È al sacro fuoco dell’entusiasmo che Taobuk dedica l’edizione del decennale, un traguardo importante tradotto in un ricco calendario di eventi che si svolgerà a Taormina dal 18 al 22 giugno prossimi. Entusiasmo, la cui radice etimologica en theós ousía, avere dio dentro di sé, ci riporta alla Grecia Antica e all’Origine dell’Occidente. A Platone che ne fa una pre-condizione della Poesia. Ci riporta appunto a Taormina, al suo splendido Teatro greco-romano, e ancora a Taobuk, il festival ideato e diretto da Antonella Ferrara. Festival che rappresenta la passione per i libri in un orizzonte sempre più vasto e aperto, coniugando le Belle Lettere con le altre Arti. Entusiasmo che diventa, oggi – nell’epoca dell’economia della depressione, come la chiamerebbe Paul Krugman – un manifesto politico, ingrediente fondamentale per un programma che si proponga di salvare il mondo, e non solo di piegarlo ai nostri desideri.
Entusiasmo come categoria dello spirito
«Ho bisogno d’amore, amore, amore, fuoco, entusiasmo, vita», scrive Giacomo Leopardi nelle Lettere da Roma. Le parole del Poeta, associate alla nozione stessa di “pessimismo cosmico”, ci ricordano che l’entusiasmo è una categoria dello spirito. Di quello universale, ma ancora di più di quell’idea – potente e in crisi – che va sotto il nome di Occidente. Entusiasmo che è in perenne contraddizione dialettica con il suo opposto, con la desolata contemplazione dei propri limiti; una contraddizione sufficiente a definire l’Uomo, perennemente sospeso tra la consapevolezza dell’Infinito e le proprie fragilità.
Infinite declinazioni
E infinite sono le declinazioni che l’entusiasmo ha avuto nel corso dei secoli. Assomiglia molto all’entusiasmo greco la vibrante celebrazione dello spirito dionisiaco che Nietzsche fa nella “nascita della tragedia”, anche se il filosofo che più di tutti ha spezzato con forza gli sviluppi lineari del pensiero occidentale è contro Platone e la sua metafisica. Essere pieni di Dio è, in fondo, all’origine di due sentimenti opposti; quello della contemplazione di quel principio divino, così come della sua evoluzione nel tentativo dell’uomo di trascendere i propri limiti.
È questo l’entusiasmo che catalizza i più spettacolari balzi in avanti nella storia dell’umanità, nel diciannovesimo e ventesimo secolo; che porta l’Uomo sulla Luna e al primo messaggio scambiato sulla rete dei computer. Ma l’entusiasmo si accompagna – quasi per definizione – al suo contrario. Al lato oscuro del progresso, alla paura di una velocità e di una complessità che ci sta sfuggendo di mano. È questa seconda dimensione che domina negli ultimi decenni. Una stanchezza da “entusiasmo” che si trasforma in smarrimento, depressione, angoscia.
Fucina di idee e proposte
E di visionarietà si è nutrito Taobuk, una kermesse ispirata alla tradizione culturale di Taormina, metà prediletta di scrittori e artisti, da Tennessee Williams a Truman Capote a Greta Garbo. Un genius loci rimasto a lungo sullo sfondo e che Taobuk ha voluto esaltare per andare ancora oltre, creando nella Perla dello Jonio una fucina di idee e proposte. Il decennale del festival è perciò un approdo importante che guarda al futuro. Punta sulla simbiosi costruita con il territorio, così come sulla proiezione internazionale che la manifestazione ha saputo raggiungere e consolidare. L’entusiasmo, inteso come spirito che motiva e incoraggia progetti e imprese, si sprigiona infatti – e si irradia – anche dai luoghi, dalle loro radici storiche e culturali. Un sentire che trova in Taobuk un percorso esemplare, una scommessa vinta nel segno del brand Taormina, riaffermandone la centralità culturale e la bellezza ineguagliabile.
Le parole di Antonella Ferrara
Come sottolinea Antonella Ferrara: «La voglia di andare avanti, creare, sperimentare che, in fondo, è ciò che ci serve per vivere. Recuperare, dopo esserci illusi di aver vinto definitivamente contro la “barbarie”, l’entusiasmo. Il manifesto di Taobuk 2020 vuole essere un’occasione per costruire idee, prospettive, volontà, come antidoto alla crisi e alla depressione dell’Occidente, come volano delle sfide che il mondo contemporaneo ci pone: l’avvento dei nuovi colossi dell’economia, della scienza, della cultura, a partire dai mercati mediorientali e soprattutto dalla Cina, mai così concorrenziale. Nell’anno che celebra la decima edizione del Festival – figlio di una visione che ha trovato nell’entusiasmo il proprio centro di gravità grazie ai molti che ne hanno condiviso la progettualità – Taobuk conduce un ragionamento intorno a questa risorsa imprescindibile dell’uomo, antidoto al tanto dibattuto “tramonto dell’Occidente”, perché linfa vitale degli innovatori, dei creativi, dei visionari».