Ad un mese dall’inizio del servizio di raccolta differenziata porta a porta, le lacune sono palesi. Il Comune è chiamato a capire come far fronte agli errori “di valutazione” ed intervenire al più presto
TAORMINA – L’immagine del Corso Umberto con i crocieristi che ammirano piazza Duomo in mezzo a cumuli d’immondizia fa male. E non solo al turismo. Ma anche a chi ha a cuore le sorti della città di Taormina. A chi vi risiede e la vive 365 giorni l’anno. La foto scattata alle 10 del mattino della vigilia del 1° maggio è l’emblema di una insofferenza ed un disagio che la Capitale siciliana delle vacanze non può permettersi.
Ad un mese dall’inizio del servizio di raccolta differenziata porta a porta, le lacune sono palesi. I commenti si intrecciano. Le polemiche viaggiano su facebook e non solo. Ma cosa sta accadendo? I quadretti che balzano agli occhi sono indecorosi: angoli caratteristici della cittadina deturpati, sacchi di rifiuti abbandonati, cataste di cartone non raccolte quando già il “salotto buono” di Taormina pullula di gente. Le lamentele sono all’ordine del giorno. Mattina e pomeriggio. C’è chi punta l’indice verso gli amministratori comunali, chi sulla ditta e chi sugli incivili che se ne fregano delle regole e la differenziata la fanno a modo loro. O non la fanno. Con le conseguenze facilmente immaginabili, considerato che tutti i cassonetti, come previsto in questi casi, sono stati rimossi dal perimetro urbano.
Per quanto concerne la raccolta differenziata, Taormina è diventata la maglia nera del comprensorio jonico, che nel complesso ha raggiunto negli ultimi anni risultati eccellenti. A Partire da S. Teresa di Riva, entrata nella top ten dei Comuni siciliani per aver raggiunto quasi l’80% (per la cronaca la ditta è la stessa che sta espletando il servizio a Taormina, in questo caso con un affidamento per un paio di mesi). Ben oltre il 70% anche i Comuni di Furci e Roccalumera. E quelli della Valle del Nisi, in base ai risultati resi noti nel giorni scorsi, seguono a ruota. I risultati positivi in questi centri si vedono e sono sotto gli occhi di tutti.
Dire che Taormina è una realtà particolare per tutta una serie di motivi, che vanno dall’enorme flusso turistico alla sua conformazione urbana, fatta di vicoli stretti, scalinate ed altre peculiarità, è vero. Ma non può bastare a giustificare quanto si sta registrando ad un mese di distanza dall’avvio della differenziata. E’ su questa conformazione urbana, su presenze turistiche note, su ristoranti ed esercizi pubblici “censiti” che sono stati fatti i calcoli di uomini e mezzi necessari per espletare la raccolta porta a porta. Cosa non sta funzionando?
Ci stanno le difficoltà iniziali. Qualche disservizio in attesa di mettere a punto la macchina organizzativa. Ma adesso le criticità sono evidenti. Ed anche i cittadini più pazienti si stanno spazientendo. Innanzitutto per i ritardi legati allo svuotamento dei mastelli in diverse vie. O perché nel cuore della mattinata sul corso ci sono i mezzi e gli operatori adibiti alla raccolta. Ci sono cose e orari che vanno rivisti.
Per quanto riguarda gli incivili, urgono controlli, severi e non sporadici (come avvenuto in altri centri jonici) e sanzioni. Ma a Taormina il problema va oltre. E bisogna correre ai ripari in tempi brevi. Il Comune è chiamato a capire come far fronte agli errori “di valutazione” ed intervenire. Ne vale il nome e l’immagine della Città di Taormina (“che non può essere trasformata in un bronx”, tuonano i taorminesi sui social). E ne vale il rispetto di quei cittadini che con grande impegno stanno facendo correttamente la raccolta differenziata e pagano le tasse.