Il “Micra” (il pacemaker più piccolo al mondo) è stato impiantato all'ospedale "San Vincenzo" in un giovane con cardiopatia congenita complessa
TAORMINA. Per la prima volta in Italia, è stato impiantato un pacemaker senza elettrodi. All’ospedale “San Vincenzo” di Taormina debutta il “Micra” (il pacemaker più piccolo al mondo), in un giovane adulto con cardiopatia congenita complessa, già sottoposto in passato a numerosi interventi a cuore aperto, e ad impianti multipli di pacemaker per persistente bradicardia. Salvatore (nome di fantasia) era molto affaticato e presentava una frequenza cardiaca compresa tra 20 e 30 battiti per minuto.
Il paziente aveva nel suo organo cardiaco 6 elettrodi tutti malfunzionanti, la cui estrazione avrebbe richiesto un intervento in circolazione extracorporea, ovvero un intervento a cuore aperto, con rischio consistente per le numerose procedure chirurgiche già effettuate e per le diffuse aderenze che gli elettrodi contraggono con le vene del paziente. Per queste motivazioni è stato scelto di utilizzare un pacemaker senza elettrodi. Il Micra è un pacemaker miniaturizzato che viene impiantato in ventricolo destro sul setto interventricolare, non necessita di elettrodi che sono invece necessari nell’usuale impianto di pacemaker.
Il suo design è tale da minimizzare il rischio di dare fastidio alle altre strutture del cuore. Il dispositivo viene agganciato con dei piccoli uncini al muscolo del setto inter-ventricolare, ha la capacità di ripristinare la fisiologica attivazione elettrica del cuore. Il Micra capta l’attività elettro-meccanica della parte alta del cuore (atrii) e la trasmette alla parte bassa (ventricoli) in modo coordinato. La batteria garantisce una stimolazione del cuore per 10/12 anni. Il trattamento è stato realizzato da un’equipe congiunta di elettro fisiologi (Dr. Rosario Foti) e Cardiologi e Cardiochirurghi Pediatrici (Dr. Paolo Guccione e Dr. Salvatore Agati) coordinata dal dottor Ludovico Vasquez, responsabile della Cardiologia dell’ospedale “San Vincenzo” di Taormina. L’ intervento durato circa 90 minuti, è stato realizzato in anestesia locale. Attraverso le vene dell’inguine il pacemaker è stato portato in ventricolo destro e quindi agganciato al miocardio del setto interventricolare. L’impianto ha determinato il ripristino della fisiologica attivazione del cuore, con una frequenza cardiaca compresa tra 70 e 90 battiti per minuto, alleviando i sintomi e consentendo a Salvatore di lasciare l’Ospedale già il giorno successivo all’intervento.
Complimenti siete degli angeli 😇
Io ho una nipotina in cura con loro❤️ siete veramente bravissimi❤️
Complimenti, non c’erano dubbi: il San Vincenzo è cresciuto tanto nel reparto Cardiologia, bravissimi tutti dai Medici all’infermieri ai portantini proprio tutti
BRAVI