I dipendenti decidono di esporsi in prima linea chiedendo una convocazione del consiglio comunale per definire la vicenda dal loro punto di vista. Bloccare la liquidazione “per difendere gli interessi e l’economia di Taormina e restituire serenità alle numerose famiglie dei dipendenti che rischiano li posto di lavoro” è la loro richiesta
Al centro di una querelle infinita, l’Azienda dei Servizi Municipalizzati di Taormina è stata liquidata dal consiglio comunale nel settembre del 2011. Da allora troppe chiacchiere e poche certezze e soprattutto nessuna garanzia per i dipendenti a rischio che ora decidono di esporsi in prima linea chiedendo una convocazione del consiglio comunale per definire la vicenda dal loro punto di vista. Bloccare la liquidazione “per difendere gli interessi e l’economia di Taormina e restituire serenità alle numerose famiglie dei dipendenti che rischiano li posto di lavoro” è la richiesta contenuta nella nota inviata al sindaco Eligio Giardina e al Prefetto di Messina Stefano Trotta. Si cambia rotta, dopo il viavai di liquidatori che si sono succeduti negli ultimi tempi all’Asm – che è stata al centro di una discussione infinita da parte dei componenti del civico consesso taorminese – si puntano i riflettori sulla potenzialità dell’azienda. La richiesta di smettere la messa in liquidazione dell’Asm era arrivata già tre anni fa dai dipendenti che, adesso, ci riprovano, puntando il dito contro una cattiva gestione che non avrebbe permesso all’Asm di divenire produttiva. Una situazione di stallo inaccettabile “proprio mentre scorrono i giorni che ne decreteranno a breve la liquidazione”. “Vale davvero la pena cedere l’Asm?”, è la domanda che i lavoratori pongono all’amministrazione Giardina, “può il comune rinunciare agli introiti che ne derivano?”. I dipendenti considerano una cattiva scelta quella di vendere ai privati, sia per le casse comunali che per i servizi resi agli utenti e andranno compatti verso la loro strada. In caso di indifferenza sono anche pronti a più eclatanti forme di protesta.
Giusy Briguglio