Taormina. Ferraro: "Il Comune non rischia il dissesto. Ecco perché, con dati certi"

Taormina. Ferraro: “Il Comune non rischia il dissesto. Ecco perché, con dati certi”

Carmelo Caspanello

Taormina. Ferraro: “Il Comune non rischia il dissesto. Ecco perché, con dati certi”

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lunedì 16 Dicembre 2019 - 10:08

Intervento dell'assessore a pochi giorni dal Consiglio convocato dal commissario per esitare il Bilancio, sul quale pesa il parere negativo dei revisori

TAORMINA – Il Comune di Taormina “non è in questo momento a rischio default”. L’assessore al Bilancio, Alfredo Ferraro, interviene per fare chiarezza su un tema delicato che continua ad animare spettri e dibattito politico. Lo fa alla vigilia della riunione di Consiglio comunale convocata dal commissario Angelo Sajeva per il 23 dicembre alle 10, per esitare il documento unico di programmazione 2019-2021 e il Bilancio di previsione degli esercizi 2019-2021. Per l’approvazione sono stati concessi 5 giorni di tempo. In ballo c’è la decadenza del Consiglio stesso.

“Ipotesi default non credibile”

“L’ipotesi di dissesto finanziario, in questo momento – spiega Ferraro – non appare credibile, e nemmeno è presa in considerazione dal Collegio dei revisori, nonostante il parere sia negativo. Infatti, il Bilancio non viene giudicato squilibrato. Esso – specifica l’assessore – è mancante dei bilanci delle partecipate (Asm e Consorzio rete fognante). Queste criticità sono in corso di superamento avendo il Comune adottato le misure necessarie. Infatti, per i bilanci dell’Asm è stato dato incarico ad un noto professionista di completare l’iter; mentre al Consorzio Rete fognante i bilanci sono redatti, muniti di parere favorevole del Revisore unico dei conti e posti all’attenzione dell’Assemblea consortile per la deliberazione. Inoltre, si va spediti verso la revoca della liquidatela Asm”.

“Uscire dalla crisi richiede tempo”

Ferraro va presto oltre: “Il giudizio sulla possibilità di dissesto – incalza – deve essere basato sullo squilibrio strutturale riferito alla situazione di cassa, tenendo conto anche delle situazioni sintomatiche rappresentate dagli indicatori di deficitarietà individuati con decreto ministeriale del settembre 2009. Inoltre, è evidente che per gli Enti che versano in simili difficoltà uscire dalla crisi richiede tempo e disponibilità di strumenti amministrativi. Non esiste una soluzione univoca, ma è necessario individuare gli strumenti sui quali puntare per portare a termine tutta l’operazione, ed in primis, attuare una politica di risparmi, far pagare i contribuenti – debitori, consentire nuove entrate senza incrementare tasse e imposte”.

“Dati certi dicono che Taormina non è più un Comune deficitario”

L’assessore Ferraro sostiene che l’Amministrazione può basarsi su “dati certi”. E vengono elencati.

  1. Il comune di Taormina non è più ente strutturalmente deficitario in base ai parametri stabiliti dall’art. 242 del Testo unico degli enti locali rispettando otto indicatori su dieci previsti dal decreto ministeriale del 24 settembre 2009 (vedere allegati al Rendiconto 2018).
  2. Il primo indicatore di positività e cambiamento è senza dubbio il risultato di cassa. Il Comune nel corso dell’intero anno 2019 non ha fatto ricorso ad anticipazione di tesoreria, si è gestito con i fondi propri e ha una disponibilità di cassa di 3 milioni 990mila e 454 euro, come attestato dal Collegio dei revisori nel parere. L’inversione di tendenza è chiara: nel 2019 il Comune di Taormina non ha avuto costi per interessi passivi di tesoreria. Mentre nel triennio precedente la media di spesa per tale onere è stata di 140mila ero l’anno.

3) I fondi a salvaguardia del bilancio, quali il Fondo crediti di dubbia esigibilità (Fcde) e il fondo contenzioso per le passività potenziali sono congrui (soltanto adesso, perché in precedenza indicati in maniera approssimativa e limitata) e stanziati nei limiti massimi richiesti dalla normativa.

4) Il Bilancio 2019 prevede, inoltre, gli stanziamenti delle prime due annualità del piano di riequilibrio pari a 2 milioni 881nila e 119 euro, oltre a un milione e 500mila euro per gli ulteriori debiti fuori bilancio e negli esercizi 2020 e 2021 sono comprese le restanti annualità del predetto piano.

5) Il piano di riequilibrio, approvato nel febbraio 2018 dalla precedente Amministrazione, ancor prima che venga approvato o bocciato dalla Corte dei Conti, viene così finanziato per ben quattro annualità da questa Amministrazione.

6) Lo stato di predissesto deliberato nel febbraio 2018, è stato approvato senza peraltro istruire in maniera esaustiva la relativa procedura che ad oggi è priva del necessario riconoscimento dei debiti inclusi nel piano di riequilibrio.

Le azioni intraprese

Pertanto, i primi risultati, ad appena diciotto mesi di amministrazione, sono più che soddisfacenti. Questa Amministrazione è stata capace di mettere su un piano di credibilità le azioni da svolgere per uscire dalla crisi.

1) Approvazione di Bilanci di previsione e rendiconti non deliberati da oltre tre anni;

2) Rigore nell’effettuazione della spesa;

3) Indizione gara di appalto per individuare un nuovo Concessionario della riscossione (in itinere);

4) Mantenere un continuo controllo delle entrate, procedendo agli accertamenti delle stesse;

5) Istituzione di un ufficio unico delle entrate.

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