dell’accusa e la completa inattendibilità del La Rosa mio unico accusatore, coimputato – ed oggi – condannato nel medesimo procedimento”.
Nel “mirino” di Sanzarello c’è proprio la credibilità del manager pubblico La Rosa, condannato ad un anno e mezzo. “Non esiste e non è emerso alcun riscontro di alcun tipo che supporti le dichiarazioni del La Rosa a mio carico. Non posso che segnalare peraltro la recente sentenza nel processo collegato presso il tribunale di Barcellona, nel quale l’imputato Carmelo D’Amico e’ stato assolto pur essendo accusato sulla base degli stessi inesistenti presupposti.
Devo dire che l’assoluzione dell’imputato Carmelo D’Amico e le sue rivelazioni sul personaggio Luigi La Rosa avevano rafforzato in me la legittima aspettativa di un esito rapido e favorevole del mio processo.
Certamente ho sottovalutato le accuse partendo dal presupposto di avere la coscienza pulita e sino a ieri ho pensato che della mia totale estraneità ai fatti sarebbero stati tutti convinti con facilità considerando, oltre che l’inverosimiglianza delle accuse e la incredibilità dell’accusatore anche la citata assenza di riscontri.
Aspetto le motivazioni della sentenza per appellarla; sono certo che nel secondo grado di giudizio non solo la giustizia ma anche il comune sentire apprezzeranno le mie ragioni e mi renderanno l’onore di cui mi sento defraudato”.
E vorrei ben vedere che un condannato si metta aparlare bene del suo accusatore.
George
E vorrei ben vedere che un condannato si metta aparlare bene del suo accusatore.
George