I dirigenti Bruno De Vita, Salvatore Valerioti ed Enrico Buda fuoriescono dal partito di Musumeci con una dura lettera d'accuse
TAORMINA – “Diventerà Bellissima non esiste più quale soggetto politico democratico finalizzato all’attuazione di un progetto politico: oggi esso è solo un mezzo per traghettare alcuni “fortunati”, tramite la lista di Fratelli d’Italia, verso un seggio sicuro. Nessuna riunione finalizzata a decidere in forma collegiale, nessun confronto con la base, nessuna strategia mirata a selezionare i migliori, cui sono sempre stati preferiti gli “amici””. Il duro atto di accusa è firmato dagli ormai ex dirigenti taorminesi Bruno De Vita (nella foto), Salvatore Valerioti ed Enrico Buda. I tre hanno inviato al presidente della Regione Nello Musumeci e al deputato regionale Pino Galluzzo una nota con cui formalizzano le loro dimissioni dal partito.
“Non ascoltati i problemi del territorio”
“A questi limiti si aggiunge inoltre una assoluta insensibilità verso la risoluzione di problemi e verso l’ascolto delle problematiche del territorio – aggiungono – Avevamo chiesto un intervento per il
turismo a Taormina, un sostegno all’azione dei Centri Commerciali Naturali, un spinta al recupero della ferrovia Alcantara – Randazzo e soprattutto una tutela dell’ospedale di Taormina ed altre tematiche di ordine generale, ma il presidente vuole volare alto e non vede queste “piccole cose”; Galluzzo – proseguono i tre – invece è convinto che la rielezione si fonda sul quadrilatero con al centro Barcellona e Milazzo. Di fatto da oltre un anno chiediamo un confronto su queste tematiche, senza avere alcun riscontro e quindi siamo costretti a prendere le distanze da un modo di pensare alla politica che non ci appartiene”.
Alla luce di tali riflessioni, i dirigenti di “Diventerà Bellissima” Bruno De Vita, componente l’Assemblea regionale e commissario del partito a Taormina; Salvatore Valerioti, componente il coordinamento provinciale; Enrico Buda, componente il coordinamento provinciale giovanile, hanno quindi comunicato la fuoriuscita dal movimento e le dimissioni da tutte le cariche di partito.